Aumenta la produzione castanicola in Irpinia, ma cala la redditività

Il coordinatore di “area frutta a guscio” dell’Organizzazione interprofessionale Ortofrutta Italia Giampaolo Rubinaccio rivela l'andamento di uno dei settori chiave dell'economia locale. "La qualità è buona ma la pezzatura è piccola a causa della siccità estiva. La pandemia ha stravolto gli sbocchi del mercato"

Aumenta la produzione castanicola in Irpinia, ma cala la redditività. Lo riferisce l’analisi offerta dal coordinamento “area frutta a guscio” dell’Organizzazione interprofessionale Ortofrutta Italia guidato da Giampaolo Rubinaccio si concentra su due fattori. Il primo concerne la siccità estiva che quest’anno ha prodotto una pezzatura medio piccola; e il secondo concerne tutte le ripercussioni originate dalla pandemia. Con l’annullamento delle sagre e la chiusura del mercato Horeca- Hotellerie, restaurant e Cafè- la produzione castanicola ha trovato sbocco nei mercati generali e nelle industrie di trasformazione. Il calo della redditività è crollato del 40 per cento. “Basti pensare che attualmente al mercato di Torino le castagne si vendono allo stesso prezzo di quanto venivano vendute nella mia azienda lo scorso anno” spiega Rubinaccio. Rispetto allo standard della produzione storica registrato fino a 10 ani fa, oggi si registra un calo del 50 per cento circa, e un crollo del 30% della quotazione. Negli ultimi anni invece, nonostante la lotta al cinipide galligeno, la produzione registra un aumento, attestandosi ad un incremento del 30 per cento, che però sconta la chiusura determinata dall’emergenza sanitaria. A questo si aggiunge una annata che ha penalizzato le produzioni per le dimensioni del prodotto.

AUMENTA LA PRODUZIONE CASTANICOLA IN IRPINIA, MA NON I MARGINI PER I PRODUTTORI.  L’andamento della produzione della frutta a guscio è stata al centro del dibattito internazionale European Chestnut Meetings. Arance, castagne, nocciole ed altri presentano un’ottima qualità del raccolto, ma anche una pezzatura di piccole dimensioni. Un risultato incassato dalle aziende che non hanno la possibilità di irrigare frequentemente e che non riescono a coniugare caldo e acqua per avere un super prodotto. “Il prezzo delle castagne è determinato dal calibro della castagna stessa: quanto più sono grandi, più si riduce il numero utile per comporre un chilo, e questo determina la classificazione della qualità del prodotto” argomenta. In sintesi il consumatore sceglie le castagne più grandi e questo influirà sul prezzo del prodotto sul mercato. “Tutta la frutta quest’anno presenta questa caratteristica: dalle arance alle clementine, noci, nocciole, castagne, melagrana ed altri. Ma la qualità è fra le migliori”. Il congelamento dell’Horeca imposto dalle misure di contenimento del virus ha stravolto il mercato, obbligando le produzioni ortofrutticole a trovare sbocchi alternativi. “La chiusura delle sagre- anche in provincia di Avellino- si è rivelata determinante: qui vengono abitualmente utilizzate il 25% della produzione castanicola nazionale, e anche questa fetta è stata spalmata sui mercati generali. Le quotazioni delle castagne per grandi volumi è del 40% in meno rispetto allo scorso anno. In alcune zone di Irpinia, come a Montella e nel Vallo di Lauro, le castagne non sono state raccolte” continua.

La festa nel cuore di Montella durante la Sagra della Castagna

L’ECCELLENZA DI MONTELLA. Nell’analisi di Rubinaccio si evidenzia che Montella produce più castagne dell’intera regione Toscana, con una alta specializzazione colturale. La Campania produce il 40 per cento delle castagne su base nazionale e testimonia l’elevata vocazione territoriale. “Bisogna prendere coscienza che da noi l’agricoltura è frazionata, con migliaia di addetti di cui non si ha contezza. Con il depauperamento del patrimonio castanicolo la provincia di Avellino perde tanto, ma per realizzare un piano strategico bisogna considerare che le aziende che superano i 15 ettari sono davvero poche”. Il coordinatore dell’organizzazione interprofessionale solleva in particolare il problema della tracciabilità fiscale per tutte quelle aziende che lavorano per 10 giorni all’anno. “Si lavora a livello istituzionale per trovare una forma di visibilità di queste attività agricole che possono avere una svolta in questi territori: è stato chiesto al Ministero per l’Agricoltura di qualificare i numeri produttivi. Estrapolare i numeri relativi alle produzioni consentirà all’Irpinia e alla Campania di confrontarsi con i partner europei e, programmare il futuro” conclude. Le castagne arriveranno dalla Turchia e dall’est Europa per sopperire al mercato nazionale, per coprire la domanda fino al 70% delle quote di mercato. Di qui il crollo della quotazione mondiale delle castagne e l’avanzata del prodotto turco, che apre ad una svalutazione complessiva del prodotto, con un calo complessivo della quotazione fino al 40 per cento.


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