Commissario Pd scaricato dai sindaci irpini. Imbarazzo al Nazareno

Alla riunione online si è presentato uno su 45. È ormai rottura nel Partito Democratico tra Avellino e il Nazareno dopo l'azzeramento del congresso

Il Commissario Pd è stato scaricato in Irpinia anche dai sindaci ieri pomeriggio. Il deputato Michele Bordo si è ritrovato solo alla riunione online da lui convocata con 45 sindaci che, tranne uno, non hanno ritenuto di partecipare. Dopo aver tirato dritto di fronte alle ragioni esposte da circoli e iscritti, in queste ore il commissario si ritrova a dover prendere atto di un gesto politico consumato clamorosamente durante un appuntamento ufficiale. Ieri sera negli ambienti cittadini e comunali avellinesi del PD si parlava di ‘sfiducia sostanziale’. I sindaci “hanno bruciato le navi” dietro di sé.

Largo del Nazareno, dove si trova la sede del Partito Democratico a Roma

SINDACI ASSENTI, IL COMMISSARIO È RIMASTO SOLO: IMBARAZZO AL NAZARENO. Il tentativo di Bordo è durato la solita ora di tolleranza. Poi il commissario PD ha preso atto della situazione. Oramai il dialogo, di fatto mai aperto, si è interrotto forse definitivamente. Le motivazioni dell’assenza di un intero territorio si leggono nel gesto (senza precedenti) compiuto dai sindaci. L’impressione è che la frattura sia insanabile. Per giorni esponenti e iscritti avevano chiesto di essere ascoltati, ribadendo la volontà del partito irpino a tutti i livelli di voler celebrare un congresso che statuto e procedure alla mano consideravano perentorio. Avevano chiesto di eleggere i gruppi dirigenti con le regole scritte sotto l’egida del Nazareno, completando l’iter avviato dal precedente commissario, Aldo Cennamo su mandato del segretario Nicola Zingaretti. Avevano sollecitato una condivisione, rivendicato il rispetto di norme e prassi avallate altrove in Italia. Non avendo ottenuto risposta, il clamoroso episodio di ieri apre adesso interrogativi sul destino del Partito Democratico ad Avellino. Ora è il Commissario a non avere più interlocutori in Irpinia. Ma da ieri sera in via Tagliamento del PD potrebbe restare solo un’insegna.

IL NO IRPINO. Alla rottura non si è arrivati in un giorno. Al fondo di questo conflitto tra Avellino (e Napoli) contro Roma c’è quella che in tanti definiscono l’incoerenza dimostrata dalla segreteria nazionale. Non è evidentemente piaciuto che dopo l’azzeramento del congresso sia stato cancellato anche un regolamento voluto e avallato dalla segreteria romana, nè è stata condivisa nel metodo e nella sostanza l’apertura dell’ennesimo tesseramento nel giro di poche ore dall’arrivo del commissario. Il caso avellinese sembra destinato a creare imbarazzo al Nazareno nel contesto più generale dei suoi rapporti con la Campania. La rottura in Irpinia si è consumata con il partito nazionale più che con un commissario, scelto tra i deputati di un’altra regione e inviato a rifare regole e tesseramento per un congresso che era stato già convocato dal precedente emissario inviato da Roma. Dopo aver pazientato per due anni, anche le rappresentanze degli enti locali hanno detto di no al protrarsi di un commissariamento ritenuto inaccettabile ormai, come le scelte di una segreteria nazionale, che ad Avellino ormai difficilmente troverà In futuro ascolto.


LEGGI ANCHE:

«Pd irpino in agonia», lettera al commissario da un militante

Il caso Avellino nella Direzione nazionale Pd. Agorà, Enzo De Luca avverte Letta

«Il Pd al Comune di Avellino è opposizione». I consiglieri scrivono al commissario

Pd nella bufera ad Avellino, Petracca: il commissario ascolti o si fa il congresso da solo

 

 

 

 

ARTICOLI CORRELATI