«Pd irpino in agonia», lettera al commissario da un militante

L'ex componente della commissione per il congresso Antonio De Feo commenta l'apertura del tesseramento a poche ore dall'insediamento del commissario

Parla di Pd irpino in agonia Antonio De Feo, iscritto al partito dove ha seguito per anni da componente la commissione per il regolamento congressuale. Dopo aver appreso dalla rete dell’avvenuta approvazione del regolamento, scrive alcune considerazioni esprimendo un garbato rammarico per la china presa dalla Federazione avellinese. Ecco il testo.


Pd irpino in agonia, lettera di un militante al commissario provinciale

di prof. Antonio De Feo | Partito Democratico

Antonio De Feo

Gent.mo commissario provinciale del PD Bordo, apprendo da una sua nota che è stata indetta la campagna di adesione 2021 per la federazione di Avellino del Partito Democratico. A dire il vero lei qualche giorno fa, durante la riunione di via Tagliamento, aveva espresso tale volontà, per cui risulta del tutto evidente la coerenza e il tempismo con cui ha agito. Come ogni anno, rinnoverò la mia adesione al PD, nonostante TUTTO, nonostante il NULLA, nonostante il NIENTE che subiamo da anni. Esprimo solo l’amarezza di appartenere ad un partito che non è comunità, che non rispetta gli iscritti, che non ascolta ma sente cosa si dice per fare ciò che dall’alto è stato chiesto di fare. Allora, mi si chiederà, perché rinnovi l’iscrizione? La mia risposta è semplice e precisa: io mi iscrivo al Partito Democratico dello STATUTO. Al partito che invoca gli articoli 2-3-49 e 51 della Carta Costituzionale; al partito che nello Statuto, all’articolo 4 richiama l’importanza dei suoi iscritti, con specifici doveri e diritti; allo Statuto che nell’articolo 46 chiede di vigilare sulla corretta applicazione dello stesso. Per tali ragioni e per ciò che personalmente ho espresso nei giorni scorsi alla sua presenza, le manifesto il mio umile disappunto, in quanto la strada da lei intrapresa rappresenta la volontà discutibile di chi ha mostrato disaffezione a questo partito e gioia nel vederlo in agonia. Mi permetto solo di precisare che tale lettera non è una protesta, ma un accorato appello di chi, insieme ad altri, ha sempre lavorato con abnegazione e disinteresse per mantenere aperto un luogo di confronto e di idee e non ha ricevuto nemmeno una comunicazione di “licenziamento”, a dimostrazione di quanto contano le persone! Buon lavoro.


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