Piano di azione per l’Area vasta di Avellino. Focus a Pratola Serra

Il segretario del Circolo Pd 'Moro Berlinguer' Luca Cafasso ha riunito cittadini e amministratori locali per avviare una discussione dal territorio sulla programmazione dei fondi straordinari del PNRR in provincia di Avellino: «Sui risultati entro il 2026 si misurerà l'intero gruppo dirigente irpino».

Un piano di azione per l’Area vasta di Avellino e per l’Irpinia da proporre alla Regione Campania, al Coordinamento delle Regioni Meridionali e al Governo nell’ambito del PNRR. Se ne è parlato ieri sera a Pratola Serra, dove il Circolo del Partito Democratico ‘Moro Berlinguer’ ha organizzato il primo confronto ‘in presenza’ dopo la fine delle restrizioni.

Luca Cafasso, Segretario del Circolo Pd di Pratola Serra

L’iniziativa è stata del segretario Luca Cafasso, che ha invitato a discutere sul tema nella sede del Circolo cittadini, amministratori locali e rappresentanti istituzionali. Nel corso del partecipato momento di confronto sono intervenuti, tra gli altri, l’amministratore unico dell’Alto Calore Servizi Michelangelo Ciarcia, il sindaco di Chianche Carlo Grillo, il presidente dell’Osservatorio Regionale Rifiuti Enzo De Luca, l’ex Responsabile del Dipartimento Lavoro del Pd Avellino, Crescenzo Fabrizio. Al centro del dibattito «un’assunzione di responsabilità del territorio», ha esordito Cafasso, con la sua relazione introduttiva. «Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) inserisce all’interno del programma Next Generation EU non garantisce una copertura finanziaria straordinaria e senza precedenti dal Dopoguerra, con i suoi 191,5 miliardi di euro a cui si aggiungono ulteriori 30,6 miliardi sono parte di un Fondo complementare, finanziato attraverso lo scostamento pluriennale di bilancio approvato nel Consiglio dei ministri del 15 aprile», ha premesso. «Questo strumento di programmazione si struttura in 6 grandi missioni, offrendo alle regioni e agli enti locali l’opportunità di promuovere al suo interno programmi per la modernizzazione dei territori». Cafasso ha invitato le istituzioni locali a «definire in maniera coordinata e partecipata una visione di insieme dell’Area vasta di Avellino e per l’Irpinia, elaborando un piano di azione che combini proposte di spesa a una strategia di semplificazione dell’iniziativa economica, che stimoli una iniziativa economica diffusa». A questo proposito, ha invitato le istituzioni e le forze politiche irpine a rafforzare il dialogo con la Regione e con il Vice Presidente della Campania, Fulvio Bonavitacola, coordinatore per il Sud su questi temi presso la Conferenza delle Regioni.

Michelangelo Ciarcia

Come ha sottolineato nel suo intervento l’amministratore unico dell’Alto Calore Michelangelo Ciarcia, condividendo la relazione del segretario Pd di Pratola Serra, «occorre perseguire obiettivi innovativi, ma anche sciogliere nodi irrisolti e correggere limiti strutturali del sistema economico e sociale irpino». In qualche modo, ha spiegato Cafasso, «il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza offre nello stesso tempo lo strumento per superare i devastanti effetti della crisi economica generata dalla pandemia, ma anche le storture che preesistevano all’avvento dell’emergenza sanitaria». In questo quadro, accanto alle infrastrutture e alla semplificazione, come ha concluso Cafasso, la sostenibilità ambientale è stata inquadrata come la priorità in una provincia che deve salvaguardare il suo patrimonio fluviale e sorgentizio, tutelando l’ecosistema. «L’economia circolare, a valle di un assetto riorganizzato del ciclo integrato dei rifiuti basato su riciclo e riuso, ma anche mediante la riconversione energetica dei centri urbani e industriali, è la vera sfida che ci attende», ha concluso il segretario Cafasso. Filo rosso di tutti gli interventi, culminati nella riflessione conclusiva del presidente dell’Osservatorio Regionale Rifiuti Enzo De Luca, l’opportunità di misurare sulla sfida della ripartenza la capacità di un gruppo dirigente locale nelle istituzioni pubbliche, ma anche economiche e culturali della provincia di Avellino. A questo proposito, ha sottolineato come «un piano di azione per l’Area vasta di Avellino e per l’Irpinia non possa ridursi ad un elenco più o meno complesso di buone intenzioni elaborate a freddo, ma debba costituire il punto d’arrivo di percorso partecipato tra la gente, prima di diventare l’inizio di una fase di trasformazione della società avellinese, che nel 2026 dovrà essere in grado di valutare i risultati tangibili di questa visione». Di qui la necessità, «di recuperare alle componenti sociali, in particolare ai partiti, la funzione costituzionale, come cinghia di trasmissione tra cittadini e istituzioni».


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