«Etica, visione e responsabilità», Rosetta D'Amelio: il sen. Gioino riferimento attuale per le nuove generazioni. Al tavolo accanto alla lei alla commemorazione: a sinistra Yuri Gioino e a destra Angelo Giusto, già consigliere regionale

«Etica, visione e responsabilità fanno di Antonio Gioino un riferimento per le nuove generazioni del Mezzogiorno a partire dalle Aree Interne». Così Rosetta D’Amelio, Presidente del Consiglio Regionale, ha ricordato il senatore lionese, scomparso prematuramente trent’anni fa, quando non aveva ancora compiuto 50 anni. Classe 1939, senatore e dirigente del Partito Comunista, con il suo impegno politico e istituzionale Antonio Gioino ha lasciato il segno nella storia irpina, meridionale e italiana, hanno spiegato con punti di vista diversi Rosetta D’Amelio e Fulvio Bonavitacola, il Vicepresidente della Giunta Regionale, intervenuto per concludere il convegno organizzato nella sala consiliare. In particolare la prima ha ricordato quale riferimento sia stato per lei, giovanissima militante. «Devo a lui il mio avvicinamento alla politica», ha ricordato. «Mi sono iscritta al Pci perché Gioino mi fece la tessera». Nel suo intervento ha delineato il peso specifico del senatore lionese nel contesto storico degli anni ’70 e ’80. «Gioino realizzò uno dei primi esempi di Compromesso storico nelle autonomie locali italiane, saldando la collaborazione tra Dc e Pci a Lioni», prima di contribuire in maniera determinante «a scrivere con Salverino De Vito la legge 2019/81, con cui si realizzò la ricostruzione in Irpinia e in Basilicata». Antonio Gioino «è stato capace scrivere pagine politiche di respiro nazionale, ma non abbandonava i suoi allievi, l’amore per l’insegnamento», ha rimarcato la Presidente del Consiglio Regionale della Campania. Commosso il ricordo del figlio Yuri Gioino, oggi Sindaco di Lioni sede erede morale della lezione lasciata dall’illustre genitore. Nel suo intervento Gioino ne ha tracciato il profilo umano, che lo portava ad impegnarsi con spirito di servizio nell’interesse esclusivo delle comunità locali, in particolare nelle Aree Interne.

Nella sala consiliare del Comune di Lioni commemorata la figura del senatore Antonio Gioino, nel trentennale della morte. Sono intervenuti: Peppino Di Iorio (consigliere Asi), Fulvio Bonavitacola (Vicepresidente della Giunta Regionale della Campania), Yuri Gioino (Sindaco di Lioni), Rosetta D’Amelio (Presidente del Consiglio Regionale della Campania, già Sindaco di Lioni), Angelo Giusto (già consigliere regionale, ex dirigente del Psi-Pds), Luisa Cavaliere (scrittrice). Giulio D’Andrea (giornalista) ha moderato i lavori.
Lioni ricorda il senatore Antonio Gioino e si confronta sul futuro

«L’OMAGGIO DELLA COMUNITÀ DELL’ALTA IRPINIA AD UN UOMO DELLE ISTITUZIONI PER IL SUD». Senatore della Repubblica nella IX legislatura, Gioino fu membro delle commissioni Agricoltura e Vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti. «Il suo impegno politico, da dirigente di partito prima e poi da amministratore e parlamentare, si intrecciò con gli eventi drammatici del terremoto del 23 novembre 1980 e la successiva lunga fase di ricostruzione in Alta Irpinia», ha ricordato la Presidente D’Amelio, che ne ha sottolineato l’impegno dal 1984 al 1987 con la “Commissione speciale per l’esame di provvedimenti recanti interventi per i territori colpiti da eventi sismici”, il cui sbocco fu la legge 2019/81, tra i principali provvedimenti». Non stupisce, per questo, la partecipazione alla iniziativa di oggi, con la presenza di gente comune, amici e conoscenti di un uomo ancora rimpianto e ricordato non solo in Alta Irpinia. La sua figura è stata la spunto per un dibattito sulla attualità della sua visione. Nella sala consiliare si sono confrontati: Peppino Di Iorio (consigliere Asi), Fulvio Bonavitacola (Vicepresidente della Giunta Regionale della Campania), Yuri Gioino (Sindaco di Lioni), Rosetta D’Amelio (Presidente del Consiglio Regionale della Campania, già Sindaco di Lioni), Angelo Giusto (già consigliere regionale, ex dirigente del Psi-Pds), Luisa Cavaliere (scrittrice). Giulio D’Andrea (giornalista) ha moderato i lavori.

Peppino Di Iorio, componente del Direttivo Asi Avellino

DI IORIO: CONTRO LO SPOPOLAMENTO SERVONO SOLO I POSTI DI LAVORO. «Ogni anno 2500 persone all’anno vanno via dall’Alta Irpinia», ha spiegato Nicola Di Iorio. «O si mette in moto un processo economico per creare il lavoro o rischiamo soltanto di alimentare disillusioni». Per Peppino Di Iorio, consigliere dell’Asi di Avellino, è tempo di lanciare un messaggio concreto, iniziando una nuova lotta per le aree industriali, a partire dal comprensorio di Sant’Angelo dei Lombardi, Lioni e Nusco». In questo contesto sociale fortemente degradato per la mancanza di opportunità di reddito, spetta alla classe dirigente  locale assumere l’iniziativa». Di Iorio ha concluso sottolineando lo sforzo importante messo in  campo per le Aree Interne dalla Regione Campania, ma osservando che «molto altro può fare…».

LUISA CAVALIERE: IL SEN. GIOINO UN RIFERIMENTO MORALE PER I GIOVANI. La scrittrice Luisa Cavaliere si è soffermata in particolare su alcuni episodi della sua amicizia con il compianto senatore Antonio Gioino. Tessendo le lodi di una figura di amministratore e di parlamentare che seppe distinguersi anche tra le fila del suo partito, il Pci. Per la scrittrice, Gioino è e deve consolidarsi come riferimento morale prima ancora che politico per i giovani, ha aggiunto, proponendo l’istituzione di una borsa di studi intitolata al senatore, da assegnare a giovani laureandi in agraria. Luisa Cavaliere ha rimarcato come il tema delle Aree Interne, così importante per Gioino, continui ad essere dopo trent’anni al centro del dibattito politico, nonostante i tanti cambiamenti intercorsi.

Un momento della commemorazione di Antonio Gioino a trent’anni dalla scomparsa, durante l’intervento di Angelo Giusto. Al tavolo da sinistra: Fulvio Bonavitacola, Your Gioino e Rosetta D’Amelio

«INDUSTRIA, MA SOPRATTUTTO AMBIENTE», ANGELO GIUSTO: INVESTIRE TUTTO SULLA TUTELA DELLE RISORSE NATURALI. Per Angelo Giusto, ex consigliere regionale, ricordare Antonio Gioino è stato anche il modo per rievocare con rammarico la fine di una stagione politica del Paese, quando i partiti avevano ruolo e responsabilità. «Appartengo al secolo della politica e dei partiti e sono solidale con chi riesce ancora a farlo». In questo contesto, ricordando il proprio impegno nella Regione Campania, ha evocato una correzione di rotta rispetto all’esperienza della Giunta guidata da Antonio Rastrelli, quando la frammentazione dell’intervento finanziario pubblico ha prodotto i risultati attuali, la assenza di lavoro e sviluppo. Per Giusto va recuperato e attuato l’articolo 8 dello statuto, con riferimento al comma 13 (deve perseguire ‘la valorizzazione delle risorse economiche, turistiche e produttive di ogni area del territorio regionale ed il superamento delle disuguaglianze sociali derivanti da squilibri territoriali e settoriali della Regione in modo da garantire la piena occupazione’), ma soprattutto al 14: ‘La Regione promuove ogni utile iniziativa per favorire la tutela e la valorizzazione dell’ambiente, del territorio, delle risorse naturali e del patrimonio rurale; la tutela degli ecosistemi e della biodiversità; la difesa della vita delle piante e il rispetto e il riconoscimento dei diritti degli animali come previsti dalle Convenzioni internazionali e dalla normativa comunitaria’. In questo senso, per Angelo Giusto l’industria, anche attraverso il recupero dei Pip, i piani di insediamento produttivo, può far ripartire il lavoro, ma gli investimenti pubblici maggiori vanno convogliati sull’ambiente, per la tutela delle sorgenti, per ristrutturare le reti idriche, recuperare politiche sull’energia alternativa, con la consapevolezza che il vento in Irpinia va difeso come gli arabi fanno on il petrolio, ma in un contesto di regole e sostenibilità, ponendo fine al dramma delle pale disseminate sulla dorsale appenninica.

Il Vicepresidente della Campania Fulvio Bonavitacola, Assessore Regionale all’Ambiente

BONAVITACOLA: NEL PROGETTARE LO SVILUPPO VA RECUPERATA UNA VISIONE D’INSIEME, RIPARTENDO DALLA LEZIONE DI GIOINO. Rivendicando il suo retaggio altirpino nella vicina Montella, a Lioni il Vicepresidente della Giunta regionale è partito dalla figura di Antonio Gioino, tracciandone l’attualità dell’analisi, frutto di una attività politica e istituzionale cruciale nei tempi da lui vissuti, quelli a cavallo con l’emergenza del terremoto irpino nel 1980, «lo snodo essenziale negli anni Ottanta capace di cambiare le sorti della Repubblica italiana, non solo dell’Irpinia», come lo ha definito. Bonavitacola ha affermato che sul dopo terremoto non si è riflettuto abbastanza. In quei giorni, ha osservato, il partito a cui Antonio Gioino apparteneva, il Pci, «decise di fare cose giuste, ma nel modo sbagliato». In una Italia che «si scoprì nuda e disarmata di fronte a un evento epocale come quello del sisma nel cuore del Mezzogiorno ancora arretrato», la reazione dell’Italia partì dalla Campania e cambiò le sorti del Paese. Bonavitacola ha rievocato didascalicamente quel periodo calandolo nel contesto storico. Il partito di Gioino, il Pci, con la sua linea del Compromesso storico andò a sbattere contro un muro (quello di Berlino), impegnandosi sull’Alternativa Democratica mentre nel Paese stavano maturando cambiamenti di portata storica. Centomila miliardi per la ricostruzione e lo sviluppo diedero un ruolo fondamentale alla Campania da un lato, alla Democrazia Cristiana dall’altro, scaricando la responsabilità sullo slogan comodo per qualcuno dell’Irpiniagate, paravento per il vero flusso dei fondi, «che andavano a Napoli». Antonio Gioino, senatore dal 1983 alla 1987 è stato un testimone preoccupato di quello che accadeva intorno alle Aree Interne, ha osservato Bonavitacola, anche perché riteneva infruttuoso uno sviluppo squilibrato delle Aree costiere contro quelle Interne. E non si sbagliava, ha osservato. Il conto di quegli anni lo paga oggi il Mezzogiorno con l’avvento della Lega Nord, frutto della rottura consumata allora. In questo contesto, non si può imputare alla legge sulla ricostruzione, la 219/81 responsabilità su ciò che è venuto dopo. «Era una buona legge», ha sottolineato l’Assessore regionale all’Ambiente, ricordando quanto accade al contrario oggi nel Centro Italia, dove eventi di portata minima rispetto a quelli di 39 anni non vengono governati con l’efficacia dimostrata in Irpinia e Basilicata. L’analisi non toglie spazio ad una riflessione improntata alla prospettiva. Nella legge 2019 c’era una giusta visione, probabilmente non attuata nel suo spirito più autentico in un territorio dove si coltiva la cultura dell’indotto, più che quella dello sviluppo, ma anche una lezione: liberarsi di questa cultura «volatile» del risultato immediato, del contingente, per far posto a scelte strutturali e strategiche che partono dalla ridefinizione di una cultura della Campania, dove Aree Interne e Costiere sono complementari nella responsabilità di rilanciare il Mezzogiorno. Per Bonavitacola l’Autonomia differenziata è il tentativo di separare l’Italia senza traumi ma con implacabile nettezza. Questa prospettiva si combatte, ha concluso Bonavitacola, ritrovando una visione equilibrata in Italia, nel Mezzogiorno e in Campania.


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