Ingresso alla sede nazionale del Partito Democratico a Roma

A via Tagliamento si depongono le armi. Michelangelo Ciarcia, candidato alla segreteria del Pd irpino al congresso provinciale della scorsa primavera, sarebbe pronto a ritirare il ricorso presentato in Tribunale, contro il numero uno del partito, Giuseppe Di Guglielmo, dopo la sua elezione.

Michelangelo Ciarcia

«Una fase si è ormai chiusa – ha affermato il dirigente politico – ed è giunto il momento di guardare in avanti. Penso, quindi, che sia opportuno ritirare l’esposto. Debbo però confrontarmi con gli amici di partito con cui ho condiviso il percorso congressuale. Non è una questione mia personale».

Come si ricorderà, lo schieramento che ha sostenuto l’attuale presidente dell’Alto Calore, composto da fanceschiniani, decariani ed una parte dei renziani vicini a Luigi Famiglietti, aveva contestato le decisioni assunte dal commissario pro tempore del Pd, David Ermini, nella gestione del tesseramento e dell’anagrafe degli iscritti, e quindi la legittimità dell’assise, decidendo alla fine di disertare l’appuntamento. Di qui la scelta di ricorrere alle carte bollate, che però non fu pienamente condivisa da tutta la compagine.

L’iniziativa è poi pesata come un macigno sulla possibilità di riaprire il dialogo con l’altra fazione del partito, che ha determinato l’elezione di Di Guglielmo – in una consultazione senza contraddittorio -, costituita dall’area riformista guidata da Rosetta D’Amelio, dalla componente di Gianluca Festa, da quella di Angelo D’Agostino e da Valentina Paris.

Enzo De Luca, esponente del Pd irpino e campano in un momento del suo intervento a Cortona, durante la tregiorni promossa dall’ex Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini e dalla sua componente, Areadem

In tempi più recenti, soprattutto dopo la sconfitta alle amministrative di Avellino, AreaDem, la componente di Enzo De Luca, ha più volte lanciato segnali di distensione agli ex avversari interni, dichiarandosi favorevole a sgombrare il campo da ogni ostacolo, a cominciare dal ricorso. Segnali che però non sono stati raccolti dalla segreteria provinciale.

Diversa la posizione dell’area vicina all’ex sottosegretario sannita, Umberto Del Basso De Caro, che invece era determinata ad andare avanti.

Nel frattempo gli equilibri interni al Pd sono progressivamente mutati e i due schieramenti si sono disarticolati, specialmente dopo le elezioni provinciali. La convocazione del congresso nazionale, insieme alle primarie regionali e nazionali, ha poi rimesso tutto in discussione, soprattutto dopo i risultati della consultazione interna ai circoli, dello scorso fine settimana, che in provincia di Avellino ha rassegnato una vittoria della mozione Zingaretti, con Martina arrivato secondo, e diversi indizi di movimenti sotterranei e nervosismi che si registrano nel partito. Senza contare il risultato ottenuto da De Caro in Irpinia, nella sua corsa per la segreteria regionale, che è stato quasi doppiato dal sindaco di Poggiomarino, Leo Annunziata, sostenuto sia da D’Amelio, che da De Luca.

Umberto Del Basso De Caro, deputato del Pd, già Sottosegretario alle Infrastrutture nei Governi Renzi e Gentiloni

La parola d’ordine del congresso però sembra essere quella del richiamo all’unità. Ed il passo che sarebbe intenzionato a compiere Ciarcia andrebbe in quella direzione: «Bisogna lavorare al rilancio e alla riorganizzazione del Pd, a tutti i livelli. Vanno perciò superate le tensioni esistenti, per aprire un confronto alla luce del sole. In questi ultimi tempi, tra l’altro, c’è stato modo di collaborare con il segretario Di Guglielmo, su questioni amministrative. Anche la sfida di De Caro per la guida del Partito Democratico della Campania suggerirebbe un azzeramento delle situazioni». (Leggi l’articolo)

Probabilmente però non tutti la pensano così. Ma è difficile immaginare che di fronte alle sconfitte incassate sistematicamente dal Pd alle scadenze elettorali e all’insofferenza manifestata da ciò che è rimasto della base del partito e degli amministratori locali vicini ad esso, non si provi a cambiare registro, archiviando il passato. La posta in gioco è molto importante, soprattutto in considerazione dei delicati contesti socio-politici del territorio e del Paese.

«Personalmente – ha infine precisato Ciarcia – sono impegnato principalmente sul fronte istituzionale, nella gestione di un nodo cruciale per il futuro dell’Alto Calore e del servizio idrico, ma credo che una riflessione complessiva si imponga nel partito».


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