Nuove alleanze e Regionali, Cennamo riunisce il Pd irpino

IL NUOVO QUADRO POLITICO NAZIONALE MUTA GLI EQUILIBRI LOCALI. Il commissario provinciale ha convocato l'assemblea del gruppo dirigente locale su input della Direzione nazionale. I Democratici avviano il confronto su base territoriale nell'imminenza della svolta parlamentare per il governo del Paese. Mobilitazione territoriale che non accadeva dai congressi costituenti del 2007

Aldo Cennamo, commissario provinciale del Partito Democratico

Aldo Cennamo, commissario provinciale del Partito Democratico, ha convocato ad Avellino l’assemblea del gruppo dirigente irpino su input della Direzione nazionale. I Democratici avviano il confronto su base territoriale nell’imminenza della svolta parlamentare per il governo del Paese. Non accadeva dai congressi costituenti del 2007. Come allora, da Roma arriva un messaggio forte e chiaro che ha il significato di un richiamo perentorio all’unità. Le beghe locali perdono di significato in una fase storica in cui il partito abbandona un percorso decennale caratterizzato dalla vocazione maggioritaria, per arginare l’avanzata della Destra giudicata populista e sovranista. Oggi, 4 settembre, nelle stesse ore in cui il Presidente del Consiglio incaricato Giuseppe Conte forma il governo M5s-Pd-Leu, nel Paese i dirigenti e le rappresentanze locali del Partito Democratico discuteranno a livello territoriale la nuova prospettiva che la svolta nazionale comporterà ad ogni livello. Il Movimento Cinque Stelle rappresenterà a partire dalle prossime ore una forza con cui interloquire e collaborare, così come gli ex scissionisti di Leu, ma anche altre rappresentanze del mondo cattolico, laico, liberale, ecologista e riformista. Cambia lo schema della politica italiana, a undici anni dallo strappo di Walter Veltroni che staccò il Pd dall’Ulivo, determinando la fine del bipolarismo all’italiana iniziato nel 1994 sulle ceneri della Prima Repubblica. Lo scenario politico potrebbe recuperare simmetria, dopo un disordinato tripolarismo con cui il Parlamento si è dovuto misurare tra il 2013 e il 2019, con egemonie variabili (il Pd tra il 2014 e il 2017, il M5s nel 2018, la Lega nel 2019).

Luigi Zingaretti a Montecitorio nel briefing con i giornalisti dopo le consultazioni con Giuseppe Conte, premier incaricato

IL PERCORSO CONGRESSUALE LOCALE SBOCCO NATURALE. L’evoluzione del quadro politico nazionale, alla luce delle delicatissime decisioni assunte in questo cruciale mese di agosto ormai alle spalle, rivoluziona la stessa agenda territoriale dei partiti, in particolare del Pd in provincia di Avellino. Se fino a poche settimane fa il tema erano le divisioni nel consiglio comunale capoluogo, oggi la segreteria e la direzione nazionale impongono nuove priorità a chi intende continuare a militare in questo partito. Si richiede compattezza, capacità di dialogo con il territorio, unità di intenti con uno sguardo rivolto alle istituzioni, dal Parlamento nazionale ai Consigli regionali. Ad Avellino si renderà necessario eleggere un segretario, sostenuto da una direzione provinciale in grado di semplificare e rendere autorevole e compiuto il processo decisionale. Aldo Cennamo indicherà l’orizzonte tracciato a Roma, lasciando ai dirigenti locali il compito di riempire di contenuti a livello territoriale l’azione politica di un partito che deve tirare fuori le bandiere e uscire dall’ambiguità. Dal Nazareno arriva l’input ad accantonare i doppi e tripli forni, a mettere in soffitta i tavoli multipli, perché il quadro delle alleanze oggi va dalla sinistra ad un centro in fase di ricomposizione, aggregando un fronte dichiaratamente anti sovranista. Si tratta di un campo largo ma non ancora delimitato, in attesa che nei prossimi mesi i cattolici oggi schierati con il Centrodestra scelgano, per dirla con Gianfranco Rotondi e Pierferdinando Casini, tra il Papa e l’Imperatore. A cascata, ridefinito il quadro delle alleanze e il perimetro della appartenenza, nelle assemblee elettive sarà più semplice trovare i giusti equilibri. Compito di Aldo Cennamo sarà restituire sovranità agli iscritti del Partito Democratico irpino, riaprendo loro le porte, dopo la lunga parentesi del congresso annullato.


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