Vincenzo De Luca. Presidente della Regione Campania

Intesa Pd-M5s alle regionali sempre più probabile in molti contesti, ma molto difficile a Napoli, almeno per quello che riguarda Palazzo Santa Lucia. Le contromisure del Governatore Vincenzo De Luca in Campania sono addirittura preventive e prescindono dalla evoluzione del quadro politico nazionale attuale. Come già nel 2010, quando si impose di misura sul Centrodestra di Stefano Caldoro, giunto logorato all’appuntamento con le urne, il Governatore in carica è al lavoro per mettere in campo la sua armata di liste civiche di supporto. In questi giorni ha stretto le maglie della sua maggioranza, che si appresta a blindare nelle sue forze più rappresentative, che potrebbe cooptare nelle sue diverse liste per  De Luca Presidente’, lasciando ai partiti margini per operazioni di rinnovamento e allargamento ai territori. Il modello sarebbe quello del 2015, ma con un profilo più ambizioso. L’idea è sottoporre ai napoletani, ai salernitani, ai casertani, agli avellinesi e ai beneventani un giudizio sui risultati del governo regionale, candidando in primo luogo sotto le proprie insegne gran parte dei protagonisti della amministrazione uscente sui territori, pilotando in questo modo le mosse del Pd e delle altre formazioni politiche. L’ostilità del Movimento Cinque Stelle in Campania, i difficili rapporti con gli Arancioni di Luigi De Magistris, l’avanzata registrata alle europee della Lega (ora da verificare nel nuovo scenario con il Carroccio all’opposizione in Parlamento), ma anche la debolezza ormai annosa dei Democratici a Napoli, impongono al Governatore di giocarsi la carta della continuità, della stabilità e della solidità (in cinque anni la maggioranza non ha subìto fibrillazioni e crisi evidenti all’esterno), sottraendosi ad un gioco di alleanze per lui innaturali (i pentastellati lo hanno fatto decadere da sindaco di Salerno e hanno ripetutamente provato a farlo senza esito alla Regione).

Il segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti durante il briefing con i segretari regionali

ZINGARETTI CONFERMA DE LUCA IN CAMPANIA, MA SULLE REGIONALI VUOLE IL DIALOGO SUI TERRITORI.  Dal Nazareno non arriveranno ostacoli al Governatore della Campania. Non sono arrivate dichiarazioni esplicite, ma i passaggi sulla collaborazione tra Pd e M5s proposta dal segretario nazionale contenuti nella relazione alla Direzione hanno tenuto fuori la Campania dal laboratorio. “Davanti a noi abbiamo elezioni difficili in Regioni diverse. L’Umbria tra poche settimane. Poi Calabria, Veneto, la Toscana. E l’Emilia Romagna”. Nell’elenco non c’è la Campania. Ma, anzi, il segretario chiarisce che per ora in questi contesti si realizzeranno convergenze, non ancora alleanze. Sono “appuntamenti fondamentali che dovremo affrontare stringendoci accanto a chi li combatterà in prima fila. Dobbiamo fare ogni sforzo per costruire in ciascuna di queste realtà
l’offerta politica e programmatica più credibile. Anche naturalmente sul versante di alleanze che il nuovo quadro politico potrà favorire, ma che comunque andranno verifica te e costruite sempre sul primato di valori e programmi condivisi”, ha spiegato Zingaretti, ricordando lo scenario nel quale il Pd sta operando: “Alla fine di questo agosto unico e imprevedibile, il tema fondamentale resta lo stesso di quando questa crisi non c’era ancora: ed è fermare la destra peggiore che abbiamo mai conosciuto dal dopoguerra. Fermarla nel Paese, nel consenso e nelle urne”. Questi concetti sono stati ribaditi in queste ore alle rappresentanze regionali e territoriali riunite a Roma, consegnando in filigrana una realtà che non sta circolando sulle colonne dei giornali: il nascente governo con il Movimento Cinque Stelle sarà messo alla prova alle prossime elezioni regionali da quello che sarà un test fondamentale per verificare il consenso nel Paese della  Destra e delle altre forze. Il voto di primavera avrà una valenza strategica, perchè contribuirà a definire i numeri dei grandi elettori che nel 2022 dovranno eleggere il nuovo Capo dello Stato, alla scadenza del settennato di Sergio Mattarella.

Aldo Cennamo, commissario provinciale del Partito Democratico di Avellino

REGIONALI IN CAMPANIA, A NAPOLI E IN IRPINIA URGENTE IL RIASSETTO DEL PD.  Da Roma il messaggio che arriva sui territori è semplice quanto perentorio per gruppi dirigenti e rappresentanze istituzionali. Il segretario nazionale chiama alla mobilitazione in vista del voto regionale, ma anche a supporto del governo di svolta. Serve un rilancio del radicamento a fronte di un rinnovato protagonismo nel Paese. Leo Annunziata dovrà provvedere a completare l’assetto della sua segreteria, così come nelle province il partito dovrà ripristinare con autorevolezza la propria presenza. Nei prossimi giorni è attesa ad Avellino una nuova assemblea convocata dal commissario provinciale Aldo Cennamo, chiamato ad attuare il mandato per il quale è stato nominato. Al di là delle vicende interne al consiglio comunale di Avellino, per ora derubricabili a divisioni funzionali al diverso mandato ricevuto alle urne nelle comunali di maggio e giugno scorsi, non ci sono margini per temporeggiare sul congresso.

Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio, accanto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Sullo sfondo il Segretario del Pd, Nicola Zingaretti

IL PREMIER CONTE ACCELERA, MARTEDÌ PUNTA A SCIOGLIERE LA RISERVA SUL GOVERNO. Il Premier incaricato Giuseppe Conte punta a sciogliere la riserva sul governo già nelle prossime ore, al massimo martedì prossimo. Intende salire al Quirinale con un documento programmatico sintesi degli obiettivi dei partiti che comporranno la maggioranza, tra i quali non ci saranno solo M5s e Pd. Giuseppe Conte ha ricevuto dalla rappresentanza parlamentare di Leu un documento che contiene i contributi programmatici del partito. Altri apporti arriveranno dopo, in sede di dibattito n Parlamento. Martedì Conte presenterà la lista dei ministri, preparandosi al confronto con il capo dello Stato, che intende chiudere la partita sul nuovo governo entro la prossima settimana.


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