“Un ragazzo normale” di Lorenzo Marone

A cura di Ilde Rampino

Ripercorrere le stanze di una casa, in cui il protagonista Mimì ha vissuto la sua infanzia e attraverso quegli oggetti semplici eppure per lui importanti, il passato ritorna. Tutto riveste un significato simbolico e i ricordi si affollano nella sua mente, sono tanti da non riuscire a contenerli. Rivede tutti i luoghi e soprattutto il terrazzo che ha visto sbocciare il suo sentimento per Viola, da cui era affascinato, ma che vede lontana, come se appartenesse a un’altra realtà, che egli non può raggiungere. Mimì viveva immerso nella lettura che costituirà una base per la sua cultura e la sua formazione, ma in lui coesistevano varie anime: appassionato di fumetti e superpoteri, trascorreva anche ore a leggere storie che lo facevano sentire protagonista e non solo un bimbo strano e solitario che andava alla ricerca delle parole più assurde che inseriva nei discorsi in cui entrava in rapporto con gli altri. Ciò accentuava maggiormente la sua originalità e diversità nei confronti degli altri. La famiglia di Mimì rappresentava tutto il suo mondo, vivevano tutti insieme in una stanza, senza avere la possibilità di “un luogo e un momento che fossero davvero miei”. La vita si svolgeva quasi esclusivamente sui pianerottoli, si annaffiavano le piante quando gli altri erano in vacanza; il gioco del calcio e le figurine da collezione riempivano i momenti di vuoto e costituivano un collante tra le famiglie. Mimì aveva un grande bisogno di essere accettato e si avvicina a Sasà. La loro amicizia è densa di contrasto, a causa della diversità caratteriale, tra loro, ma anche di momenti di profondo affetto, anche se non esplicitamente rivelato. Sasà reagisce talvolta con un comportamento da “guappo” per sentirsi uguale agli altri e non con una mamma malata e un padre di poche parole: davanti all’amore e alla morte egli aveva questo atteggiamento “per non venirne schiacciato”i loro due mondi, il suo e quello di Mimì sono diversi: Sasà si sente molto solo e un giorno gli dice:”Non permetterti di allontanarmi”, in quanto teneva molto alla sua amicizia. Il suo comportamento, spesso sbagliato e provocatorio non era dettato né da noia, né da invidia, ma era “la prima crepa” di un disagio interiore.

“C’è bisogno di eroi”: una frase che racchiude una profonda consapevolezza, da parte di Mimì che si concretizza nell’incontro con Giancarlo, “un ragazzo normale, come tanti”che emanava energia e sorrisi, attraverso la sua semplicità, giungendo persino a registrargli una cassetta per la sua amata, avvicinandosi alla sua realtà di ragazzo e spingendolo ad esprimere i propri sentimenti, anche scrivendo perché “possiamo dire cose che a voce forse non saremmo capaci di dire”. Attraverso le parole di Giancarlo, egli comprende che ci sono momenti in cui “abbiamo il dovere di dire ciò che ci passa per la mente” accettando le nostre debolezze che è “l’unica cosa che ci rende umani”. Mimì vorrebbe regalargli il costume di Spider Man, pieno di un significato simbolico, ma non riuscirà nel suo intento. La personalità del ragazzo si arricchisce: “mi costringeva ad essere allegro e a parlare solo di cose belle, forse perché nell’altra sua vita parlava solo di cose brutte”. Era “un adulto che mi trattava da adulto”, condividendo del tempo con lui.

L’incontro di Mimì con Matthias, un vecchio cieco e il suo cane Beethoven darà una nuova svolta all’esistenza di Mimì e gli farà comprendere che doveva guardare il mondo che lo circondava, riempire i giorni di sogni, ma anche di emozioni vissute. La frase che accompagnava sempre i suoi discorsi era: Se sari felice, sarà solo grazie alla stretta di un’altra mano. Un momento doloroso sarà per Mimì la morte del vecchio, dopo che gli aveva affidato il cane che viene accolto dalla sua famiglia che sarà l’occasione per il ragazzo di ricreare un rapporto con suo padre che aveva sentito sempre lontano e a cui aveva sempre rimproverato la sua mancanza di ambizione e il fatto che non avesse fatto scelte drastiche. La vita di Mimì è segnata profondamente dall’insegnamento di due figure così importanti, come Matthias e Giancarlo, apparentemente molto diverse, ma che vanno al nocciolo dell’esistenza. E poi improvvisamente spari che fermano il tempo e creano una frattura devastante, un boato che trascina dietro di sé l’infanzia e spazzano per sempre la speranza, da cui Mimì potrà a poco a poco ricostruire la propria vita, con maggiore autenticità.

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