Alessandro Mastrocinque, Presidente Cia Campania (Agricoltori Italiani)

Cia Campania unisce i produttori di nocciole. Mastrocinque: un cartello per valorizzare la storicità del prodotto. Si conclude oggi “Sud baciato dalla bellezza”, il roadshow dell’Italia meridionale promosso da Cia – Agricoltori Italiani a Benevento, Capitale Europea del Vino 2019 e città simbolo delle aree interne della Campania, per portare sul territorio “Il Paese che vogliamo”, un progetto nazionale di riforma in cinque mosse “per cambiare l’Italia”. Una tre giorni di incontri, cooking show, degustazioni e tavole rotonde non solo con gli addetti ai lavori del settore primario, ma aperte a tutte le professionalità che incrociano il mondo dell’agricoltura. Oggi 4 settembre, si traggono le conclusioni con la “tavola rotonda conclusiva” alle ore 19.00 presso l’Arco di Traiano con la presentazione del documento di sintesi a cura del presidente regionale della Cia Alessandro Mastrocinque. A precedere la relazione del rappresentante di categoria campano, i saluti istituzionali di: Raffaele Amore, Presidente Cia Benevento e dell’On. Mino Mortaruolo, delegato Regione Campania Sannio Città Europea del Vino. Il dibattito sui punti chiave del progetto nazionale Cia prevede la partecipazione di Clemente Mastella, sindaco di Benevento; Francesco Fanelli, vicepresidente e assessore all’Agricoltura Regione Basilicata; Gerardo Mario Oliverio, presidente Regione Calabria; Andrea Cozzolino, Europarlamentare; Mons. Archbishop Felice Accrocca, Arcivescovo di Benevento. Vincenzo De Luca, presidente Regione Campania. L’appuntamento sarà concluso dal presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino e moderato da Andrea Ferraro, giornalista de Il Mattino.

Nocciole, una delle principali eccellenze irpine

Presidente Mastrocinque, la Cia Campania si fa carico di promuovere una riflessione interregionale sul tema scelto dalla Confederazione nazionale richiamando l’attenzione dei governi regionali di Basilicata, Calabria e Campania. Qual è il “Paese che vogliamo?”

“In questa tre giorni promossa a Benevento si sono confrontati lavoratori e professionisti di varia estrazione su diversi tavoli tematici: dalla fauna selvatica e alla problematica dei cinghiali fino alle infrastrutture, dall’ambiente alla ricerca e alla innovazione tecnologica e digitale. La Cia mette insieme per la prima volta una rosa di attori per impegnarli in un grande progetto per le aree rurali. I cinque tavoli sono composti da 25 persone e alla fine dei lavori proveremo a fare il punto insieme ai governatori e all’eurodeputato Andrea Cozzolino, sulle opportunità derivanti dalla prossima agenda europea”.

La presenza e la partecipazione attiva del Vescovo di Benevento testimonia l’impegno assunto dalla Chiesa già in occasione del Forum delle aree interne di qualche settimana fa.

“Come in occasione del Forum con amministratori, sindacati, associazioni e vescovi, il Roadshow della Cia ha convocato a Benevento tutte le istituzioni, l’associazionismo e le professionalità impegnate nei segmenti collegati all’agricoltura, per concertare un progetto per le aree rurali”.

Dal Roadshow scaturiranno gli indirizzi politici che la Cia indicherà al Governo?

“Il nostro obiettivo, e quello della Confederazione Nazionale, è quello di scrivere un percorso da adottare per le aree interne: vorremmo creare filiere e opportunità per sviluppare un progetto di crescita contro lo spopolamento”.

Benevento- Roadshow 2-4 settembre 2019 Cia – Coltivatori Italiani Campania

Il Mezzogiorno ha risposto positivamente alle misure del Piano di Sviluppo Rurale destinate all’agricoltura. Su cosa bisogna insistere?

“C’è stata sicuramente una bella risposta sul Psr, con adesioni massicce e soprattutto da parte dei giovani; infatti non tutti i progetti candidati saranno finanziati. Nella prossima agenda europea dovremmo occuparci di infrastrutture, che sono elementi fondamentali per creare economie, ancorare le periferie alle città, e potenziare quelle digitali. La novità che presentiamo in questo roadshow è che la Cia si fa portavoce di un percorso condiviso che supera la solitudine e allarga la partecipazione a tutti i protagonisti e ai portatori di interesse sul territorio”.

La politica e le istituzioni che ruolo hanno in questa concertazione?

“La politica purtroppo non è attenta alle dinamiche del territorio. Il prossimo anno ci sarà il rinnovo del consiglio regionale e noi siamo pronti a fornire uno strumento operativo con cui lavorare anche nella prossima legislatura. C’è tanto da fare anche sul turismo, a partire dalla valorizzazione del buon cibo, del clima, del silenzio; per non parlare della possibilità di intercettare quanti necessitano di fuggire dal caos delle metropoli per trovare rifugio nelle nostre aree interne”.

Per esempio?

“Lavoriamo sulle fattorie didattiche e sociali, e intendiamo rafforzare tutti gli aspetti per portare un numero sempre maggiore di persone nelle nostre valli e sulle nostre colline, ma dovremmo anche lavorare sul rafforzamento dei servizi essenziali. Si tratta insomma di un progetto complessivo, ma anche molto complesso, che può essere adottato in tutte le aree rurali delle regioni dell’Italia Meridionale”.

Benevento- Arco di Traiano e location individuata per i tavoli tematici del roadshow

In Irpinia, come a Benevento, si guarda con grande interesse all’espansione delle cantine vitivinicole, che da 25 anni a questa parte confermano un trend positivo di crescita. Il vino rientra nel grande canovaccio progettuale della Cia?

“A Benevento sono intervenuti i presidenti dei due Consorzi di Tutela, sia “Vini d’Irpinia” con Stefano Di Marzio, che il Consorzio Sannio Falanghina con Nicola Matarazzo, che lavorano sulla promozione del vino. La scelta della location del roadshow a Benevento deriva proprio dal riconoscimento di Città Europea del Vino 2019, un attestato importante che merita di essere celebrato e che conferma un grande interesse nei confronti del comparto, e riserva grande attenzione alle cantine. In questi giorni infatti, siamo stati affiancati dall’Ais per le degustazioni e da chef stellati con tendo-strutture attrezzate per la cucina, per proporre il giusto abbinamento fra eccellenze della gastronomia e vinicole”.

L’agroalimentare irpino e campano in generale è il primo settore di crescita, e rappresenta una voce di primo piano nelle esportazioni all’estero. La politica protezionista di Donald Trump infatti, ha imposto dei dazi su alcuni prodotti di importazione campana, come la mozzarella di bufala e le nocciole. La Cia come intende intervenire?

“Gli importatori brasiliani in particolare ci hanno esposto questo problema. La questione è stata sollecitata anche all’attenzione del Governatore De Luca, ma non credo ci siano contromisure da adottare in merito alla politica protezionista di Trump. Riproporrei invece la questione della chiusura alla Russia, e la necessità di aprire invece un mercato interessante, così come confermato da altri accordi. La confederazione aveva incontrato una delegazione del Governo giallo verde per sottoporre la questione e ragionare del comparto agricolo, e siamo fiduciosi sulla nomina di un italiano alla commissione europea all’agricoltura”.

L’Irpinia annovera fra le sue eccellenze le nocciole, un settore minacciato dalle produzioni estere nonostante la qualità del prodotto italiano. Qual è la strategia possibile per difendere i nostri produttori?

“Il comparto della nocciola ha già catturato da tempo il nostro interesse. L’obiettivo della Cia è quello di mettere insieme i produttori per costruire una Organizzazione di Produzione. Le piccole aziende che sono sul mercato hanno necessità di fare squadra sulla qualità e la varietà di produzione, e in un secondo momento, di costruire la valorizzazione del prodotto”.

Un noccioleto

La multinazionale dolciaria Ferrero ha inaugurato un interessante progetto “Ferrero nocciola Italia” per spingere investimenti sulla nocciola in Italia e riequilibrare l’importazione del prodotto primario delle sue produzioni, oggi provenienti dalla Turchia, dall’Australia e altri Paesi. Pur avendo uno stabilimento di produzione a Sant’Angelo dei Lombardi, i vertici non hanno avviato la concertazione al tavolo regionale prima e locale poi. Lei cosa ne pensa?

“Oggi Ferrero come le altre multinazionali, si serve di mediatori per l’acquisto della materia prima, che lucrano su prodotto e produttori, e che non avrebbero nessun interesse ad eliminare la contrattazione con i territori. La Cia sta lavorando alla regia unica della Organizzazione di Produzione, un organismo che permette di investire sulla ricerca considerando il prodotto, e abbattendo l’intermediazione che prevede il lucro, favorendo invece i produttori”.

Che tempi ci sono per la realizzazione della OP?

“Ci stiamo lavorando e a breve avremo il riconoscimento di Organizzazione di Produzione (OP) per la provincia di Avellino, e anche per una piccola parte del beneventano e del salernitano, per sviluppare al meglio il comparto. Una volta ottenuta la OP solleciteremo Ferrero laddove volesse aprire un dialogo teso ad implementare il progetto nazionale. Questo è già accaduto in Piemonte, dove lavoriamo con l’azienda, e che speriamo di poter fare anche al Sud, dove il problema aggregare il prodotto nelle Organizzazioni di Produzione, con delle regole precise e parametri da rispettare. Una volta costruita una base solida per prodotto e produttori, i compratori e i portatori di interesse avranno un solo prodotto e un solo interlocutore”.

La Turchia e l’Australia in particolare stanno lavorando per coprire il fabbisogno di nocciole nel mondo. In Australia in particolare un solo uomo ha piantato un milione di alberi di nocciole della varietà irpina. Non è paradossale?

“La provincia di Avellino ha una storicità importante, e per questo bisogna lavorare in fretta per realizzare il disegno esposto in precedenza. Per essere competitivi bisogna lavorare in maniera seria: facciamo riferimento ai fondi europei, ma è anche necessario concertare le politiche dal basso con i produttori. Le aree interne della Campania devono saper intercettare le opportunità che sono sul tappeto e sviluppare al meglio i settori che oggi si presentano sottostimati. Oltre alla nocciola, l’Irpinia deve considerare la castagna: un altro prodotto su cui sta lavorando bene la Turchia, spiazzando la concorrenza”.


INFORMAZIONI | CIA CAMPANIA


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