Fca Pratola Serra a orario dimezzato fino ad ottobre

Il contratto di solidarietà riguarda tutti i 1.802 dipendenti dello stabilimento alle porte di Avellino. La prossima settimana sindacati e Rsa si confronteranno coi lavoratori in assemblea. Alta tensione dopo la fumata nera per la fusione con Renault

La Fca Pratola Serra

Fca Pratola Serra a orario dimezzato fino ad ottobre. L’intesa è stata siglata oggi, nel giorno dell’addio alla fusione tra Fiat Chrysler Automobiles e Renault arriva anche un oneroso contratto di solidarietà per i 1802 dipendenti in forza allo stabilimento di Avellino. L’ipotesi di accordo per il contratto di solidarietà riguarda lo stabilimento Fca di Pratola Serra nel periodo compreso tra l’8 luglio e il prossimo 27 ottobre di quest’anno. Il contratto di solidarietà impedisce i tagli. L’esubero temporaneo dichiarato è di circa 1000 unità. Di qui la riduzione dell’orario di lavoro, che supera il 50 per cento del budget ordinario. Non si tratta di un accordo semplice, perché esaurisce i 36 mesi di ammortizzatori sociali previsti nei cinque anni stabiliti dalle norme. La misura straordinaria richiederà pertanto un ulteriore passaggio della Fca presso il governo, al quale l’azienda dovrà chiedere una proroga. I lavoratori valuteranno nelle prossime ore i contenuti dell’intesa, prima della assemblea convocata per la prossima settimana con sindacati ed Rsa. L’occasione servirà a chiarirsi tutto fino in fondo.

Lo stabilimento della Fca a Pratola Serra, alle porte di Avellino
Il referente avellinese della Fiom Cgil, Giuseppe Morsa

IL SINDACATO RESTA CAUTO E RESPONSABILE, MA CHIEDE CERTEZZE. Per ora il sindacato mantiene un profilo responsabile, preoccupato di non perdere nessun posto di lavoro nella fabbrica alle prese con una crisi di identità, hanno osservato alcuni rappresentanti cercando di sdrammatizzare. In realtà la metafora appare calzante. Sulla carta tutte le fabbriche del Gruppo italo-statunitense sono confermate nel programma strategico 2019-22 presentato a novembre e confermato alla fine di gennaio. Ma nel merito, il crollo dei prodotti Diesel sui mercati hanno reso improvvisamente più fragili le prospettive degli stabilimenti dove si producono i motori alimentari a gasolio, in attesa che si ridisegni la mission di ogni sede.

Giovanni-Centrella

L’accordo 2019-22 prevede un incremento delle retribuzioni contrattuali del 2% annuo e un rafforzamento del bonus annuale legato agli obiettivi di produttività ed efficienza, ma nello specifico tiene sulla corda quella parte degli 87mila addetti italiani impiegati presso le linee produttive dei motori Diesel. La Fiom Cgil in queste ore rilancia il tema della riconversione di Pratola Serra, un obiettivo che Fca non ha ancora attuato anche in altre sedi in attesa di definire il suo assetto definitivo. Di qui la doccia gelata dell’alba, quando si è confermato l’addio allo sogno della fusione che avrebbe comportato la nascita di un colosso mondiale presente con stabilimenti e linee produttive in quattro continenti. La Società risultante FCA-Renault-Nissan-Mitsubishi sarebbe diventata un leader mondiale nel settore automobilistico del futuro, ormai in rapida evoluzione, con un forte posizionamento nelle nuove tecnologie inclusi i veicoli elettrici e quelli a guida autonoma, ciò che oggi Fca cerca con determinazione. Soprattutto, la fusione avrebbe rilanciato con funzioni nuove la totalità degli stabilimenti italiani, compreso quelli di Pratola Serra, Melfi e Pomigliano d’Arco.La realtà oggi invece propone il dimezzamento dell’orario di lavoro con un’estate di passione per le 1802 famiglie, con la mente già proiettate al prossimo autunno.


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