Mura romane di Abellinum antica scoperte ad Atripalda

ALLA LUCE STRUTTURE DELL'ANTICA CITTÀ FORSE CONNESSE ALL'ANFITEATRO. Immediato intervento della Soprintendenza ABAP di Salerno e Avellino per una maggiore conoscenza delle evidenze archeologiche scoperte

Mura romane di Abellinum antica sono state scoperte ad Atripalda all’interno di un cantiere. L’eccezionale rinvenimento è avvenuto durante i lavori presso un impianto di carburanti in Strada Statale 7 Appia ad Atripalda. Riguarda strutture murarie di epoca romana emerse in quello che costituiva l’immediato suburbio dell’antica città di Abellinum. Ne ha dato notizia la Soprintendenza ABAP di Salerno e Avellino

Mura romane di Abellinum antica scoperte ad Atripalda. Nella foto: particolare murario all’interno della Civita

«Subito dopo l’immediata sospensione delle attività finalizzate alla ristrutturazione dell’impianto di carburanti, seguite dalla archeologa incaricata dal committente per seguire i lavori di movimento terra, a seguito delle relative prescrizioni imposte dalla Soprintendenza, il funzionario archeologo di zona, con immediato sopralluogo, ha deciso di approfondire e ampliare l’area dell’indagine archeologica», fa sapere la Soprintendenza.

I SETTI MURARI RISALENTI ALL’ABELLINUM ANTICA FORSE COLLEGATI ALL’ANFITEATRO ROMANO. VIA ALL’INDAGINE ARCHEOLOGICA. Nel dettaglio, sono stati «rilevati i setti murari, realizzati in opera reticolata nel I secolo a.C. e forse pertinenti all’anfiteatro romano dell’antica città irpina». Si tratta elementi verticali quali pareti in cemento armato, che data la loro massa e la loro elevata inerzia hanno il compito di contrastare le forze sismiche orizzontali o la spinta del vento. Secondo quanto riferisce, la Soprintendenza ha appurato che erano già stati danneggiati dai lavori edilizi effettuati in passato, presumibilmente per la realizzazione dello stesso distributore preesistente, avvenuta nei primi anni Settanta». Pertanto, «il funzionario preposto ha dato chiare indicazioni al fine di avere una maggiore conoscenza di quanto emerso». L’archeologa incaricata «dovrà verificare le estensioni dei setti murari affioranti, per quanto ricadenti nell’area di sedime e di servizio del distributore». La Soprintendenza informa che «a conclusione delle indagini si deciderà una valutazione di quanto portato alla luce e del futuro delle strutture scoperte».


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