Gianfranco Rotondi unisce Berlusconi e Conte per un giorno a Saint Vincent, in occasione del convegno annuale nazionale della fondazione Dc. Lo stesso ex Ministro ha confermato alle agenzie di stampa che «è programmato un intervento conclusivo dei Presidenti Conte e Berlusconi» durante la tre giorni prevista da 9 all’11 ottobre prossimo. «Da quando siamo una fondazione, sono caduti molti steccati e la partecipazione ai nostri eventi è slegata dalle appartenenze», ha spiegato Rotondi.

Gianfranco Rotondi (Foto: Agenpress)

«Quest’anno il convegno è dedicato all’enciclica Laudato si’ e al tema della difesa del creato, quindi ci saranno molte presenze sorprendenti». Il tema dell’ambiente declinato dal Pontefice è comunque patrimonio culturale di molte forze politiche, come il Movimento Cinque Stelle, ma soprattutto appartiene alla sensibilità dei cattolici, a prescindere dalla collocazione nello schieramento. Nel frattempo l’ex Premier arriverà all’appuntamento forte di un tema caro al Cavaliere, il Ponte sullo Stretto di Messina, sia pure ripensato sul modello franco britannico realizzato sotto La Manica con un canale sottomarino, utile anche per aprire la strada dell’alta velocità alle regioni meridionali oltre Salerno, quindi alla Calabria e alla Sicilia. Rotondi unisce Berlusconi e Conte per parlare di valori cristiani in una fase nuova della politica italiana, alla ricerca di una identità e di una visione.

Il Premier Giuseppe Conte al Teatro Carlo Gesualdo per l’apertura delle celebrazioni di Fiorentino Sullo

I PASSAGGI CONCLUSIVI DEL DISCORSO DI GIUSEPPE CONTE AD AVELLINO (IN OCCASIONE DELLA COMMEMORAZIONE DI FIORENTINO SULLO) E IL MONITO NEL SEGNO DI DON STURZO. Al termine del suo intervento durato oltre 43 minuti, Giuseppe Conte ha ripreso e fatto proprio l’appello di don Sturzo, partendo dalla fine della Democrazia Cristiana, pur non citandola. «Dopo decenni di ritiro dalla politica, ai cattolici serve comunque un sussulto di responsabilità e, vedete, senza indulgere in ripiegamenti identitari o abbracciare posizioni temporaliste, è chiesto a essi di animare la vita politica e sociale, collaborando, laicamente, con metodo democratico, alla vita della “città terrena”, per offrire il contributo della propria visione dell’uomo e della società, che tanta parte ha avuto nella costruzione dei nostri ordinamenti democratici e, attenzione, anche della casa comune europea, alla quale, ricordiamo, attesero in spirito di collaborazione tre grandi democratici cristiani: De Gasperi, Adenauer, Schuman».

Alcide de Gasperi parla alla folla dal balcone della sede della Democrazia Cristiana a Roma, il 21 aprile 1948 dopo la storica vittoria elettorale di quell’anno, quello della Costituzione Repubblicana

A questo punto, ha proseguito Conte, «ci si può interrogare se questo sia il tempo di una rinnovata unità politica dei cattolici. Se oggi si avverta la necessità o forse anche solo l’opportunità di una compagine partitica organizzata dai cattolici. Forse, più che di una rinnovata “Democrazia cristiana”, ragionerei, come suggeriva Pietro Scoppola, di una rinnovata “democrazia dei cristiani”.
Una rinnovata presenza dei cattolici nella politica italiana può senz’altro costituire, infatti, una preziosa risorsa etico-politica utile a declinare, tra le altre cose, i termini e i contenuti di un nuovo umanesimo che muova, punti al primato della persona, colta nella concretezza della sua dimensione esistenziale e sociale, per poi fornire risposte alle molteplici sfide a cui la nostra epoca espone l’essere umano: che vanno dal potere della tecnica che tende a sopraffarlo, dalla globalizzazione che tende a emarginarlo, dalla imperante visione economicistica che tende a esiliarlo ai margini del consorzio sociale, da una rivoluzione info-telematica che rischia di anonimizzarlo». Per Conte i cattolici non possono sottrarsi ad una responsabilità. «Oggi più che mai i cattolici sono chiamati a fornire il loro contributo di idee, di cultura politica e istituzionale, di credibilità personale, di passione civile. Oggi più che mai i cattolici sono chiamati, coraggiosamente, a fornire la loro testimonianza misurando lo scarto tra i propri aneliti religiosi e le difficoltà secolari. In definitiva, e concludo, a distanza di quasi cento anni, pur in un contesto politico, sociale ed economico profondamente diverso, rimane attuale, rimane attuale l’appello all’impegno in politica dei cattolici fatto da Sturzo e la sua esortazione ad essere “liberi e forti”. Grazie per l’attenzione».


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