Una accademia di design rurale nella vecchia Carbonara

UNA NUOVA AQUILONIA. Gli architetti Katia Fabricatti ed Enzo tenore presentano il primo progetto di rivitalizzazione del borgo altirpino da destinare a campus di alta formazione

Una accademia di design rurale nella vecchia Carbonara, ad Aquilonia, e poi esteso a tutta l’Alta Irpinia per riabitare i centri storici con la scuola e l’alta formazione universitaria. Il progetto “e.colonia” nato dall’idea degli architetti Katia Fabricatti ed Enzo Tenore per la rigenerazione dei borghi abbandonati e la valorizzazione di quel microcosmo di saperi e saper fare, ritrova oggi al sua spinta propulsiva e innovatrice, alla luce dell’emergenza sanitaria in corso e le possibili implicazioni future con cui dovremmo convivere. Convinti sostenitori del ruolo strategico che certi luoghi rivestono nel contesto territoriale complessivo, gli architetti hanno da tempo iniziato un percorso di attività che segue una direttrice ben precisa: coniugare le potenzialità offerte dalla rivoluzione tecnologica e culturale con il rinnovamento delle abilità locali, con l’apporto di know how creativo e di makers come artigiani dell’era digitale, designer, architetti ed altri, per mettere in moto processi culturali e produttivi. E.colonia scommette dunque sul rafforzamento dell’identità collettiva e aumentare la resilienza del sistema tali da arginare il rischio di abbandono e spopolamento.

rendering di e.colonia- progetto di rivitalizzazione del borgo abbandonato di Carbonara

La “Community capacity building” immaginata dagli architetti nasce e si sviluppa nel borgo abbandonato di Carbonara, l’attuale Aquilonia, ricostruita a seguito del sisma del Vulture del 23 luglio 1930. In assenza di una politica e di obiettivi condivisi di lungo periodo il rischio non è solo la perdita di un “paese”, ma «di un luogo che può avere una grande vita». L’idea forza del progetto è allora quella di creare occasioni per trasformare in makers gli stessi abitanti, riscoprendo, attraverso lo scambio e la formazione, mestieri in via di estinzione, integrando il potenziale delle tecnologie della comunicazione, della produzione 3d, ecc., con le risorse locali esistenti, materiali e immateriali. Il progetto e.colonia si fonda su tre azioni: riabito, imparo e produco. Il primo prevede l’inserimento di una vera e propria “capsula” abitativa ad alta efficienza energetica, calata o costruita, a seconda dei casi, nei ruderi da riabitare. In questo modo, oltre a garantire la riconoscibilità e reversibilità dell’intervento di riuso, ne viene assicurato un migliore comportamento alle azioni statiche e dinamiche. L’idea è quella di “cucire” la capsula di legno alle antiche murature quasi a riattivare l’impianto abitativo/produttivo preesistente rispondendo però a ritmi ed esigenze contemporanei.

Il borgo di Carbonara- Aquilonia

La seconda azione “imparo”, prevede invece l’accoglienza di giovani makers, futuri neo-artigiani, nei moduli riattivati, che assorbono e scambiano la cultura materiale grazie alla permanenza dei saperi e delle abilità locali custodite nei musei e nelle botteghe artigianali.
Tale sapienza, con l’ausilio di docenti/designer, verrà tradotta in sistemi di produzione contemporanei. La formula dell’apprendimento è quella del learning by doing, in cui lo spazio a disposizione dei makers sarà amplificato dai laboratori degli artigiani. Infine, l’azione “produco” con lo sviluppo di un distretto formativo produttivo artigianale, in grado di competere con la scena nazionale ed internazionale del design, in cui la produzione avviene secondo un modello diffuso che punta a coinvolgere piccoli e grandi produttori, ancora disconnessi. Ciascuno, come server dislocati lontano dal centro di elaborazione, contribuirà a comporre la rete produttiva del sistema.

e.colonia- un particolare del progetto di t- studio

E.colonia è strettamente legata alla costruzione di network tra hub, centri propulsori, che scambiano risorse materiali e know how, attivando nuovi mercati e nuovi scenari produttivi, in un collegamento scambio di risorse energetiche e tecnologiche. La costruzione di partnership con istituzioni e organizzazioni legate alla formazione e alla cultura con aziende locali e internazionali rappresenta la strategia per elaborare nuove idee e progetti nell’ottica della condivisione e lo scambio a scala transnazionale. La configurazione socio-culturale che si propone si oppone agli interventi di contemplazione simbolica e allo stesso tempo vuole superare l’approccio che vede nel turismo l’unica strategia di rinascita di tali territori. La proposta vuole infatti dare nuova linfa vitale che possa irradiarsi nei luoghi e, dall’interno, mettere in moto nuovi processi culturali e produttivi.


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