Gli investimenti statali per lo Sviluppo delle Aree Interne salgono a 120 milioni per l’emergenza Covid-19. “I 90 milioni previsti nel triennio 2020-22 dalla legge di Bilancio a sostegno delle attività economiche, commerciali e artigianali nelle aree interne saranno incrementati, con il prossimo decreto Covid-19 di maggio, con un fondo di altri 120 milioni per fronteggiare l’emergenza”. Lo ha annunciato il Ministro per il Sud e la coesione territoriale Giuseppe Provenzano nel corso di un’informativa del governo alla Camera. Il Ministro Provenzano ha ricordato come nel Piano per il Sud varato a febbraio è stato riservato un ruolo centrale al rilancio della Strategia nazionale per le aree interne (SNAI) che già attualmente consente di sperimentare processi nuovi. Il titolare del Dicastero si è pronunciato infatti nelle scorse settimane sul modello avanguardista sperimentato dai piccoli comuni che rientrano nella mappa della Snai con la telemedicina e le innovazioni apportate al sistema scolastico.
Nella attuale emergenza sanitaria dettata dalla pandemia, la strategia adottata nelle aree marginali per densità abitativa ha consentito di validare un metodo già applicato in precedenza, che consente una nuova governance in ampi spazi territoriali scarsamente popolati. Per rafforzare le misure già in campo, però, è necessario investire sul digital divide e consentire al tessuto imprenditoriale equità delle condizioni di partenza. A questo bisogna aggiungere la convergenza con il Dicastero del Ministero dei Beni Culturali, per quanto riguarda la valorizzazione delle aree interne come mete turistiche per il 2020. Dal Mibact sono attese misure straordinarie nell’ambito del Decreto Maggio, per colmare la riduzione degli arrivi annunciati. Lo sviluppo delle Aree Interne passa anche per un ruolo nuovo e dinamico nel turismo estivo.
«COLMARE IL DIVARIO DIGITALE PRIMO PASSO». “Abbiamo visto che l’organizzazione della vita e della produzione in queste realtà è compatibile con lo smart working e il distanziamento sociale. Un metodo che può favorire uno sviluppo diffuso, contenere pendolarismo e migrazioni interne” ha argomentato Provenzano alla Camera, “a patto, però, che si colmi il divario digitale e dei servizi e si sostenga il tessuto produttivo” continua. Un nuovo modello di vivibilità delle aree interne è in fase di sperimentazione. Sull’ipotesi di calamitare turisti provenienti tanto dalla costa quanto da altre regioni nei piccoli borghi dell’entroterra campano, si è già pronunciata Federalberghi Avellino, che ha proposto l’altopiano del Laceno, i borghi e gli alberghi diffusi irpini “Covid-free”.
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