In Alta Irpinia un ‘Centro tecnologico del legno’ per la bioedilizia. “L’industria green avra la sua scuola”

La Iavarone Wood Technology annuncia un progetto al servizio dell'Azienda Forestale, oggi all'esame della cabina di regia della piattaforma guidata da Crea e Fondazione Montagne Italia. "Il primo polo di formazione di filiera del Sud Italia"

Un 'Centro tecnologico del legno' per la bioedilizia in Alta Irpinia. "L'industria green avra la sua scuola"

In Alta Irpinia un ‘Centro tecnologico del legno’ per formare tecnici industriali nei settori della bioedilizia e dell bioenergia, ma non solo. Formerà professionalità per l’utilizzo della tecnologia applicata alla bioedilizia e alla valorizzazione del legno. Il rappresentante dell’Associazione Forestale Italiana Luigi Iavarone e amministratore della omonima azienda “Iavarone Wood Technology” ha candidato questa scuola di formazione nell’ambito del Progetto Pilota, promuovendola nell’ambito della piattaforma progettuale dell’Azienda Forestale dell’Alta Irpinia.

Luigi Iavarone, rappresentante dell’Associazione Forestale Italiana Luigi Iavarone e amministratore della omonima azienda “Iavarone Wood Technology”

LEGNO E BIOEDILIZIA, UNA SFIDA INNOVATIVA PER L’AZIENDA FORESTALE. Convinto sostenitore dell’uso del legno nella bioedilizia, Iavarone propone la nascita di un centro tecnologico dedicato alla lavorazione e certificazione del legno, e di nuovi biomateriali e prodotti. Oltre che alla rigenerazione urbana, Iavarone guarda all’ammodernamento delle tecniche dell’edilizia con l’uso del lamellare di castagno presente in Alta Irpinia.  “Il nostro obiettivo è l’innovazione ma in chiave ambientalista e nel pieno rispetto del Green New Deal”, anticipa l’imprenditore. “Il progetto mira a creare lavoro e occupazione nella e con la green economy, guardando con grande interesse all’adozione dell’economia circolare come modello industriale per il nostro territorio, strumento per realizzare una sostenibilità economica e ambientale in pieno accordo con i princìpi professati dalla Fondazione Symbola”. Nella scheda progettuale, Iavarone sottolinea che a sud di Trento e di Firenze non esiste un “sistema a rete” in grado di integrare tutte le competenze necessarie a partire dagli aspetti della produzione della materia prima (agro- forestali) a quelli tecnologici, inerenti la valorizzazione del legno nei settori industriali della chimica verde, dell’edilizia, dell’arredamento e nel campo oggi strategico delle bio-energie. “Vogliamo dare all’Irpinia un luogo dove far incontrare imprese, organismi di ricerca e università”, spiega, indicando gli obiettivi: “Favorire l’accesso delle imprese alla conoscenza scientifica e tecnologica di interesse industriale, quindi alle risorse disponibili in ambito nazionale ed internazionale; fornire servizi specialistici ad alto valore aggiunto, per sostenere la diffusione dell’innovazione fra le imprese del settore agroforestale; stimolare e recepire la domanda di innovazione delle imprese del settore, per orientare e qualificare progetti di ricerca e innovazione; favorire il potenziamento e la condivisione di attrezzature e laboratori di ricerca, la sperimentazione, prova e certificazione; favorire la formazione e l’inserimento di risorse umane qualificate nelle imprese e la mobilità del capitale umano tra le imprese e il sistema della ricerca”.

In Alta Irpinia un Centro tecnologico del legno’ per la bioedilizia. La “Iavarone Wood Technology” di Luigi Iavarone punta sulla ricerca applicata per una industria del legno finalizzata alla bioedilizia, ma non solo

“FORMARE IL TECNOLOGO DEL LEGNO”. Luigi Iavarone prospetta un Centro di sviluppo inteso come scuola di firmazione e ricerca applicata alla industria green, in grado di dettare l’evoluzione del settore, anticipando le esigenze dei mercati. Di qui l’indicazione di una figura professionale specifica da formare, altamente qualificata: il tecnologo del legno, “ovvero una figura che non si forma più ‘a bottega’ ma nelle università, in quanto la passione per il legno deve poter superare il concetto dell’artigianalità, per raggiungere una specializzazione di alto profilo: dalla scelta della materia prima al taglio, dal controllo produttivo di processo al montaggio e fino, nelle fasi più moderne, alla progettazione e all’utilizzo di autocad”, chiarisce l’imprenditore, che guarda con interesse al rapporto GreenItaly 2017 di Unioncamere, riportato dalla Fondazione presieduta da Ermete Realacci. Nel prospetto fornito alla cabina di regia della start up Azienda Forestale, trasmesso al presidente dell’Uncem e della Fondazione Montagne Italia, Marco Bussone, quindi al Rup del progetto Raoul Romano del Crea, Luigi Iavarone ha proposto la istituzione sia dei percorsi post lauream che percorsi di formazione per diplomati.

In Alta Irpinia un ‘Centro tecnologico del legno’ per la bioedilizia. “L’industria green avra la sua scuola” per laureati e diplomati

IL CENTRO TECNOLOGICO DOVRÀ REPERIRE UNA SEDE. “Nel nostro prospetto progettuale è stata indicata anche l’ipotesi di una sede: guardiamo con grande interesse alle aree Pip o ad uno dei capannoni delle aree industriali altirpine dai due a i tremila metri quadrati. In questo modo avremmo raggiunto molteplici obiettivi, a partire dalla sostenibilità economica e ambientale, con l’utilizzo di una delle risorse endogene del territorio dall’altissimo potenziale inespresso come il lamellare di castagno e il faggio. Per non parlare della valorizzazione del capitale umano e della possibilità di formare tantissimi giovani che troverebbero occupazione, e quindi una concreta via per lo sviluppo e il miglioramento della qualità della vita nelle aree interne del Mezzogiorno” conclude.


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