Nel centro storico di Avellino si sperimenta la Active House: edificio che produce più di quanto consuma

Nel cuore del centro storico di Avellino la prima Active House che produce più di quanto consuma. Verrà realizzato un edificio con quattro appartamenti e un locale sperimentale, costruito per produrre energia in quantità sufficiente per autoalimentarsi, con tecniche edilizie in grado di generare un ambiente termico che su adatta alle stagioni e alle temperature..Il progetto è coordinato dal Politecnico di Milano per l’aspetto termico, acustico e dell’antincendio, e dalla Università Federico II di Napoli per l’aspetto sismico, ed è realizzato dalla azienda Irondom di Chiusano San Domenico. “Si tratta insomma della costruzione del primo edificio nel Mezzogiorno ‘Active house’ che produce più di quanto consuma, spiegano dall’azienda. Progettato dalla tecnologia Bim, questo edificio mira a creare condizioni abitative migliori, dal punto di vista energetico, permette agli edifici di ottenere un bilancio energetico positivo, e ha un impatto positivo sull’ambiente, spiegano dalla Irondom.

Politecnico di Milano e Università Federico II sperimentano ad Avellino con la Irondom di Chiusano San Domenico un modulo abitativo a impatto zero che produce l’energia sufficiente per il fabbisogno, permettendo addirittura un accumulo.
Sara realizzata nel centro storico di Avellino. È la Active House: edificio che produce più di quanto consuma

La scelta adottata dall’azienda di aprire un campo di sperimentazione nel cuore del centro storico di Avellino non è stata casuale, alla vigilia di investimenti nella rigenerazione di questi quartieri, annunciata dalla Amminisrrazione comunale del capoluogo. Di qui la sperimentazione, che ha l’obiettivo di consegnare in sei mesi un edificio di quattro appartamenti e un locale commerciale, che promette una gestione costo zero. Sarà dotato di impianto fotovoltaico e accumulatori di corrente che non utilizzano l’energia della rete, ma solo quella propria. E’ stato acquisito infatti un terreno in un’area in cui insisteva un vuoto a seguito dell’abbattimento di un rudere, per costruire un fabbricato di 4 piani fuori terra e due interrati. Le due università, di Napoli e Milano coordineranno la progettazione e l’esecutività nella progettazione, per poterla infine certificare come metodo da replicare nel comparto edile su scala nazionale. “Si tratta di una svolta per l’edilizia, che da anello debole della catena produttiva ambisce a diventare motrice di un processo di crescita e riqualificazione ambientale” spiega il leader di Irondom Alfonso Mastantuoni. “A questo bisogna aggiungere la possibilità di utilizzare il sisma bonus e l’ecobonus, che servono ad ammortizzare la spesa: il 75 per cento della spesa viene sostenuto dallo Stato sotto forma di credito di imposta” continua. Il cantiere ad Avellino si aprirà a breve, “non appena avremo le autorizzazioni del Genio Civile e del Comune. Il progetto complessivo è alleggerito rispetto ad un tradizionale progetto, e siamo pronti ad annunciare la chiusura del cantiere e il completamento dei lavori in soli 6 mesi. Completato l’edificio venderemo gli appartamenti, ma anche chi acquista lo farà a costo zero per la manutenzione, e l’azienda potrà cedere una parte del credito di imposta: solo così si incrementa l’economia reale e si mettono in campo quelle politiche ambientali di rispetto e salvaguardia”. L’Active House dunque, mira a farsi carico della riqualificazione dei centri storici, per messa in sicurezza sismica, ma anche per andare incontro a quelle buone pratiche sull’efficientamento energetico indicate nell’Accordo sul Clima di Parigi. Non solo. Obiettivo degli imprenditori di Chiusano è quello di rimettere in moto l’economia locale e distribuire reddito fra la popolazione, oltre che il raggiungimento di elevati standard di qualità della vita, anche al Sud.

Interno di una Active House

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