Edifici pubblici “verdi” nell’area vasta di Avellino. Nel piano da 300 milioni entra ENEL X

Ecco il progetto Smart City: Stat, Irondom, Constructa e EnelX stringono un accordo di rete. Intervista al leader di Irondom Alfonso Mastantuoni, che illustra la strategia di efficientamento energetico e sismico degli edifici pubblici tra il capoluogo i 44 comuni dell'Area Vasta

Trasformare, unendola, l’Area Vasta di Avellino in una Smart City. È l’obiettivo di alcune aziende che si uniscono per realizzarlo. Promotore dell’iniziativa la Irondom di Chiusano San Domenico, che di concerto con la Stat srl e lo studio di progettazione Costructa hanno sottoscritto un Accordo di Rete tra imprese guidato da Stat, mentre annunciano l’ingresso di Enel X nella progettazione di riqualificazione degli edifici pubblici dei 45 comuni dell’Area Vasta di Avellino. Enel X è un nuovo marchio della multinazionale Enel, nato con diversi compiti: “Progettare soluzioni innovative e digitali, per clienti, aziende e città e promuovere servizi legati alla mobilità elettrica”, come spiega l’azienda. Nell’ccordo quadro da 300 milioni di euro, il nuovo brand internazionale della trasformazione energetica consentirà la cessione del credito d’imposta, attivato per l’adeguamento delle costruzioni con sisma bonus e termo bonus. La rete d’impresa “made in Irpinia” chiude così il circuito: redatto il piano finanziario della riqualifica dell’immobile, sarà monetizzato con la cessione del credito ad Enel. Questo comporta l’opportunità di accelerare i lavori e ovviare alla consueta mancanza di fondi. Si parte dal Comune di Chiusano San Domenico, che in questa partita è l’Ente Capofila, e si attende la candidatura di altri enti locali per dare impulso a quella che il leader della Irondom definisce “rivoluzione nel comparto dell’edilizia e scintilla per far decollare l’economia locale”. Il dettaglio delle operazioni, nell’intervista rilasciata dall’imprenditore e ideatore delle lavorazioni a secco, Alfonso Mastantuoni a Nuova Irpinia.

Alfonso Mastantuoni, Irondom

Mastantuoni, ha annunciato l’ingresso di Enel X nel Contratto di rete per l’Area vasta di Avellino sugli edifici pubblici. Qual è l’obiettivo?

“Lo staff della rete d’impresa guidata dalla Stat srl, società capofila per l’Area Vasta di Avellino, ha chiuso la convenzione con Enel X per la cessione del credito, frutto delle costruzioni adeguate con sisma bonus e termo bonus. Prendiamo in concessione i beni dal Comune- beni e terreni per la riqualificazione urbana- e applichiamo le misure previste per l’efficientamento sismico e termico, consentendoci di restituire al Comune i beni in una veste nuova”.

Cosa comporta materialmente l’ingresso di Enel X?

“Noi cediamo il nostro credito d’imposta al gruppo, che fornirà energia attraverso il fotovoltaico, accumulatori di energia ed energia residua. Diventando partecipe della rete, la legge gli consente di diventare destinatario del credito di imposta; così il gruppo lo monetizza e consente a noi di realizzare l’opera”.

Colonnini per il rifornimento di energia ai veicoli elettrici
Una immagine promozionale di Enel X, brand digitale dell’energia

Il Comune di Chiusano San Domenico è il primo ente locale ad avviare la sperimentazione.

“Chiusano è l’Ente Capofila dell’Area Vasta in questa progettazione. Qui siamo già in una fase definitiva, con un parco progetti esecutivo da 15 milioni di euro di fabbricati da riqualificare, che comprende una scuola materna, case popolari e altri edifici di proprietà del comune, che una volta messi a regime possono essere venduti oppure dati in concessione. Il tutto a costo zero per la comunità, e le casse comunali non tirano fuori nemmeno un euro. L’ente locale dà i beni in concessione alla rete di impresa, per essere riqualificati attraverso i fondi europei e altre misure, spalmando economia reale sul territorio”.

Questa formula può essere estesa al privato?

“Il contratto di rete porta avanti il “Progetto Pass”, che può essere esteso al privato. I Comuni possono anche aprire manifestazioni di interesse con bando ad evidenza pubblica, così come i privati possono accedere tramite sportelli comunali, per richiedere tutte le informazioni necessarie e le agevolazioni aperte sulle opportunità di riqualificazione degli immobili”.

Qual è l’obiettivo progettuale per l’Area Vasta?

“Quello di creare una Smart City e riqualificare interamente gli edifici pubblici nei 45 Comuni dell’Area Vasta di Avellino. I tempi che riusciamo a garantire sono molto ridotti: riqualifichiamo la scuola di Chiusano da giugno fino a settembre. La brevità dell’intervento ci viene consentita dal nostro metodo di lavorazione a secco: Irondom mira a costruire una casa Ikea, dove la costruzione è industriale e avviene nella nostra struttura. Sul posto il nostro compito è solo quello di assemblare i pannelli. Questo significa avere costi certi, tempi certi e alta efficienza termica ed elevati risparmi economici”.

Qual è il metodo di costruzione?

“Si tratta di un metodo di costruzione altamente innovativo che richiama quello americano: niente fondamenta, si predispone il terreno, si trasporta la struttura, si agganciano i bulloni a terra e la casa è costruita”.

Tutto qua?

“L’evoluzione e il progresso nelle lavorazioni del comparto edile ci consente di guardare in maniera rivoluzionaria alle costruzioni. L’uso della tecnologia ci avvantaggia molto e non possiamo restare indietro. A questo bisogna aggiungere la capacità di monitoraggio e controllo sulla viabilità e sulla stabilità dei ponti”.

Dopo Chiusano, quale sarà il prossimo Comune- cantiere?

“Senza dubbio la città di Avellino, che ha il 70 per cento del patrimonio immobiliare da rifare. Poi ci sono anche Atripalda, Monteforte, Mercogliano e tutti gli altri. Escludiamo ovviamente gli immobili sottoposti a vincolo architettonico e paesaggistico, dove si deve intervenire diversamente. Sugli altri edifici invece, si risparmia tempo se si abbatte e si ricostruisce, in quanto parliamo di strutture nate negli anni ’70, ormai obsolete”.

Attraverso il meccanismo del credito d’imposta, a quanto ammonta l’investimento reale da parte del pubblico?

“Si risparmia il 70 per cento del costo iniziale previsto. Senza contare che si consegna una casa in autoconsumo, senza Co2, a basso consumo energetico, dotato di accumulatori di corrente in cui l’energia si autoproduce, e si ottiene un calo drastico della bolletta da cento a dieci”.

È in programma un accordo con lo Iacp- Istituto Autonomo Case Popolari?

“Sarebbe interessante proporre la riqualificazione dell’edilizia popolare, ma la burocrazia ci frena: è lunga ed estremamente farraginosa”.

Qual è il suo rapporto con il comparto edile?

“È un rapporto di collaborazione. Grazie al credito di imposta, tutte le aziende coinvolte e le professionalità arruolate- dagli idraulici ai carpentieri- con il loro lavoro generano reddito e quindi economia reale”.

Il metodo del contratto di rete adottato, emula in qualche modo la logica del condominio industriale delle grandi realtà produttive?

“Il contratto di rete, introdotto nell’ordinamento italiano nel 2009, permette di realizzare raggruppamenti di imprese per la collaborazione reciproca. L’unione fa la forza. Bisogna trovare però persone aperte e professionalità elastiche ed intelligenti, disposte al lavoro di squadra che abbiano come unico obiettivo quello di portare a casa il risultato. Una volta divenuti concessionari, anche noi privati possiamo assumere piccole imprese”.

La normativa sugli appalti consente di partecipare alle gare?

“Possiamo partecipare ai bandi pubblici e lavorare con un contratto fra le parti, che prevede, fra le altre cose, l’assorbimento di manodopera del posto, e professionisti di qualità. Una volta stipulato l’accordo, diventiamo il braccio operativo del Comune sotto forma di privato. Si formalizza l’impegno a realizzare il manufatto, e si stipula un accordo- come contempla il codice degli appalti- in cui si sottolinea l’assorbimento del 40 per cento dell’economia locale”.

La sua azienda a cosa punta nel Contratto di Rete?

“Il nostro obiettivo è quello di applicare le nostre tecnologie e il nostro metodo di costruzione, mentre l’80 per cento del lavoro deve arrivare dai partenariati, e dall’ingresso di ingegneri, architetti, manovalanza ed altri sul posto”.

Come reclutate le figure professionali necessarie? Avete stipulato convenzioni con gli ordini professionali?

“Nessun ordine è stato ancora coinvolto, mentre siamo attenti al dialogo con gli amministratori, a cui chiediamo indicazioni e suggerimenti sulle professionalità per portare avanti i progetti. Seguiamo le linee guida dei Comuni con la formula della concessione. Così ci stiamo muovendo in tutta Italia, da nord a sud, con l’applicazione della normativa vigente sul sisma bonus, ecobonus e richiesta di fondi europei”.

Il finanziamento delle opere di riqualificazione richiede notevoli risorse…

“Il conto economico è coperto per l’80 per cento, e si chiede alla Regione appena il 20 per cento del contributo, che è una percentuale irrisoria e conveniente per tutti”.

Avellino sarà il comune più impegnativo del progetto di riqualificazione degli edifici pubblici, e senza dubbio il campo di sperimentazione più critico, non solo sull’edilizia scolastica, ma anche sulla viabilità.

“Avellino è anche l’anello più debole della catena economica, mentre i comuni della provincia sono di dimensioni ridotte. La viabilità è un aspetto importante del nostro parco progetti e rientra nel Piano di Insediamento Strategico per la riqualificazione dei borghi. Si considera sempre il quartiere nella sua interezza, con le strade e i sotto-servizi, reti telefoniche ed altro, in quanto rientra nel paniere delle opportunità offerte dall’Europa.

 

 

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