Un’azienda per unire gli allevatori, partita la sfida dall’Alta Irpinia

Ieri a Nusco il direttore dell'Istituto di Portici ha illustrato ad amministratori e imprenditori il cronoprogramma delle attività e i contenuti del progetto dell'Azienda Zootecnica dell'Alta Irpinia, un marchio unico della zootecnica del comprensorio. Tra gli obiettivi anche il caseificio consortile

Un’azienda per unire gli allevatori, partita la sfida dall’Alta Irpinia. Primo incontro ieri a Nusco per il partenariato pubblico- privato dell’Azienda Zootecnica dell’Alta Irpinia- Azai- alla presenza di una parte dei sindaci protagonisti del progetto pilota, del presidente dell’assemblea Ciriaco De Mita, e del direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno Antonio Vito Limone, affiancato dallo staff tecnico che sta seguendo l’istruttoria del progetto. Per la prima volta, la struttura tecnica- capofila del partenariato- che ha candidato la proposta alla misura del Psr della Regione Campania, ha incontrato i sindaci e i partner privati della programmazione negoziata e ha fissato i prossimi obiettivi.

Lo staff tecnico dell’Istituto di Portici che sta coordinando l’attività, ha illustrato ad amministratori e imprenditori le prossime mosse che attendono l’Associazione: dallo studio preliminare- ovvero la produzione della cosiddetta ‘azione A’- e fino alla candidatura di progetto condiviso con tutti gli attori- azione B e costruire un’azienda per unire gli allevatori. La somma predefinita in dotazione della misura del Psr è di 300mila euro, un fondo che in realtà come ha ampiamente sottolineato il direttore Limone, potrà essere ampliata con la formulazione di ulteriori progettazioni a valere sulla prossima agenda. Si parte dunque con lo studio preliminare del comprensorio: la struttura tecnica, che ha già formulato l’accesso alla banca dati regionale delle aziende zootecniche, si interfaccerà con i comuni partner per attivare un filtro di collegamento alle aziende sul territorio. “Il nostro obiettivo sarà quello di fare visita alle aziende, fare scouting, e valutare le esigenze che queste hanno, per poi promuovere un incontro pubblico e provare a fare sintesi di tutti gli elementi raccolti” spiega Alfonso Gallo, dello staff dell’Istituto. “Valutate le criticità emerse dal confronto con le aziende sul territorio, si procederà alla valutazione del progetto da candidare all’Azione B, e rispondere dunque alle esigenze manifestate”.

Latte e derivati

Un’azienda per unire gli allevatori servirà a far crescere il territorio, si è detto. Si cita la possibilità di ammodernamento delle aziende zootecniche, ma anche attività di marketing delle produzioni, percorsi di valorizzazione ed altri. La candidatura del progetto all’Azione B prevede un cofinanziamento da parte dei privati imprenditori che hanno aderito alla maxi Azienda Zootecnica, ma anche l’inclusione ad ampio raggio di ulteriori aziende che vorranno prendere parte ai lavori, tale da ampliare il tessuto produttivo di riferimento. Rispetto alle progettualità da candidare in prospettiva futura, l’Istituto di Portici ha già avanzato tre ipotesi, tutte però da valutare nel corso dei lavori: la costruzione di un caseificio di comunità per una trasformazione dei prodotti lattiero caseari in comune di tipo comprensoriale; il miglioramento delle condizioni aziendali attraverso l’ammodernamento delle attrezzature; e infine, la mitigazione del rischio del danno da fauna per aziende che si trovano in luoghi soggetti all’invasione dei cinghiali con recinzioni elettriche.

Caciocavallo podolico

“Ci avviamo a contattare i comuni per agevolarci nell’incontro sul territorio con le aziende. L’obiettivo dei sopralluoghi è quello di capire le problematiche delle strutture e fare una disamina finale su quello che è stato riscontrato” continua Gallo. “Completata questa procedura così come previsto dal progetto pilota, l’Istituto si avvale della possibilità di aprire le porte anche alle altre aziende che vorranno aderire, e che avranno i requisiti per farlo, come il Durc e una stabilità finanziaria”. Non solo. Durante gli incontri sul posto, i tecnici dell’Istituto Zooprofilattico saranno a servizio delle aziende per creare un modello di supporto pubblico rispetto al privato. “Vogliamo non solo fare uno screening sul territorio, ma anche migliorare le aziende che operano” conclude. I lavori inizieranno già nelle prossime settimane: il progetto dovrà concludersi entro la fine di luglio, per consentire la chiusura della rendicontazione entro il 31 dicembre 2020.

“L’Azienda Zootecnica dell’Alta Irpinia consente un rilancio della zootecnia e della piccola produzione locale, e rappresenta un’occasione unica di riscatto per il territorio” commenta il direttore Limone. “L’importo di 300mila euro previsto dalla misura è puramente indicativo in quanto a fronte delle aziende che ne faranno parte, sarà possibile l’inserimento in una programmazione che amplia il finanziamento stesso. Le piccole aziende rurali e di allevamenti hanno esigenza di innovarsi e di sviluppare l’economia territoriale: Azai è un modello utile a questo scopo, e rappresenta un punto di riferimento che dovrà essere emulato anche in altre realtà, come il beneventano e il cilento, che hanno caratteristiche simili all’Irpinia” conclude.


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