Italia Viva, il logo presentato durante la convention della Leopolda da Matteo Renzi

Chiara Cacace annuncia la nascita ad Avella di un Comitato di azione civile per Italia Viva. Nella città che esprime un consigliere regionale e il presidente della Provincia si gettano le basi per la costruzione del partito di Matteo Renzi in una Irpinia dove il Centro è in subbuglio. “Avella è pronta all’azione civile per l’Irpinia”, spiega Chiara Cacace, che apprezza la scelta ribadita alla Leopolda da Ettore Rosato di un partito orizzontale, senza “signori delle tessere”, fondato sulla partecipazione popolare attraverso le iscrizioni on line. Ma vede all’orizzonte la fase 2 di Italia Viva, la strutturazione territoriale in circoli, che passa per la rete territoriale dei comitati. Chiara Cacace, avvocato, consigliere comunale ad Avella, già candidato sindaco, è stata Firenze con altri esponenti politici irpini, dal deputato Angelo D’Agostino, al consigliere regionale Enzo Alaia, agli amministratori di Montemarano, Summonte, Mercogliano, Aiello del Sabato, Contrada ed altri. Nell’intervista a Nuova Irpinia annuncia l’inaugurazione del Comitato territoriale “Per Italia Viva- Ambiente e Legalità” e spiega la scelta di uscire dal Pd e le motivazioni che la spingono invece ad affrontare una nuova esperienza con Matteo Renzi, per dare vita ad “un partito orizzontale che nasce per rimettere al centro il tema del lavoro e dell’istruzione”.

Chiara Cacace

Avvocato Chiara Cacace, lei come altri amministratori irpini ha ceduto alla Leopolda per prendere parte alla nascita del nuovo partito fondato da Matteo Renzi. Cosa l’ha spinta a lasciare il Partito Democratico?
“Sono sempre stata fuori dal coro in questi sette anni in cui sono stata iscritta al Pd, e anche se conservo ottimi rapporti umani, ho maturato la consapevolezza che certe dinamiche interne non mi appartenevano e non concepivo il modo di stare nel partito. La decisione di andare alla Leopolda è arrivata dopo una lunga riflessione: non rinnego quello che ho fatto, anche perchè ho sacrificato una parte della mia vita per portare avanti la passione per la politica e per mettermi a servizio degli altri”.

Matteo Renzi alla Leopolda 2019 mentre presenta il simbolo di Italia Viva

Con Italia Viva Renzi ha spostato l’asse politico al centro, puntando a riempire un vuoto creato dalla polarizzazione della politica italiana sulle ali. Cosa ha di diverso questo centro dalle altre esperienze nate dopo la fine della Dc?
“Nel 2013 alle primarie fra Renzi e Bersani per le riforme che avviò da Ministro e perchè ritenevo fosse una figura capace di dare un futuro al Pd. Poi c’è stato il ‘fulmine Renzi’, che ha incarnato ‘esigenza di una politica in grado di fare. Dobbiamo ammettere che la politica non più fondata su una ideologia richiede concretezza nella coerenza dei valori. Il Paese si aspetta risposte certe per il presente, non programmazione futura. Quello di Renzi non è stato un tradimento al Partito Democratico: proprio alla Leopolda sono venute fuori le motivazioni che lo hanno spinto a lasciare, nonostante il sostegno alla nascita del Conte bis, e l’argine sempre attento all’avanzata del sovranismo. Il suo è stato un atto di responsabilità nei confronti del Paese, che nel 2022 dovrà eleggere il nuovo Presidente della Repubblica, mentre oggi appare confuso e senza idee. Non precipitarsi alle elezioni più veloci della storia repubblicana non significa negare la democrazia, ma concedere il tempo per fare chiarezza. Bisogna guardare all’evoluzione degli eventi per comprendere le scelte”.

Lei ha varcato per la prima volta la soglia della Leopolda, che nelle precedenti edizioni ha avuto la connotazione Pd. Cosa ha lasciato questa esperienza a Chiara Cacace da cittadina?
“Mi ha sorpreso molto la presenza dei ventenni, intenzionati a frequentare le scuole di formazione politica prima di partecipare attivamente alla vita del partito. Questa due giorni mi ha dato la spinta per aprire una riflessione all’interno del mio gruppo e nel Comitato che abbiamo costituito ad Avella, pensadolo come un presìdio per affrontare i problemi della società e delle famiglie. Sono un avvocato e i miei clienti sono persone che hanno subìto licenziamenti, che hanno bisogno di assistenza alle pratiche sul lavoro, e vedo che le famiglie vivono grazie alle pensioni percepite dagli anziani. L’Italia viaggia a tante velocità, con una grande disparità di reddito, mentre possiamo affermare con assoluta certezza che sull’istruzione e sulla cultura c’è una stasi”.

A Firenze la convention promossa da Matteo Renzi presso la Stazione Leopolda, quest’anno la sede della partenza per il nuovo partito, Italia Viva

Renzi sembra volere un partito orizzontale. Lei si aspetta indicazioni sull’organizzazione provinciale?
“Non si è parlato di organizzazioni, e conosciamo la metodologia dei comitati territoriali che consentono di riannodare i fili con le singole realtà. Ai Comitati pro Renzi si aderisce con l’iscrizione e i requisiti prevedono solo un numero minimo di sottoscrittori e la parità di genere. Non c’è nessun tesseramento”.

Ogni sostenitore potrà iscriversi on line alla piattaforma di Italia Viva. Quindi uno vale uno?
“Ho scelto questa strada con consapevolezza e mi sono interrogata a lungo prima di affrontare questa esperienza: ho già messo in conto che quello che potrò trovare in futuro potrebbe deludermi. E’ facile lasciarsi andare quando governa la legge dei numeri, ma poi al momento di dimostrare si palesa il vuoto e si incontrano i limiti territoriali. Ho lasciato il Partito Democratico, anche se non avevo rinnovato la tessera in quanto non è stato possibile con l’ultima segreteria e non c’è stata la possibilità di celebrare le primarie; un partito a vocazione di centrosinistra moderato, per abbracciare il progetto politico di Renzi, che ha commesso tanti errori e li ha riconosciuti, ma resto convinta che Italia Viva è destinato a crescere”.

Isabella Conti, Sindaco di San Lazzaro di Savena

Lei infatti ha fondato un Comitato territoriale ad Avella, non ancora formalizzato, anche se la registrazione appare imminente.
“Il nostro Comitato si chiama ‘Per Italia Viva -Ambiente e Legalità’ e faremo la registrazione ufficiale nei prossimi giorni. Ci ispireremo alle parole del sindaco di Ercolano Ciro Bonaiuti, che alla Leopolda ha avuto una grande ovazione, ma anche a quelle di Isabella Conti, la giovane sindaca di San Lazzaro di Savena, nei pressi di Bologna, che ha analizzato la posizione di grande solitudine in cui versano gli amministratori. Stare in un partito significa avere le idee chiare, mettere dei temi al centro e lavorare in maniera compatta per raggiungere degli obbiettivi comuni. E’ arrivato il momento di rimettere al centro le priorità, e investire sull’istruzione e sulla formazione, altrimenti non saremo nè liberi nè coraggiosi”.

Oltre a lei, alla Leopolda c’erano altri amministratori irpini che hanno risposto l’appello di Matteo Renzi. La costruzione del partito provinciale sarà la risultante delle adesioni alla piattaforma generale?
“C’erano il sindaco di Montemarano Beniamino Palmieri, il vice sindaco di Aiello del Sabato Sebastiano Gaeta, Aniello Nicolini di Contrada, ma anche Angelo D’Agostino, il sindaco di Mercogliano D’Alessio, Nicola Caputo, il consigliere regionale Enzo Alaia che peraltro è di Avella come me. Si affaccia al nuovo partito anche chi ha una storia confederale alle spalle, in quanto nel Pd non è stato mai compiuto quel processo di unificazione: lo stesso patrimonio economico di Margherita e Ds è rimasto distinto. Renzi sta offrendo una opportunità a tutti e nella fase iniziale l’organizzazione è orizzontale, poi vedremo i livelli provinciali e regionali”.

L’ingresso alla sede della Regione Campania, a Napoli

Chiara Cacace, Lei pensa che Italia Viva potrebbe organizzarsi in vista delle elezioni regionali, e avere un peso specifico all’interno della coalizione?
“Non credo che sia pronto per competizioni elettorali, nè per le Regionali, nè per le Amministrative, per evitare l’improvvisazione. L’obiettivo di Renzi non dovrebbe essere quello di mettere insieme dei numeri e proporre liste di scontenti che provengono da storie politiche differenti. Ritengo che centrale debba essere l’idea politica che funge da aggregante”.

Esponenti del Partito Democratico criticano la virata di Renzi che da rottamatore si è rivelato restauratore. E’ così?
“Nel corso di questi anni in cui si è parlato tanto di politica non si è considerato che chi porta i partiti al patibolo sono le semplificazioni dei media. Il termine ‘rottamatore’ è una invenzione mediatica che nulla ha a che vedere con il dato anagrafico, ma è riferito al modus operandi del partito stesso, e ascrivibile solo ad alcuni soggetti. In ogni caso, si attribuiscono al leader del nuovo partito responsabilità che non ha, ma che invece fanno capo alle dirigenze stesse del Pd”.

Continui. 
“Quando siamo stati chiamati a votare per il rinnovo del Consiglio Provinciale ad Avellino ad esempio, si è verificata una netta contraddizione all’interno del Partito Democratico e i voti di Biancardi e Vignola si commentano da soli. I conti non tornano e si è palesato che gli amministratori del Pd hanno votato per il centrodestra. Anche per le regionali si potrebbe verificare”.

Provincia di Avellino. La sede di Palazzo Caracciolo

Sta dicendo che è necessario superare l’antagonismo ideologico di destra e sinistra?
“Gli ideali esistono sempre, ma alla luce del contesto economico, sociale e culturale in cui viviamo c’è stata una evoluzione del pensiero politico, che impone alle persone- e non agli ideali politici-, di agire e fare presto per mettere al primo posto dell’agenda la questione lavoro, l’istruzione e l’ambiente. Le priorità sono fissate dalle necessità, e il Mezzogiorno deve imparare a guardare diversamente a se stesso, cambiare prospettiva e investire sulle vocazioni endogene”.

Cosa propone?
“Sono una fiera cittadina del Sud, e ritengo che il Meridione sia ripiegato su se stesso da troppo tempo. Per anni abbiamo guardato al Nord come esempio da seguire, rincorrendo il sogno industriale che oggi si è rivelato catastrofico, con migliaia di disoccupati. Investiamo sull’istruzione e sulla qualità della vita: la cultura genera lavoro, sviluppo economico e turismo. A questi temi, il Comitato di Avella ha aggiunto la legalità, perchè riteniamo necessario recuperare il senso civico e il rispetto per lo Stato. L’omologazione ci ha storditi e ha stabilito che siamo tutti uguali ma non è così: abbiamo tutti gli stessi diritti e gli stessi doveri, ma siamo tutti differenti”.

Prevede delle iniziative sul territorio per inaugurare il Comitato oppure attendete istruzioni da Renzi?
“Promuoveremo una iniziativa a breve, per aprire il Comitato al territorio. So che anche il consigliere Enzo Alaia ha aderito a Italia Viva, ma voglio chiarire che non c’è nessuna strategia politica concirdata in vista, e con nessuna finalità. La mia scelta è legata squisitamente alla mia passione politica e dettata dal bisogno di avere nuovi stimoli rispetto al percorso fatto fino a questo momento, e non ho ancora deciso quale sarà la strada che vorrò percorrere. Per il resto, mi aspetto che le partenze orizzontali annunciate da Renzi siano la sostanza del nuovo progetto politico”.


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