«Al Sud non serve chiudere i porti ai migranti, ma soldi per lo sviluppo». Cgil, Cisl e Uil hanno incontrato il Premier ad Avellino. Nella foto: il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte a colloquio con i sindacati ad Avellino

«Al Sud non serve chiudere i porti ai migranti, ma soldi per lo sviluppo, riequilibrando il divario della spesa pubblica oggi a vantaggio del Centronord», hanno spiegato i sindacati a Conte. Questo è il messaggio contenuto del documento che le rappresentanze sindacali irpine della Cgil, della Cisl e della Uil hanno consegnato al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, giunto in mattinata ad Avellino. Il documento è stato reso pubblico dai segretari generali sindacali al termine dell’incontro avuto con il Presidente del Consiglio. È stato «un colloquio cordiale in cui sono stati affrontati i temi drammatici che coinvolgono l’Irpinia, ma anche le prospettive e potenzialità» del territorio, hanno fatto Franco Fiordellisi, Mario Melchionna e Luigi Simeone. «Nel dossier ci sono appunto la crisi della provincia di Avellino e le opzioni» per affrontarla, si legge. «Su  questo dossier Il presidente si è impegnato ad interessare il Governo nelle persone dei Ministri Giuseppe Provenzano e Stefano Patuanelli (rispettivamente titolari dei Dicasteri ‘Sud e Coesione Territoriale’ e “Sviluppo Economico’), per istruire un approfondimento delle tematiche e delle prospettive, vere, per le Aree Interne». Come sindacati, si conclude la nota, «verificheremo puntualmente affinché questo incontro cordiale dia effettivamente risposte alle nostre terre, alle Aree Interne».

La sala del Consiglio dei Ministri a Roma, all’interno di Palazzo Chigi

IL DOCUMENTO DI CGIL, CISL E UIL AL PRESIDENTE GIUSEPPE CONTE. Scarica il file in pdf

I SINDACATI A CONTE: «AL SUD RISIEDE IL 34% DELLA POPOLAZIONE, MA ARRIVA SOLO IL 34% DELLE RISORSE». Le organizzazioni sindacali avellinesi hanno chiesto con forza maggiori risorse per il Mezzogiorno, ma partendo da un riequilibrio delle risorse a livello generale. «Nel Sud risiede il 34% della popolazione ma la spesa a questi destinata ogni annonon raggiunge il 28%, circa 62miliardi € all’anno in meno che da anni sono destinati al centro nord che riceve il 72% della spesa pubblica con il 66% della popolazione», scrivono. «Questo flusso di spesa divaricato Nord-Sud combinato, in questi anni di crisi, con le politiche di austerity, vincoli capestro per tutti gli enti locali, hanno portato, ad una riduzione, scomparsa, di servizi pubblici essenziali come Scuole, Sanità, Trasporti e blocco delle assunzioni, accentuato nelle Aree Interne e piccoli comuni di tutto il paese, per queste ragioni il trend va invertito», si legge nel documento. Il risultato che Cgil, Cisl e Uil segnala è racchiuso in poche righe: «La crisi che ha travolto il Paese e l’intero continente, nel Mezzogiorno, in Campania e nelle Aree Interne sta segnando definitivamente il futuro di intere comunità», mentre «il Paese sino a qualche settimana fa era bloccato sulle insopportabili dispute sull’immigrazione, noi, qui, come le è noto abbiamo il problema opposto, ovvero dell’emigrazione, con i nostri giovani ‘costretti’ a lasciare il Sud per il Centro e il Nord del Paese o addirittura per l’estero. Ma anche gli immigrati non intendonorestare in questa parte d’Italia che prima conoscono e ancor prima vogliono abbandonare».


LEGGI ANCHE:

Conte ad Avellino per Sullo celebra l’industria e la ricerca irpine. Il discorso al Teatro Gesualdo

Aree interne, appello di Fabrizio Barca al futuro governo

 

ARTICOLI CORRELATI