Infiltrazione criminale ad Avellino, forze sociali: proteggere appalti e servizi

L'ANALISI DI FRANCESCO IANDOLO (EX REFERENTE DI LIBERA). Confronto in consiglio comunale allargato alle forze sociali sul contesto sociale ed economico del capoluogo alla luce dei gravi episodi di violenza in città al centro delle indagini di Procura della Repubblica e Dda

Il rischio di infiltrazione criminale ad Avellino per le organizzazioni sindacali rappresenta un campanello d’allarme per appalti e servizi. Al di là degli ultimi episodi (che pure destano preoccupazione per la disinvoltura con cui si è aggredito un assessore, si è attentato alla vita di un imprenditore), dal dibattito nel consiglio comunale avellinese allargato alle forze sociali emerge il timore che il rischio di una penetrazione malavitosa sia andato crescendo negli ultimi vent’anni. È stato il consigliere di Avellino Più Francesco Iandolo a svolgere con una relazione incisiva e dettagliata il ragionamento più commentato dopo la seduta di quattro ore sull’emergenza criminalità. Per quattro anni referente provinciale ad Avellino dell’associazione Libera contro le mafie, espressione dell’area politica che ha sostenuto la candidatura di Luca Cipriano, Iandolo viene dal mondi cattolico impegnato con e tra i giovani (è capo Educatore del gruppo Scout Agesci Avellino 1, ha collaborato in passato alla progettazione e alla realizzazione del Mas Fest con Koinè Art Lab).

Francesco Iandolo, consigliere comunale di Avellino Più, già referente ad Avellino dell’Associazione Libera contro le mafie

In sostanza, per Iandolo Avellino è nel mirino di appetiti pericolosi da quando una ventina di anni fa la citta ha recuperato capacità di investimenti pubblici diretti, con finanziamenti destinati ad appalti di opere grandi e medie, indiretti con il riassetto di servizi pubblici strategici, attraverso le utilities. Con il volgere del nuovo millennio, Avellino ha destato l’attenzione dei poteri criminali per la prima volta dai tempi della ricostruzione in Campania, quando soprattutto intorno all’Irpinia si poteva parlare di emergenza. In questo ragionamento non c’è spazio per l’emergenza, ma per altre considerazioni. Sullo sfondo dell’analisi di Iandolo c’è un solo pericolo vero: la vulnerabilità delle istituzioni, degli apparati pubblici, del sistema degli appalti di opere e servizi. Il punto è la capacità della pubblica amministrazione di tenere la porta chiusa ed eventualmente denunciare tentativi di violazione. Fermo restando la presenza criminale in Campania, nel Mezzogiorno e nel Paese, una realtà complessa, variegata e capillare, il rischio di un dilagare anche della piccola delinquenza, sulla scia di quella maggiore e organizzata, è direttamente connesso al grado di vulnerabilità di chi detiene la responsabilità istituzionale, ma anche delle imprese presenti nei settori interessati ad appalti e concessioni. Di qui il doppio sbocco della seduta consiliare ad Avellino. Il consiglio comunale ha registrato in estrema sintesi: la proposta avanzata dalla Cisl Irpinia Sannio (e condivisa dalle altre sigle) di un protocollo di sicurezza per appalti, appaltatori e appaltanti; la fiducia nella magistratura e nelle forze di polizia, anticorpi repressivi fondamentali per debellare una infezione che tutti gli interventi ritengono in atto.

Gianluca Festa in Consiglio comunale durante la relazione programmatica

“UNITÀ CONTRO L’INFILTRAZIONE CRIMINALE AD AVELLINO”. Nelle sue conclusioni il Sindaco di Avellino ha preso atto delle posizioni, raccogliendo le proposte relative al protocollo d’intesa, ma anche quella avanzata da Iandolo di una adesione del Comune di Avellino alla Associazione Avviso Pubblico. In aula erano presenti e sono intervenuti i rappresentanti delle sigle sindacali (Cgil, Cisl, Uil, Ugl) Franco Fiordellisi, Mario Melchionna, Luigi Simeone e Costantino Vassiliadis; i Presidenti di Confindustria, Costruttori e Camera di Commercio, Giuseppe Bruno, Michele Di Giacomo e Oreste La Stella; il parroco di Capocastello, Don Vitaliano Della Sala in rappresentanza del Vescovo Arturo Aiello; l’ex Sindaco di Avellino Paolo Foti, il coordinatore provinciale della Lega di Avellino, Sabino Morano e l’attuale Primo Cittadino di Montoro, Girolamo Giaquinto; il Presidente dell’Associazione Antiracket, Domenico Capossela. Da tutti solidarietà all’assessore Giusepoe Giacobbe, aggredito una settimsna fa sotto casa sua. Ma non c’erano forze dell’ordine e Prefetto, non c’erano il Governo nè la Regione Campania. Soprattutto non c’era la gente, l’opinione pubblica, che sa molto di quello che accade ma non ne parla. Da tempo il Procuratore di Avellino, Rosario Cantelmo, ha rilevato in pubblici convegni, un atteggiamento omertoso diffuso, espressione di sentimenti diversi, tra la rassegnazione e il timore, ma in qualche caso di indifferenza.


LEGGI ANCHE:

Direzione Distrettuale Antimafia ad Avellino, confronto in Procura sulla città

Beni Confiscati alle mafie, Rosetta D’Amelio: intesa Regioni-“Avviso Pubblico”

Avellino, Luca Cipriano aderisce all’appello di “Avviso pubblico” con Zingaretti contro le mafie

Infiltrazioni criminali ad Avellino, Sibilia: le istituzioni evitino ambienti a rischio

 

 

ARTICOLI CORRELATI