L'ingresso alla sede di Invitalia

Invitalia e Leonardo lasciano o raddoppiano al tavolo della IIA. Come aveva preannunciato il 29 gennaio scorso allo stesso tavolo convocato dal Ministero per lo Sviluppo Economico, Invitalia attende la presentazione del quarto socio impegnato nell’investimento di 9 milioni di euro, per poter rendere operativo il contratto di programma siglato con la Regione Campania. Il trasferimento della liquidità ‘fresca’ nel progetto è attesa tanto per consentire la riconversione dello stabilimento tesa all’ammodernamento per la produzione di pullman ibridi e tradizionali, quanto per la formazione dei lavoratori. Gli operai infatti, dovranno essere edotti sui nuovi macchinari quando saranno ultimati gli interventi di ammodernamento, che secondo le previsioni dovranno convergere al modello del protocollo industriale 4.0.

La sede del Ministero Sviluppo Economico

Alla vigilia del nuovo vertice a Roma, intanto, si registrano sentimenti contrastanti fra i confederali. Contrariamente a quanto sostenuto dalla Fiom Cgil e dalla delegata Silvia Curcio che chiede lo sblocco da parte del Governo delle garanzie alle banche per concedere i finanziamenti utili a ristrutturare lo stabilimento di Flumeri, la Cisl manifesta non pochi dubbi sulla chiusura della trattativa, con un nuovo rinvio a settembre. “Fra le aspettative nei confronti del Ministero e le richieste che intendiamo avanzare c’è un divario enorme” commenta il segretario generale della Cisl Irpinia Sannio Mario Melchionna. “Vorremmo che la questione si chiudesse in poche mosse: annuncio del socio privato che investirà la quota parte necessaria alla ricapitalizzazione totale dell’azienda, e il richiamo di tutti i lavoratori in produzione per far ripartire la produzione e riportare la produzione degli autobus dalla Turchia all’Italia” continua. “Sono già state perse altre commesse, e si rischia di perdere quella con la Regione Campania: non possiamo ulteriormente discutere sulle ipotesi di rilancio senza mai riavviare concretamente il sito. Da informazioni interne apprendiamo che non sussistano certezze sul nuovo socio, e rinviare a settembre- come mi aspetto- significa non avere nessun rispetto per il territorio. O il Governo assume degli impegni concreti per lo stabilimento di Valle Ufita, oppure si chiude e si pensa ad altro” tuona il segretario.

La sede di Leonardo, ex Finmeccanica

L’ingresso del socio appare la condizione necessaria e imprescindibile per avviare il decollo dell’azienda, e consentire all’ingranaggio costruito da Invitalia e Regione Campania di decollare secondo i piani. “Gli autobus si continuano a costruire in Turchia, perchè noi non abbiamo le attrezzature, nè un sito produttivo idoneo; ovvero perchè mancano gli investimenti”.

Luigi Simeone della Uil, Mario Melchionna della Cisl e Franco Fiordellisi della Cgil nella sede di Confindustria

Dopo otto anni di attese e rinvii, di promesse e battaglie, Melchionna sottolinea “un preciso disegno a monte artatamente concepito da Governo, società e Ministero, che prevede la dilatazione della vertenza fino a quando non saranno ridotti al minimo i lavoratori in fase di uscita. Da 1500 operai si è passati alla metà, poi ad altre riduzioni sensibili negli anni, ma sappiamo tutti che con un ventaglio minimo di maestranze non sarà possibile sostenere la nascita del polo degli autobus, ma solo di assumere l’incaico della manutenzione. Mi auguro di sbagliarmi” continua il segretario generale. “Ma siamo portati a pensare che si stia lavorando allo svuotamento del progetto. In questo caso, conclude, “allora chiediamo alla politica di scendere in campo, da Generoso Maraia a tutta la deputazione irpina. Fino ad oggi nessun esponente politico si è fatto carico di una vertenza provinciale, nessuno che si sia pronunciato su un impegno concreto per salvare lo stabilimento. Così l’azienda resta chiusa, i lavoratori sono a casa e i pullman si producono in Turchia”.


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