"IIA al Mise per la svolta". La Fiom chiede al Vicepremier Di Maio lo sblocco degli investimenti sulla fabbrica di Flumeri

“IIA al Mise per la svolta”. Silvia Curcio e la Fiom attendono dalla riunione di domani al Ministero le risposte sulla definitiva ricapitalizzazione dell’azienda, da otto anni in attesa di tornare a produrre pullman a Flumeri: “Di Maio si faccia garante con le banche per ristrutturare il sito di Valle Ufita e montare la linea produttiva”, chiede il sindacato. “E’ finito il tempo delle ipotesi sul futuro della IIA: pretendiamo conferme e un calendario operativo per rimettere in piedi lo stabilimento e onorare gli impegni per commesse”. Così Silvia Curcio Rsu Fiom Cgil di Industria Italiana Autobus, alla vigilia del vertice di Roma convocato dal Ministero per lo Sviluppo Economico per il piano di costruzione del polo degli autobus in Italia. Se i più fiduciosi confidano nell’annuncio dell’imprenditore che dovrà chiudere il cerchio societario e investire un fondo da 9 milioni di euro per consentire il decollo dell’azienda; altri premono per ottenere una data certa per l’avvio dei lavori di ristrutturazione dello stabilimento, e l’individuazione di nuovi ammortizzatori sociali da erogare per i primi sei mesi del 2020. L’incontro di giovedì 18 luglio alle 15 risulta decisivo per il futuro della società, ma soprattutto degli stabilimenti di Flumeri e Bologna, e delle maestranze coinvolte nel progetto che continuano a fare affidamento alla casa integrazione, in scadenza il 31 dicembre prossimo.

Lo stabilimento ex Irisbus oggi della IIA, Industria Italiana Autobus

L’ASSEMBLEA DI INIZIO LUGLIO A FLUMERI TRA LUCI E OMBRE. In vista di questo importante incontro a Roma, le maestranze di Flumeri hanno già promosso un’assemblea con gli esponenti nazionali del sindacato, per fare il punto della vertenza e fissare gli obiettivi a breve e lungo termine. Proprio in quella occasione, l’Onorevole Generoso Maraia in quota Cinque Stelle aveva annunciato l’inizio dei lavori di ristrutturazione dello stabile a far data dal 15 luglio. “Fino ad ora non è partita nessuna ristrutturazione”, spiega Curcio, delegata Fiom Cgil. “Alcuni lavoratori hanno iniziato la rotazione sui corsi di formazione, ma questo si è verificato anche nel 2017, quindi non rappresenta un segnale incoraggiante”. I lavoratori attendono l’insediamento della linea di produzione e i lavori di rifacimento del tetto dello stabile, annunciati da tempo. “Ci aspettiamo di parlare con il Ministro Di Maio e non con i suoi delegati, per ottenere garanzie sullo sblocco dei finanziamenti dalle banche per avviare la ristrutturazione del sito, e un contratto con le imprese deputate al montaggio delle linee, che ci consentirebbero di andare avanti concretamente nel progetto” continua Curcio.

Silvia Curcio a Napoli, interviene alla presentazione del Rapporto Inchiesta su Fca – Magneti Marelli – Cnh Industrial elaborato dalla Fiom Cgil

“IL SOCIO N.4 NON CI SARÀ, MA LA IIA TORNA AL MISE PER LA SVOLTA”. Il nome del socio che dovrebbe investire i 9 milioni di euro mancanti alla ricapitalizzazione, dopo le conferme venute il 29 gennaio da Invitalia, Finmeccanica e la turca Karsan, passa in secondo piano. “Maraia ci ha rassicurato che in questa fase non è prioritario l’ingresso del socio investitore, anche se la vicenda di Alitalia ci fa ben sperare”. Il congelamento dello stabilimento ha di fatto fermato anche i lavori delle commesse, accumulando penali. “Altro nodo da sciogliere sono gli ammortizzatori sociali: in sei mesi dubito che riusciremo a riaprire i battenti e riassorbire tutti i lavoratori, quindi sarà necessario essere previdenti e immaginare un piano di ammortizzatori almeno per i primi sei mesi del 2020”. Le preoccupazioni sul futuro dello stabilimento e sulle sorti dei lavoratori pesano come un macigno. A otto anni dall’apertura della vertenza, sindacati e maestranze attendono una soluzione definitiva e di orizzonte, in grado di traguardare le concrete opportunità di crescita e sviluppo traghettate dal polo italiano degli autobus. “Ci aspettiamo segnali minimi ma concreti: i lavori di ristrutturazione e il montaggio delle linee di produzione andrebbero già bene. Abbiamo bisogno di riaprire la produzione per essere competitivi e per rispondere alle commesse, ma anche per avere la possibilità di partecipare alle altre gare che sta per pubblicare la Regione Campania”. La ristrutturazione dunque, rappresenta il tassello determinante per costruire l’appetibilità del sito, che potrebbe essere ambito da più investitori concorrenti.


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