Il Presidente dell'Ordine degli Avvocati di Avellino, Fabio Benigni

Il collegio dell’Ordine degli Avvocati di Avellino celebra i togati che hanno raggiunto importanti traguardi nella professione forense, e che vantano dai 40 ai 70 anni di carriera, con una solenne cerimonia che si è tenuta presso l’auditorium della Banca Popolare dell’Emilia Romagna di Avellino. In un momento di grandi cambiamenti ed evoluzioni della professione forense, determinata dalla congiuntura economica ma anche per l’atteggiamento del legislatore che ha sminuito il ruolo dell’avvocatura, il collegio dell’Ordine irpino fa quadrato intorno alle figure di riferimento della professione, ergendoli a faro da seguire per le giovani generazioni. Nella transizione fra il passato e il presente il presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Avellino Fabio Benigni spiega nell’intervista a Nuova irpinia l’evoluzione della professione e i passi attesi per il futuro.

Avvocato Benigni, da dove nasce l’idea di celebrare i decani del Consiglio dell’Ordine?

“Si tratta di un’iniziativa già promossa in passato, con la premiazione degli avvocati che avevano raggiunto un certo numero di anni di carriera e di iscrizione all’albo. Quest’anno abbiamo voluto estendere le celebrazioni a più traguardi, ovvero per i 40 e 50 anni di carriera, ma anche per i 60 e 70 come nel caso dell’avvocato Emilio D’Amore”.

I togati che hanno ottenuto il riconoscimento alla carriera rappresentano uno spaccato della professione ancora attuale o l’evoluzione dei tempi ha rivoluzionato in maniera radicale il ruolo dell’avvocato? 

“L’avvocatura è una professione che rispetto a 50 anni fa è cambiata quasi completamente. Oggi l’avvocato deve approcciarsi a strumenti diversi, come il processo telematico, l’informatizzazione dei sistemi e deve interagire con una realtà digitale; con una società insomma che ha nuove prospettive. Senza contare che anche il legislatore ha fatto la sua parte, cercando di introdurre limitazioni sull’accesso alla giustizia da parte dei cittadini, aggravando i costi, e con una restrizione delle competenze”.

Il numero degli avvocati iscritti al tribunale sono in netto aumento, e Avellino conferma la media nazionale. 

“Il numero degli avvocati iscritti è aumentato in maniera esponenziale: dai 400 iscritti cinquan’anni fa, oggi ne abbiamo 2mila e 400, anche alla luce dell’accorpamento dell’ex tribunale di Sant’Angelo dei Lombardi”.

«Il numero di professionisti è aumentato, ma è anche vero che le competenze e i settori di specializzazione sono più complessi e articolati»

C’è una inflazione della professione forense? 

“Se da una parte è vero che il numero degli avvocati è aumentato, è altrettanto vero che le competenze e i settori di specializzazione sono molteplici e variegati. Al contenzioso tradizionale si aggiunge anche quello legato alle nuove tecnologie e alle azioni dei consumatori. Chi si affaccia oggi alla professione forense- con impegno e dedizione- trova senza dubbio spazio nel mondo lavorativo. L’aumento poi è dovuto anche alla modifica del sistema universitario e all’offerta presente in Campania, dove si contano 12 atenei con facoltà di giurisprudenza, e qualcuna promuove anche un’offerta a ribasso, quindi la laurea è più facile. Ciò non toglie che chi è animato dalla voglia di fare, ha la possibilità di crescere”.

Esiste una questione morale fra legge e giustizia formale nell’avvocatura? Oppure prevale il tecnicismo e la fredda applicazione delle disposizioni normative?

“La questione morale è prevalente nel procedimento penale. Nel corso degli anni questo è sempre stato un problema storico che ha impegnato l’intera professione: la disparità fra l’accusa e la difesa. Nonostante l’evoluzione dei tempi e l’ingresso in un evo digitale, la disparità sussiste”.

«Nonostante se ne parli da anni, stiamo ancora aspettando riforme che riequilibrino il rapporto tra accusa e difesa e che velocizzino il processo civile…»

Così come sussiste l’ingerenza dei ruoli e delle carriere?

“Questo è un tema molto sentito nell’ambito della professione. Il problema della separazione delle carriere c’è: l’ambito legislativo e quello giudiziario spesso non coincidono, e accade che i giudici si sostituiscono alla legge. Certo il sistema giurisdizionale in parte è cambiato, ma possiamo confermare che nell’avvocatura restano saldi i principi deontologici e le regole che applica e segue un buon avvocato”.

Un “grado” alternativo di giudizio è il processo mediatico. 

“Il sistema meriterebbe un’analisi e un approfondimento, così come è evidente che il sistema giurisdizionale richiederebbe una riforma, per azzerare una serie di contraddizioni interne, come la lungaggine processuale, che oggi è completamente inadeguata nel processo civile, nonostante i 15 ani di riforme precedenti, che comportano un inutile aggravio dei tempi”.

L’analisi sull’efficacia degli uffici giudiziari, e in particolare delle sedi dei tribunali dismessi, è stata rilevata anche dal Coordinamento Nazionale per i tribunali soppressi nell’istruttoria presentata al Ministro Bonafede per ottenere la riapertura.

“All’epoca della riforma delle circoscrizioni giudiziarie nel 2012, non fu realizzata una indagine sulla reale efficacia operativa delle strutture che sono state soppresse, chiuse e accorpate solo in base a calcoli matematici, ma la politica è stata determinante”.

Il Palazzo di Giustizia di Avellino

«La digitalizzazione dei fascicoli di archivio è ancora in corso ad Avellino, ma è un problema generalizzato in Italia: servono più mezzi e personale»

All’indomani della chiusura del foro di Sant’Angelo dei Lombardi, uno dei nodi maggiormente discussi fu l’abbandono dell’archivio ubicato al piano mansardato della struttura di Via Petrile. Un archivio che anche per mancanza di spazi attendeva la digitalizzazione.

“La digitalizzazione del vecchio archivio non è ancora avvenuta. Ad ogni modo la digitalizzazione dell’archivio non è di competenza del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati: noi ci limitiamo a sottolineare che non c’è più spazio per le carte, e un procedimento di questo genere ci consentirebbe un miglioramento complessivo della qualità dell’esercizio della professione. Credo ad ogni modo, che tutti i tribunali abbiano di questi problemi”.

Il tribunale di Avellino ha completato il passaggio dall’era cartacea a quella digitale?

“Il passaggio alla informazione è in corso, ma non è del tutto stato completato. Se si agevolasse il sistema con un incremento di personale dedicato, potremmo recuperare spazi e tempo, oltre che azzerare le lungaggini processuali. I vecchi fascicoli sono ancora cartacei, mentre sui nuovi è stato avviato il processo”.

Il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Avellino, Fabio Benigni nel suo studio

GLI AVVOCATI PREMIATI PER LA CARRIERA

I togati celebrati per i 40 anni di carriera: Carmelina Aurillo, Renato Balletta, Gabriella Brigliadoro, Mario Colucci, Felice D’Avino, Sergio Festa, Vincenzo Forte, Ferdinando Frasca, Ermelindo Gialanella, Arturo Iaione, Girolamo Insiti, Elvira Matarazzo, Giancarlo Mazzei, Gaetano Nigro, Vincenzo Pacifico, Ernesto Pastena, Anna Porcelli, Aufiero Carlo Rotondi, Luigi Rotondi, Giuseppe Sarno, Ranucci Maria Saviano, Giorgio Silvestri, Ermes Visconti, Raffaele Visone e Fernando Volpe.

Per i 50 anni di carriera: Alberto Amatucci, Giuseppe Argenio, Antonio Barra, Antonio Battista, Generoso Benigni, Italo Benigni, Francesco Paolo Bonito, Giovanni Chieffo, Eugenio Colella, Antonio Corona, Alberto Crisci, Luigi De Dona, Giuseppe Di Salvia, Giuseppe Gargani, Giuseppe Iannaccone, Vittorio Lanzara, Ettore Marotti, Neri Francesco Papa, Massimo Preziosi, Pantaleone Russo, Bruno Salzarulo, Carmine Sasso, Domenico Sgambati, Rinaldo Taddeo.

Per i 60 anni: Giovanni De Lucia, Giuseppe Famiglietti, Ettore Fiore, Nicola Mancino, Anna Nazzaro, Vincenzo Rosa, Giacinto Tecce, Ernesto Valentino.

Per i 70 anni: Emilio D’Amore.


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