Il Palazzo di Giustizia di Avellino

Messa in sicurezza del Tribunale: i penalisti avellinesi preannunciano lo sciopero bianco. E’ quanto emerso dalla conferenza stampa convocata dalla Camera penale, per evidenziare la condizione di incertezza che si vive a Piazza Aldo Moro, in merito alle condizioni strutturali dell’edificio, che da anni andrebbe sottoposto ad interventi specifici.

«Non abbiamo alcuna intenzione – spiega il presidente dell’organismo, Luigi Petrillo – di far chiudere il Tribunale, come qualcuno sostiene. Per noi significa ore di vita quotidiana, ma vanno garantiti i livelli di sicurezza. Come tutti gli altri luoghi di lavoro, è giusto che anche questo riceva le dovute attenzioni da parte delle istituzioni pubbliche».

La struttura andrebbe adeguata alle normative antisismiche e al piano antincendio. Da anni si parla di ristrutturarlo o addirittura di abbatterlo o, ancora, di trasferire gli uffici in altro sito, come proposto più volte dagli stessi avvocati.

La Camera penale prova a chiarire la situazione: «Il Comune di Avellino ha approntato un progetto, che però si era reso necessario integrare. Il risultato definitivo non ci è mai stato sottoposto. A quanto pare, invece, si è tenuto un confronto tra l’ente ed il consiglio dell’ordine, ma a noi non sono arrivate notizie in merito».

Al di là dei lunghi tempi di attuazione delle procedure, a creare complicazioni sarebbero gli incrementi di spesa resisi necessari, a seguito delle variazioni introdotte al progetto.

«Di fronte ad un problema così serio e delicato – ha proseguito il numero uno della Camera penale – ci saremmo aspettati maggiore tempismo e celerità. Le nostre sollecitazioni sono cadute nel vuoto. A quanto pare, non ci sarebbe copertura finanziaria per gli interventi».

Petrillo, insieme ai colleghi che lo accompagnavano, ha annunciato che gli avvocati metteranno in campo iniziative di protesta per avere risposte concrete, in tempi rapidi: «Abbiamo due possibilità: organizzare uno sciopero in bianco o adire le vie legali. Al momento riteniamo di dover optare per la prima soluzione».

Esclusa, invece, la prospettiva di un trasferimento in altra sede: «Non c’è una struttura adeguata che non richieda tempi, lavori e risorse tali da rendere improponibile il trasloco. La caserma Berardi, che avevamo indicato come un sito idoneo, è ancora in uso alle forze armate».

Gli avvocati, quindi, attendono risposte, altrimenti daranno vita ad iniziative di protesta ufficiali.

Intanto, la Camera penale sta organizzando una serie incontri dal titolo: «Giustizia senza diritti: attendere, penare, marcire. Difendersi?». Il primo appuntamento, previsto per il 29 marzo, è un convegno di studi sul tema: «Marcire in galera: la pena come vendetta». E’ prevista la partecipazione di relatori di Nicola Mazzacuva, docente all’Università di Bologna e vicepresidente dell’Unione delle Camere penali d’Italia, Gennaro Santoro, membro del direttivo dell’associazione “Antigone”, Daniele Negri, docente dell’Università di Ferrara, Paolo Pastena, direttore della Casa circondariale di Avellino, Franco Mussida, cantante e musicista della Pfm, che ormai si occupa a tempo pieno del progetto sociale “CO2”, che coinvolge diversi carceri del Paese, e Giuseppe Guida, tesoriere dell’Unione delle Camere penali.

 

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