L’Eic si riunisce ad Avellino, Caposele fuori dalla porta

Un cavillo impedisce al Comune delle sorgenti di partecipare alla riunione convocata alla Provincia. Alta tensione fra i sindaci nelle ore che precedono l'insediamento del distretto Calore Irpino alla presenza della presidente dell'Ente Idrico Campano Luca Mascolo e del vice presidente della Regione Fulvio Bonavitacola. Intanto il Deputato M5S Maraia rilancia il tema dei ristori e batta cassa con l'Acquedotto Pugliese.

Il Comune di Caposele non ha ancora ottenuto la convocazione al tavolo dell’Ente Idrico Campano e l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Lorenzo Melillo attende formale integrazione del ‘seggio’ affidato al Comune depositario di sorgente. Da quando si è concluso il mandato Farina e il comune ha rinnovato la rappresentanza consiliare con le elezioni amministrative di giugno, l’Ente regionale non ha provveduto a riassegnare il seggio. La “mancanza” è stata registrata anche al tavolo del distretto d’ambito Ato Calore 1, dove il sindaco Melillo risulta assente non per sua volontà.

Così, in attesa di una puntuale correzione delle rappresentanze ai tavoli regionale prima e distrettuale poi, il sindaco Melillo ha consegnato al sindaco di Cassano Salvatore Vecchia il compito di sollevare al tavolo di oggi convocato presso la Provincia di Avellino alla presenza del Vice governatore Fulvio Bonavitacola, la necessità di modificare il regolamento dell’Ente Idrico Campano. “I partecipanti del tavolo non sono persone fisiche, ma sindaci pro tempore” si sollecita da Caposele.

Oggi, con il vicepresidente della giunta regionale, Fulvio Bonavitacola, il presidente dell’Eic, l’Ente idrico campano, Luca Mascolo, ed il direttore generale dell’Eic, Vincenzo Belgiorno, i rappresentanti del distretto idrico Calore Irpino e le province di Avellino e Benevento, affronteranno il tema della dispersione delle reti idriche, introducendo il tema dell’Alto Calore. Bonavitacola confermerà l’impegno finanziario di 60 milioni in tre anni, con lo sblocco immediato di venti milioni, somme che dovranno essere gestite dall’Alto Calore. La Regione chiede garanzie per una gestione pubblica dei fondi.

La sede storica dell’Alto Calore spa, un tempo Consorzio Interprovinciale

IL CASO ALTO CALORE. Il Presidente Michelangelo Ciarcia ha annunciato la convocazione entro la fine del mese dell’assemblea dei soci dell’azienda idrica, che dovranno esprimersi sull’aumento di capitale. In caso di via libera, si prospettano almeno tre opzioni per l’affidamento, non escludendo il coinvolgimento di altri operatori.

Vista dal punto di vista dei Sindaci che amministrano i territori delle sorgenti, l’Acquedotto Pugliese rappresenta un interlocutore potenziale per gli utili registrati dalla società di Bari, ma pur sempre un rivale per gli interessi contrapposti sulle fonti di Caposele e Cassano. E in questo momento sono proprio i diritti sulle quote di sfruttamento delle sorgenti il vero problema.

L’interno della parte nuova Galleria di Valico, la cosiddetta “Pavoncelli bis”

Gli amministratori irpini potrebbero non essere disposti a consegnare le sorgenti, nè a rimanere fuori dalla partita regionale sugli accordi di programma interregionali che dovranno disciplinare i trasferimenti. Dal sindaco di Cassano Irpino a quello di Caposele, Conza, Volturara, e  Montella, c’è attesa per ottenere ristori, ma anche una redistribuzione delle quote.

Nel 2019 andrà in funzione la seconda galleria di valico Pavoncelli bis mentre il potabilizzatore di Conza della Campania è in funzione da un anno. Complessivamente l’Irpinia dirotta alla Puglia circa 7mila metri cubi di acqua all’anno.

MARAIA (M5S) RILANCIA IL CONFRONTO CON LA PUGLIA. Su questo aspetto, si è pronunciato l’onorevole pentastellato Generoso Maraia, in Commissione Ambiente e Lavori Pubblici a Roma, alla presenza dell’Ad di Acquedotto Pugliese. Nel corso dell’ audizione in Commissione Ambiente con tutti i gestori pubblici di servizi idrici, Maraia ha messo in evidenza la crisi idrica delle province di Avellino e Benevento, sottolineando “Una cattiva distribuzione della risorsa idrica, che si traduce in un pessimo servizio offerto ai cittadini” come ha spiegato. 

Il deputato pentastellato Generoso Maraia

Maraia ha relazionato infatti a seguito dell’ingegnere De Santis, evidenziando il ruolo di primo piano dell’Irpinia nella capacità di approvvigionamento idrico di Acquedotto Pugliese.  “Oggi l’Irpinia è senza acqua, e riscontriamo danni in agricoltura, attività produttive, e utenze. Sarebbe utile sancire una interdipendenza fra le regioni e concretizzare gli atti” ha argomentato. “Nel 2017 la provincia di Avellino ha assistito a numerosi tavoli presso distretto idrico dell’Appennino Meridionale, e in provincia di Caserta, con il presidente dell’Alto Calore De Stefano, ma gli incontri si sono concretizzati soltanto con l’aumento delle quantità di acqua da dare alla provincia Avellino: l’accordo siglato il 20 giugno 2017 stabilisce una spartizione al 50 per cento della risorsa, che però non ha risolto i nostri problemi nei mesi successivi.

In un secondo incontro a Caserta- incalza Maraia- è stato constatato che il problema dell’Irpinia sono le infrastrutture, e si è provveduto ad un nuovo aumento in favore del distretto Ato Calore di ulteriori 100 litri, ma non avete pensato che si trattava di buttare acqua in una pentola bucata. In questi accordi, inoltre, sono stati aumentati i litri che la Puglia preleva-120 litri in più- che ha impoverito il nostro equilibrio ecosistemico. Prendendo acqua anche da Conza, mille e 500 litri al secondo- sono stati aumentati i trasferimenti, che si aggiungono a quelli già in corso da Caposele e Cassano”.

In ultima analisi Maraia ha evidenziato gli utili e gli investimenti della società di Bari, che non possono trascurare l’Irpinia e la necessità di intervenire sulle reti colabrodo. “E’ arrivato il momento che Aqp faccia la sua parte: lo Stato ha speso soldi per costruire la Pavoncelli bis, portare acqua alla Puglia e impoverire noi. E’ necessario un riequilibrio” ha concluso.

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