Con la piena attuazione del nuovo Piano Ospedaliero, Bisaccia sarà Ospedale di Comunità. Approvato dalla Regione con il decreto n.33 del 17 maggio 2016 (denominato “Piano Regionale di Programmazione della Rete Ospedaliera ai sensi del DM 70/2015”), oggi integrato sulla base delle prescrizioni ministeriali, è stato reso operativo a febbraio.


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di ELISA FORTE


BISACCIA TORNA RIFERIMENTO. Nell’ex presìdio ‘Di Guglielmo’, già convertito in struttura territoriale, troveranno posto anche uno o più moduli di RSA, residenza sanitaria assistenziale, e l’Hospice. L’ospedale di comunità è un presidio di degenza residenziale delle cure primarie gestito da personale infermieristico. L’assistenza medica è assicurata dai medici di medici generale e dai pediatri di libera scelta, “che gestiscono l’intero percorso sanitario del paziente, assumendosene la responsabilità clinica, mentre quella gestionale ricade sul Direttore di Distretto, che fornisce anche le necessarie consulenze specialistiche”.
A Bisaccia sono previsti dieci posti letto di lungodegenza. Il coordinamento dell’ospedale di comunità spetta a un medico di medicina generale individuato dall’Asl. Rappresenta il collegamento tra la gestione clinica e la direzione distrettuale. La struttura entra nelle rete sanitaria della Macro Area irpino-sannita, affiancandosi agli altri presìdi ospedalieri avellinesi, tutti dotati di pronto soccorso e rivisti nelle funzioni.


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GLI ALTRI PRESÌDI DELL’ASL AVELLINO. A Sant’Angelo dei Lombardi il ‘Criscuoli’ è sede del servizio psichiatrico a valenza notturna, confermato come struttura riabilitativa a carattere intensivo, grazie alla presenza della Fondazione Don Gnocchi, che gestisce 15 posti letto di alta specialità neuro-riabilitativa (il cosiddetto codice 75). Ad Ariano il “Sant’Ottone Frangipane” è configurato come hub di I livello nella rete cardiologica e spoke nella rete ictus e conferma in deroga il punto nascite, data la posizione geografica. A Solofra il “Landolfi”, in attesa dell’accorpamento con l’AORN Moscati, è PST (presidio pronto soccorso per trauma), ha Pediatria accanto al confermato punto nascite (anche qui in deroga, favorito dalla disattivazione di Mercato San Severino) ed è spoke nella rete ictus.

IL MOSCATI. Per l’offerta ospedaliera, ad Avellino l’AORN San Giuseppe Moscati è DEA di II livello. Confermato il CTZ, Centro Traumi di Zona, è hub di II livello cardiologica, hub nella rete Ictus, spoke II per la terapia del dolore, spoke II per la rete emergenza psichiatrica, spoke per la rete emergenze gastroenteriche, spoke II nella rete della terapia del dolore, spoke II nella rete di emergenza pediatrica, oltre ad essere sede del servizio psichiatrico Diagnosi e Cura (SPDC). Queste scelte rientrano in una strategia che De Luca ha definito “una rivoluzione della Sanità”: collegare in un continuum ordinato e funzionale ospedale e territorio. Integrando la dotazione di posti letto prevista dal precedente documento Morlacco-Caldoro del 2012, si recuperano i presidi in precedenza destinati a chiusura, “attraverso un nuovo modello di stabilimento accorpato ad un presìdio principale”, ha spiegato, recependo e attuando il DM 70/2015.

POST-ACUZIE. La riorganizzazione dell’assistenza territoriale e una rivisitazione dell’offerta privata dovrebbero bastare a raggiungere un equilibrio tra posti letto per acuti e post acuzie. Per queste ragioni, il Piano Ospedaliero del 2016 è stato affiancato dal “Piano Regionale di Programmazione della Rete dell’Assistenza Territoriale 2016-2018”, approvato il 22 settembre 2016 con il decreto n.99, allo scopo di riorganizzare il modello delle cure primarie. I due strumenti di programmazione pemetteranno sui due versanti di riequilibrare il rapporto ospedale-territorio, mediante tre azioni: “Delineare un rete di servizi territoriali che si integra con quella ospedaliera, realizzando un continuum di snodi assistenziali ad intensità variabile”; promuovendo in accordo con il Patto per la Salute 2014/2016 un modello organizzativo unitario da realizzare nelle sette aziende sanitarie, al fine di garantire equità di accesso e trattamento dei cittadini campani”; realizzare la presa in carico dell’assistito, affidando al Direttore di Distretto il compito di adottare la adeguata modalità di gestione dei processi, realizzando “il governo della rete di assistenza territoriale e le opportunità di continuità e integrazione con il livello ospedaliero”.