Ultimo saluto ad Angelo Frieri, applausi davanti al ‘suo’ ospedale

L'OMAGGIO DELL'IRPINIA PER IL MEDICO ESEMPLARE NELLA SUA SANT'ANGELO DEI LOMBARDI. Autorità ma soprattutto tanti cittadini hanno partecipato alle esequie del dirigente ospedaliero dell'Asl di Avellino. L'omelia dei Vescovi Cascio e Melillo nella Cattedrale

L'ultimo saluto ad Angelo Frieri. L'omaggio della comunità di Sant'Angelo dei Lombardi all'arrivo davanti all'Ospedale Criscuoli di cui il medico era direttore sanitario

La neve di questa mattina è stata come un grande «camice bianco che ha simbolicamente abbracciato tutta la provincia», riunita a Sant’Angelo dei Lombardi per l’ultimo saluto ad Angelo Frieri. Nel suo paese natale, il medico e direttore ospedaliero dell’Asl di Avellino è stato accolto stamane tra gli applausi da una comunità che non ha trattenuto le lacrime. Il feretro è stato scortato da tutte le ambulanze con i lampeggianti accesi, accompagnato da un lungo corteo fino al ‘suo’ ospedale, il ‘Criscuoli’, dove lo attendevano tutti gli operatori sanitari. C’erano i suoi amici e colleghi di sempre. In prima fila il direttore generale dell ASL si Avellino Maria Morgante, insieme a tanti medici con cui Angelo Frieri ha costruito il ‘Criscuoli’ in questi 40 anni di lavoro continuo e instancabile.

L’ultimo saluto ad Angelo Frieri. L’omaggio della comunità di Sant’Angelo dei Lombardi all’arrivo davanti all’Ospedale Criscuoli di cui il medico era direttore sanitario

Sotto una neve incessante, tutti hanno voluto omaggiare il direttore sanitario con un ultimo saluto. Un lungo applauso lo ha accolto e un lungo applauso lo ha salutato, nella commozione generale, con la tristezza per la perdita di un medico esemplare, prima che un dirigente della sanità territoriale. La stima e l’affetto testimoniato sono la cifra del valore di un uomo scomparso prematuramente, lasciandosi dietro un grande vuoto. Persona da tutti riconosciuta generosa, leale e altruista, Angelo Frieri non si è distinto soltanto per le sue capacità professionali come dirigente. È stato soprattutto un medico: assisteva e curava con grande umanità ed empatia, distinguendosi per la straordinaria sensibilità umana e una pacatezza, che non inficiava l’efficacia e la decisione del suo approccio professionale.

L’ultimo saluto ad Angelo Frieri. L’omaggio della comunità di Sant’Angelo dei Lombardi all’arrivo davanti all’Ospedale Criscuoli di cui il medico era direttore sanitario

In chiesa tante le autorità presenti, riunite nel rispetto delle norme anti covid-19. C’erano, tra gli altri, il sindaco di Sant’Angelo dei Lombardi, Marco Marandino, in fascia tricolore, il capitano dei Carabinieri, il Commissario di Pubblica Sicurezza, i sindaci di Cairano, Teora, Andretta.

L’ultimo saluto ad Angelo Frieri. Il rito funebre nella Cattedrale di Sant’Angelo dei Lombardi

L’OMELIA DI MONSIGNOR CASCIO, NELLA CONCELEBRAZIONE CON IL VESCOVO MELILLO. L’ARCIVESCOVO DELL’ALTA IRPINIA: «ANGELO È STATO IL BUON SAMARITANO». IL VESCOVO DI ARIANO LACEDONIA: «TESTIMONE DI AMORE E DEDIZIONE». Nell’omelia l’Arcivescovo Pasquale Cascio – che ha concelebrato il rito funebre con il Vescovo di Ariano Lacedonia Sergio Melillo – ha descritto Angelo Frieri come il medico della gente, dei fragili, dei bisognosi, ma allo stesso tempo consacrato alla sua famiglia. «Angelo appartiene a tutti, ma è soprattutto vostro», ha detto monsignor Cascio, rivolgendosi alla sua famiglia. «È stato e resterà il tesoro della vostra casa. Il suo tesoro si è manifestato nella amore che sa prendersi cura nel silenzio tenace. Tante volte il silenzio è il cibo della tenacia. Questo aspetto dell’amore lui lo ha trasformato nella sua missione di medico. Con la pandemia tutti abbiamo bisogno di cure e di silenzio tenace, personalità forti. La vocazione di Angelo alla famiglia si è aperta nel curare e prestare attenzione a tutti gli ammalati», ha proseguito l’Arcivescovo di Sant’Angelo dei Lombardi – Conza – Nusco – Bisaccia. «Ha dato tutto per questo territorio», ha sottolineato, con riferimento ai nuovi impegni assunti durante le fasi più tragiche di una pandemia, che ha fronteggiato con il suo lavoro fino all’ultimo respiro della sua vita. Angelo «non metteva mai in mostra la sua fede, ma sapevo della sua ricerca». Della fede professava e testimoniava i principi con l’etica e le opere. «Leggere la situazione, esprimere la parola e diventare credibile e portare per mano il nuovo percorso. Sul posto, in trincea. Questo è il profeta. La nostra Galilea è l’Irpinia e Frieri ha operato in modo che fosse terra di confine, che segna il dialogo fra le persone. Uno spazio aperto alle genti, alle possibilità, ad essere portatrice di un messaggio di salvezza anche per gli altri. Appartenenza a questa terra significa sentirsi chiamati a renderla Galilea delle genti». Per Monsignor Cascio, l’uomo, il medico e il dirigente Angelo Fieri «è stato esempio di chi difende, custodisce e promuove i nostri presidi ospedalieri. Anche contro ogni speranza e falsa aspettativa. Angelo è stato un buon samaritano, ha soccorso qualunque malcapitato. Angelo ha lasciato qualcosa di più importante del denaro dietro di sé, ha tramandato quella parte di sé che ancora poteva essere utile agli altri. Non siamo solo corpo, ma anche energie da profondere per vivere fino in fondo le energie che Dio ci ha dato». Angelo Frieri riposerà nella sua Sant’Angelo dei Lombardi. Ma il suo esempio e il calore del suo amore per la vita e per il prossimo segnano la terra per la quale è vissuto, ha combattuto, si è speso.

L’ultimo saluto ad Angelo Frieri. Il rito funebre nella Cattedrale di Sant’Angelo dei Lombardi

Monsignor Sergio Melillo ha visto all’opera Angelo Frieri durante l’anno più difficile per la comunità di Ariano Irpino e della Diocesi con Lacedonia. «Ha condiviso ad Ariano e nell’Ufita una esperienza di dolore forte e significativa». Rivolgendosi direttamente ad Angelo Fieri, nella sua orazione ha esaltato l’empatia, la generosità e la competenza dimostrate nella direzione dell’Ospedale Sant’Ottone Frangipane. «La tua attenzione e vicinanza alla nostra gente, con un impegno costante e continuo, è stata esemplare. La tua fede era vera». Melillo ha ricordato anche la vocazione umanitaria di Frieri, sgorgata pura tra le macerie del terremoto di 40 anni fa. «I tuoi passi sono un testimone fra noi di amore e di dedizione, vera e autentica. La fede sobria ma autentica. Il Signore ti accolga nel suo abbraccio misericordioso. Testimonianza che dobbiamo assumere verso il presente e verso il futuro».

L’ultimo saluto ad Angelo Frieri. L’omaggio della comunità di Sant’Angelo dei Lombardi all’arrivo davanti all’Ospedale Criscuoli di cui il medico era direttore sanitario

IL RICORDO DEL DIRETTORE GENERALE DELL’ASL, MARIA MORGANTE: «LO SPINGEVA UN CORAGGIO INESAURIBILE, ERA UNA GUIDA PER TUTTI». Sentimenti di profondo cordoglio e consapevolezza della perdita umana e professionale sono stati espressi dal Direttore Generale dell’Asl, Maria Morgante. «Nella tua Sant’Angelo dei Lombardi, tra battaglie vinte e perse, tra dolori e gioie per una vita dedicata agli altri, ti salutiamo affranti. Questo è il giorno dello smarrimento e della commozione, di fronte alla realtà: perdiamo una guida coraggiosa». Maria Morgante ne ha sottolineato soprattutto il coraggio, quello che lo spingeva senza esitare a recarsi nelle case dei pazienti positivi al Covid per portare aiuto, soccorso, perfino conforto. «Sapeva agire, infondendo serenità». Il Direttore Generale dell’Asl ha ringraziato Angelo Frieri, «per quanto ha donato in questi 40 anni: Angelo lascia a tutti noi un esempio di generosità, un dono prezioso di cui sapremo fare tutti tesoro».

Angelo Frieri

IL SINDACO DI SANT’ANGELO DEI LOMBARDI, MARCO MARANDINO: «PERDO UN UOMO CHE PER ME È STATO UN PADRE, UN FRATELLO». Marco Marandino, Sindaco di Sant’Angelo dei Lombardi, non ha nascosto il profondo legame di amicizia con Angelo Frieri, indicandolo come un riferimento. «Per me Angelo è stato un fratello e un padre. Con una pacca sulla spalla sapeva mostrare una prospettiva favorevole sempre. Pensiamo al suo esempio, che deve essere nutrito e alimentato ogni giorno», ha affermato. «Ha sostenuto e difeso la sanità pubblica, portando assistenza e cura alle persone svantaggiate e fragili. Nel suo operato riconosciamo il servizio per le persone, l’impegno quarantennale per far rinascere la sanità in Alta Irpinia». Per questo il suo nome sarà associato a quello del presidio ospedaliero che ha contribuito a ricostruire in questo lungo periodo successivo al terremoto del 1980. «Il suo esempio ci deve impegnare quotidianamente. Di Angelo ricordiamo il servizio esclusivo alla comunità, fieri e orgogliosi come cittadini di avere avuto una presenza così alta, nobile ed esemplare». Il Sindaco ha ricordato la volontà di Angelo, donare i suoi organi dopo la morte: «È stato l’ultimo estremo atto di generosità, per la rinascita di altre persone. I suoi occhi emanavano vita: si concedeva poche parole, ma il suo passaggio lasciava dietro di sé molti fatti». Anche Marandino ha voluto ricordare l’impegno straordinario durante la pandemia. «In questi mesi ha gestito l’emergenza e la tensione di questa emergenza, con grande responsabilità. Ha combattuto in prima linea  per assistere, curare, ma poi ha proseguito con la fase della vaccinazione. Rimarrà nella nostra memoria e noi lo dobbiamo onorare quotidianamente».


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