Il Consorzio Vini d’Irpinia si spacca: Feudi contro Mastroberardino

Documento della Lista Irpinia Rinnovo guidata dal presidente uscente Stefano Di Marzo: fallito ogni tentativo di mediazione sull'unità, sono a rischio i presupposti dello stare insieme

Nel Consorzio Vini d’Irpinia si annuncia una spaccatura, dopo un confronto per certi versi drammatico e senza precedenti. A sancirlo il naufragio dell’ultimo tentativo di comporre le parti in una lista unica. Lo fanno sapere il Presidente uscente, Stefano Di Marzo, e i sostenitori della “Lista Irpinia Rinnovo CDA CONSORZIO DI TUTELA”: Gaetano Ciccarella, Gerardo Contrada, Raffaele Coppola, Pasquale De Nunzio, Roberto Di Meo, Giulia La Marca, Daniela Mastroberardino, Piero Mastroberardino, Luigi Moio, Raffaele Noviello, Gerardo Perillo, Francesco Saverio Pizza, Marco Todisco, Marianna Venuti. Attraverso una nota, la Lista spiega le ragioni della divisione ritenuta ormai non recuperabile. «Approssimandosi il momento del rinnovo delle cariche sociali, è andato emergendo un gruppo critico che si è concentrato sulla ricerca di divisioni pensando bene che una politica di scontro piuttosto che di confronto possa portare a più rosee prospettive per la filiera vitivinicola irpina», si legge nel comunicato, con cui se ne indicano i riferimenti. «Questo gruppo ha quale più cospicuo sostenitore la società Feudi di San Gregorio, e come candidato presidente l’amministratore della società Enovit», si legge, «entrambi esprimenti consiglieri di amministrazione di lungo corso del consorzio di tutela nonché consiglieri uscenti in questa tornata di rinnovo delle cariche». Per la Lista comprendente Stefano Di Marzo e Piero Mastroberardino ritengono esauriti i margini per l’unità del Consorzio: «…quando un consorzio di tutela, con tutte le complessità esposte, si spacca in due, finendo per cadere nel baratro della conta della serva, vengono meno i presupposti essenziali dello stare insieme». Di seguito la nota diffusa dal presidente uscente del Consorzio Vini d’Irpinia.


A proposito del Consorzio di Tutela dei Vini d’Irpinia

Il documento della Lista Irpinia Rinnovo CDA CONSORZIO DI TUTELA | Stefano Di Marzo, Gaetano Ciccarella, Gerardo Contrada, Raffaele Coppola, Pasquale De Nunzio, Roberto Di Meo, Giulia La Marca, Daniela Mastroberardino, Piero Mastroberardino, Luigi Moio, Raffaele Noviello, Gerardo Perillo, Francesco Saverio Pizza, Marco Todisco, Marianna Venuti

Stefano Di Marzo, responsabile della Azienda vinicola Torricino di Tufo e Presidente del Consorzio di Tutela dei Vini Irpini

Un consorzio di tutela ha come interesse precipuo il buon funzionamento della filiera vitivinicola di un territorio (eterogenea per composizione professionale e culturale, dimensioni aziendali, scelte strategiche, prodotti, mercati serviti) e per questa ragione ha il dovere di operare facendo sintesi della complessità delle sue anime e creando condizioni di armonia e sinergia. In questa ottica, facendo tesoro di quanto già realizzato, in questa tornata di rinnovo delle cariche direttive i sottoscrittori della presente lettera hanno indirizzato ogni sforzo alla ricerca di una convergenza su una formazione unitaria e plurale. È innegabile che nel recente passato siano stati ottenuti importanti risultati:

• una consistente crescita della base associativa (giunta a circa 530 aziende associate nella provincia di Avellino);
• il conseguimento del riconoscimento ministeriale con l’incarico “erga omnes” per lo svolgimento delle attività di tutela, valorizzazione, promozione e vigilanza sulla filiera;
• l’organizzazione, pianificazione e attuazione delle attività di vigilanza che la legge attribuisce al consorzio nell’ambito della filiera dei controlli sulle denominazioni di origine protette;
• le attività di promozione sul territorio (edizioni annuali dell’evento Ciak Irpinia, con la presenza in loco di numerosi esponenti della stampa internazionale, il nuovo evento regionale Campania Wine in collaborazione con gli altri consorzi di tutela campani);
• le attività di promozione extraterritoriali (partecipazioni annuali a Vinitaly di Verona, ProWein di Düsseldorf, Merano Wine Festival, e una serie di altri eventi minori…);
• diversi interventi di modifica dei disciplinari di produzione che hanno interessato tutte le denominazioni tutelate (Fiano di Avellino DOCG, Greco di Tufo DOCG, Taurasi DOCG, Irpinia DOC), effettuati raccogliendo le istanze provenienti dall’intera base produttiva e tramutandole in regole di condotta funzionali alla crescita di valore della filiera, in modo da ampliare le prospettive di lavoro per tutti gli operatori (tra le svariate modifiche, in particolare sono state introdotte le menzioni “riserva” per i vini Greco di Tufo DOCG e Fiano di Avellino DOCG, nuove tipologie nel disciplinare Irpinia DOC, innovazioni nelle tipologie spumanti, ecc.);
• programmi di investimento con i bandi del PSR Regione Campania, focalizzati su attività di marketing e promozione della filiera, già avviati e in corso di attuazione;
• attività di formazione e informazione ai soci (corsi di gestione del vigneto e della cantina, corsi di legislazione vitivinicola …).

Tutte queste attività sono state realizzate con la più ampia condivisione da parte di tutti i componenti del Consiglio di Amministrazione. Tuttavia, approssimandosi il momento del rinnovo delle cariche sociali, è andato emergendo un gruppo critico che si è concentrato sulla ricerca di divisioni pensando bene che una politica di scontro piuttosto che di confronto possa portare a più rosee prospettive per la filiera vitivinicola irpina. Questo gruppo ha quale più cospicuo sostenitore la società Feudi di San Gregorio, e come candidato presidente l’amministratore della società Enovit, che vende impianti e macchine enologici, entrambi esprimenti consiglieri di amministrazione di lungo corso del consorzio di tutela nonché consiglieri uscenti in questa tornata di rinnovo delle cariche. In questo contesto gli scriventi hanno a più riprese proposto di riflettere su una questione di fondo: quando un consorzio di tutela, con tutte le complessità esposte, si spacca in due, finendo per cadere nel baratro della conta della serva, vengono meno i presupposti essenziali dello stare insieme. Su questi presupposti sono stati condotti numerosi tentativi finalizzati alla realizzazione di una sintesi vincente, non per l’uno o l’altro gruppo, ma esclusivamente per l’intero comparto vitivinicolo della nostra provincia. È degli ultimi giorni la proposta di una lista unitaria composta da un egual numero di membri, affidando, come da statuto, al Consiglio di Amministrazione la designazione del Presidente. Parallelamente si è lasciato ampio margine ad ogni altra analoga soluzione che prevedesse la possibilità di costituzione di un consiglio di amministrazione variegato ma bilanciato.

LA DECISIONE. Ad oggi ogni tentativo è, purtroppo, caduto nel vuoto. Ciò che lascia perplessi è che chi dovrebbe si rifiuta di considerare che alla base della proposta di una soluzione unitaria era ed è la consapevolezza che, proseguendo su questa china, l’eventuale vincitore può essere incerto ma è certo il vero sconfitto: il consorzio di tutela dei vini d’Irpinia, che subirà un drastico ridimensionamento del suo peso politico, con una filiera lacera che faticherà a riaprire un dialogo tra posizioni radicalizzate. Delle conseguenze di certi comportamenti, evidentemente, ciascuno si assumerà le proprie responsabilità.


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