Nei sotterranei dell’Abbazia del Goleto una villa romana. Via alle ricerche

L'Arcidiocesi di Sant'Angelo dei Lombardi- Conza- Nusco e Bisaccia attende la conferma del finanziamento e l'appalto dei lavori da 3milioni di euro, che prevedono una impegnativa campagna di scavo

Una suggestiva veduta della Abbazia del Goleto

Nei sotterranei dell’Abbazia del Goleto una villa romana. I resti di una villa romana si trovano presumibilmente sotto la Torre Febronia e si estendono ben oltre il presbitero del Vaccaro. Gli indizi arrivano proprio dal capolavoro di arte romanica costruito con numerosi blocchi lapidei provenienti da un mausoleo romano dedicato a Marco Paccio Marcello, che prese il nome dalla Badessa che nel 1152 ne dispose la costruzione per la difesa del monastero. La campagna di scavo archeologico, unitamente agli interventi di riqualificazione e ammodernamento dell’Abbazia Goletana di Sant’Angelo dei Lombardi rientra negli obiettivi della costruenda “Rete museale dei beni culturali e naturali dell’Alta Irpinia” nell’ambito del progetto pilota della Strategia Nazionale delle Aree Interne.

Nei sotterranei dell’Abbazia del Goleto una villa romana. Via alle ricerche

La campagna di scavo impegna infatti una larga fetta dell’intera progettazione redatta dall’Arcidiocesi di Sant’Angelo dei Lombardi a valere sul progetto regionale Pon Fesr approvato con delibera di giunta regionale n.21 del 22 gennaio scorso, e che individua nell’Arcidiocesi di Sant’Angelo dei Lombardi- Conza- Nusco e Bisaccia il soggetto beneficiario ed attuatore degli interventi principali. Parliamo infatti del “Museo e Archivio Storico Diocesano” di Nusco, per un importo di 3 milioni e 300 mila euro, e dell “Completamento, restauro e adeguamento funzionale dell’Abbazia del Goleto” di Sant’Angelo dei Lombardi per un importo di 3 milioni di euro. Qui è previsto uno scavo archeologico intorno al complesso monastico, che si estende dai sotterranei della Torre Febronia fino a diversi metri fuori le mura. Una tesi suffragata dai ritrovamenti di un precedente scavo del 2003, quando con i lavori di interramento della centrale impiantistica, sono emersi resti importanti, che hanno poi costituito le fondamenta su cui candidare il progetto attuale. E’ stato rinvenuto infatti un muro di due metri, ovvero una traccia evidente della presenza di una costruzione antecedente di grande importanza. Tutta la cinta muraria preesistente è collegata alle mura attuali, nel senso che l’attuale Abbazia è stata senza dubbio costruita su resti preesistenti.

A Sant’Angelo dei Lombardi sorge la splendida Abbazia del Goleto

Gli studi a cui fanno riferimento studiosi e archeologici impegnati sul sito, conducono a Marco Paccio Marcello e alla sua residenza, che coincide con una originaria abbazia. Il periodo in considerazione è il I secolo d.C. e la presenza della Torre Febronia simboleggia infatti il mausoleo, che all’epoca veniva fatto costruire proprio davanti alle mura che guardava la strada, e rappresentava il potere e l’onorabilità della famiglia. La villa che dovrebbe emergere dallo scavo si trova dunque- in base a questa teoria- alle spalle della famigerata Torre. La campagna di scavo che dovrà partire nei prossimi mesi infatti, dovrà accertare la presenza di resti e immergersi nella ricerca di ciò che per millenni è stato sepolto e che potrebbe tornare alla luce per aggiungere nuovi tasselli di storia al grande mosaico dell’Abbazia Goletana.

Ingresso al viale dell’Abbazia del Goleto- Sant Angelo dei Lombardi

Ad oggi, l’ufficio tecnico dell’arcidiocesi di Sant’Angelo dei Lombardi che sovrintende i lavori ha già ottenuto tutti i pareri tecnici, ma manca la conferma del finanziamento di 3milioni di euro, con la successiva gara d’appalto. Altro sito oggetto di studio all’interno dello stesso perimetro abbaziale, è la cisterna rinvenuta nella parte opposta, ma chiaramente visibile ai frequentatori. Gli studi finora compiuti, inducono a ipotizzare che la cisterna veniva riempita dall’acqua attraverso un canale che si trovava a monte e, che in caso abbondanti piogge diventava una peschiera in cui si praticava l’allevamento. Accanto alla cisterna il rinvenimento di un arco acuto predisposto a pavimento, lascia ipotizzare invece la presenza di una fornace, ovvero di un luogo in cui si cuocevano le argille. per ora si tratta soltanto di ipotesi. Tutto resta al vaglio degli studiosi, che potranno pronunciarsi solo a compimento di una campagna di scavo. Gli indizi emersi già nel 2003 e gli studi degli storici intanto, coltivano l’ipotesi della villa romana, che se accreditata e confermata, darebbe origine alla scoperta del primo parco archeologico della civiltà del monachesimo in Alta Irpinia. Una prospettiva caldeggiata da più fronti e che potrebbe aprire una concreta opportunità turistica per la valle, composta dal complesso monastico, l’area museale e l’area archeologica.


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