Un Distretto biomedicale ad Avellino: Cennamo (Pd): sul modello di Mirandola

Illustrata presso il Coordinamento provinciale del Partito Democratico un'idea progetto avanzata dal commissario provinciale ed elaborata dal medico Cristofaro De Stefano

Il commissario provinciale del Partito Democratico di Avellino ha illustrato la proposta di un Distretto Biomedicale ad Avellino. L’idea nasce dal modello affermato realizzato nel modenese, dove è sorto un condominio industriale che produce strumenti e apparecchiature mediche a beneficio della filiera sanitaria ospedaliera emiliana e non solo. Questa mattina la proposta è stata illustrata sul piano generale da Aldo Cennamo e nel merito dal medico Cristofaro De Stefano, promotore di un gruppo di lavoro che ha elaborato lo spunto. Lo scorso 7 settembre il Sole 24 Ore ha pubblicato una sintesi della Ricerca firmata dall’Università di Bologna. Secondo i ricercatori il Tecno-polo modenese di Mirandola, sorto negli anni ’60 ed oggi leader in Europa, può essere replicato.

Aldo Cennamo, commissario provinciale del Partito Democratico di Avellino

IL DISTRETTO BIOMEDICALE DI MIRANDOLA. «Nella zona nord della provincia di Modena si è creato uno dei più importanti distretti biomedicali mondiali, che conta oltre 100 aziende specializzate in prodotti plastici monouso ed elettromedicali», si legge nella presentazione del Distretto modenese. «I campi di applicazione sono l’emodialisi, la cardiochirurgia, anestesia e rianimazione, dialisi, cardiochirurgia, trasfusione e altro, utilizzati nei settori sanitari dell’emodialisi, cardiochirurgia, anestesia e rianimazione, aferesi e plasmaferesi, trasfusione, nutrizione e ginecologia». Il Distretto biomedicale ad Avellino consisterebbe, quindi, in un condominio industriale al servizio delle aziende pubbliche e private: dall’Azienda Ospedaliera San Giuseppe Moscati (pubblica) agli istituti e centri come Biogem (biogenetica), Cnr (Centro Nazionale Ricerche con il polo specializzato nell’agroalimentare), Crom (partecipato dall’istituto Tumori Pascale di Napoli), Clinica Montevergine e Diagnostica Medica (di Mercogliano) e Villa dei Platani (di Avellino), tra gli altri, filo ai presìdi Asl. Ma interessati si sarebbero già detti colossi regionali quali l’Università Federico II di Napoli. In questa visione, Avellino diventerebbe una seconda «biomedical valley» europea.

Una vista dall’alto della città di Avellino

L’idea progettuale è stata presentata nel corso di una conferenza stampa presso il Coordinamento del Partito Democratico avellinese di via Tagliamento alla presenza di tre dei quattro candidati presenti nella lista per il consiglio regionale. C’erano Rosetta D’Amelio, Antonella Meninno e Michelangelo Ciarcia. Ma lo spunto di oggi non è ascrivibile alla lunga serie si iniziative elettorali che in questi giorni si moltiplicano. Si tratta di un progetto industriale che richiederà convergenze istituzionali e disponibilità di capitali per investimenti iniziali. A Modena oltre mezzo secolo fa la sfida fu realizzata dalle imprese in un tessuto imprenditoriale abituato a competere sulla scena europea con le proprie forze.


L’ARTICOLO DEL SOLE 24 ORE | Polo biomedicale di Mirandola, modello che si può replicare – Ricerca dell’Università di Bologna

Polo biomedicale di Mirandola attivo dagli anni ’60

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