Ricandidati gli uscenti, per gli altri due posti nella lista Pd in Irpinia dovranno essere candidati un uomo e una donna in grado di garantire nel proprio curriculum politico «appartenenza, militanza e presenza, quindi coerenza». La Direzione Regionale ha sciolto il nodo politico rilanciato nel dibattito politico in provincia di Avellino. Nei prossimi giorni, dopo la pausa di Ferragosto, si dovrà dare il nome del quarto candidato in lizza.
Con Rosetta D’Amelio e Maurizio Petracca entreranno un uomo e una donna. La Direzione Regionale avrebbe potuto ricevere i nomi già oggi pomeriggio, ma il Pd di Avellino non c’era. Il commissario Aldo Cennamo non ha partecipato alla videoconferenza. Lo stesso problema, la mancanza dei nomi, si è verificato in altre due province, dove mancano alcuni nomi. Ma per la Direzione Regionale il compito è finito. Definiti i criteri, spetterà al Segretario regionale Leo Annunziata ricevere e approvare i nomi che mancano (da Avellino, Caserta e Napoli), dopo averne verificato la compatibilità con i criteri stabiliti e procedere. Restano quindi pochi giorni per individuare la seconda donna in lista, dopo Rosetta D’Amelio, presidente del consiglio uscente, la cui partecipazione a norma di statuto e regolamento è un diritto non contendibile. Confermata la presenza di Maurizio Petracca, perché è l’unico consigliere in carica della provincia di Avellino, benché proveniente da un’altra lista, la candidatura maschile deve rispondere al criterio di appartenenza, militanza e coerenza. I giochi sono, dunque, fatti per la lista Pd in Irpinia. La scelta non è stata fatta sulla rappresentatività delle singole correnti o componenti, ma sulla base della riconoscibilità. Il Pd regionale ha stabilito di portare al giudizio dell’elettorato chi ci ha messo la faccia nei cinque anni di governo con Vincenzo De Luca, quindi, di offrire ai cittadini l’opportunità di scegliere candidati che la faccia l’hanno messa accanto al simbolo del partito.
LE SCELTE DEL PD CAMPANO. A differenza che in passato, questa volta in Campania il Pd è arrivato alla sintesi con maggiore facilità nelle cinque province. Le diverse occasioni, tra primarie nazionali e tesseramenti locali, hanno definito con chiarezza gli equilibri, consolidati dopo le elezioni politiche del 2018, negli ultimi due anni. Le candidature hanno quindi rispettato il doppio criterio: rappresentatività territoriale e continuità. Il mix tra ‘uscenti’ e ‘nuovi’ bilancerà le liste, garantendo al territorio, alla base, la partecipazione alla campagna elettorale. Questo vale in tutte le realtà della Campania, che pochi mesi fa hanno definito con il tesseramento il peso delle forze in campo. Sarà Roma a dover mettere il timbro politico sul risultato finale definito in molte province da oltre un mese.
IL PD IRPINO DEI TERRITORI ‘ASSENTE’ DALLA DIREZIONE. PRESENTI SOLO I DELEGATI ELETTI AL CONGRESSO REGIONALE. Commissariato da un anno (dopo che il giudice ha sciolto la precedente segreteria eletta in un congresso dichiarato non regolare), il Pd irpino non ha potuto riunire il suo gruppo dirigente. All’appuntamento più importante nel quinquennio, quello dal 2007 al 2017 è stato in percentuale il primo partito provinciale per voti raccolti nelle varie competizioni, il Pd irpino è arrivato senza una sola riunione ufficiale. I contatti interni sono stati frutto di iniziative spontanee, anche perché il commissario reggente (recentemente riconfermato solo per organizzare il congresso a settembre) non ha ritenuto di promuovere una assemblea in via Tagliamento.
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