«Mobilitazione nella Valle del Sabato contro il biodigestore»

La maggioranza consiliare del Comune di Altavilla Irpina (Liberi per Altavilla) e il Coordinamento 'NO al biodigestore, Si al Greco di Tufo' contestano nel merito e nel metodo il via libera dell'Ato all'impianto e preannunciano un'ulteriore battaglia in tutte le sedi

«Mobilitazione nella Valle del Sabato contro il biodigestore» viene evocata in un documento congiunto della lista ‘Liberi per Altavilla’ e del Coordinamento ‘NO al biodigestore, Si al Greco di Tufo’. Con un documento comune, il gruppo che esprime la maggioranza consiliare nel Comune di Altavilla Irpina e il Comitato che si oppone alla realizzazione dell’impianto esprimono critiche e riserve sull’esito dell’esame all’Ato dei Rifiuti sulla questione. Si contesta nel merito e nel metodo la scelta di affidare alla commissione tecnica il compito di valutare la praticabilità di un impianto per il trattamento dei rifiuti organici lungo il perimetro del cosiddetto distretto vitivinicolo del Greco di Tufo DocG. Ma per la prima volta si sollevano dubbi anche rispetto allo stesso impianto. Si contesta anche il Sindaco di Chianche, che a suo tempo ha candidato il territorio del suo Comune ad ospitare l’impianto. Di seguito il testo del documento e la scheda riepilogativa, che Liberi per Altavilla e Coordinamento ‘NO al biodigestore, Si al Greco di Tufo’ hanno diffuso ai media. Il documento giunge dopo due anni di battaglia in tutte le sedi per bloccare un progetto che il fronte contrario ritiene di dover ostacolare comunque al di là del pronunciamento dell’Ato, come si evince dal contenuto del documento.

«Mobilitazione nella Valle del Sabato contro il biodigestore»

Biodigestore: mobilitazione generale della Valle del Sabato

Documento della lista Liberi per Altavilla, Coordinamento ‘NO al biodigestore, Si al Greco di Tufo’

La marcia dei viticoltori con i trattori contro il Biodigestore previsto a Chianche (settembre 2018)

Dopo che l’Ato rifiuti è stato inattivo per anni, con delibera del 13.07.2020, avalla la decisione dell’ubicazione biodigestore a Chianche. Il suo Presidente, l’arch. Valentino Tropeano dopo aver cercato, come Diogene, siti alternativi a Chianche non appena si sono candidate altre aree si inventa, con il suo direttore generale, una commissione tecnica per escluderli! Infatti con delibera n.1 del 20-01-2020 il Consiglio d’Ambito invece di decidere delega la decisione ad una commissione composta da 7 tecnici esperti di cui 1 nominato da ARPA CAMPANIA DIPARTIMENTO PROVINCIALE DI AVELLINO, 1 da LEGAMBIENTE, 1 da FARE VERDE, e 3 nominati dall’ UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI SALERNO e presieduta dal Direttore Generale l’ing. Annarosa BARBATI (dipendente in aspettativa di Irpiniambiente da sempre favorevole a Chianche). Nella delibera si sanciva che “la valutazione tecnica scientifica che elaborerà la commissione sarà propedeutica al processo decisionale di individuazione del miglior sito, disponibile, che opererà il Consiglio”, quindi non era previsto una elaborazione di nessuna “griglia o graduatoria” dei siti. L’Università degli studi di Salerno designa i professori: Giovanni De Feo (che in varie interviste e sui social ha sempre difeso la scelta di Grillo), Sergio Barile e Domenico Guida.
L’ARPAC declina l’invito per ragioni istituzionali, mentre Legambiente comunica “che non ha ritenuto opportuno partecipare a tale commissione perché la collocazione dell’impiantistica è una responsabilità che non le compete” (insomma aveva capito in anticipo la manovra!). L’associazione onlus FARE VERDE, a noi sconosciuta, designa in ritardo: l’arch. Pasquale Petruzzo. Quindi da 7 tecnici esperti si scende a 4. La commissione bloccata dall’emergenza covid -19, finita l’emergenza, lavora alacremente e come dimostrano i verbali, in solo 3 sedute (nemmeno il tempo di fare un sopralluogo nei siti candidati): 4 giugno 2020, 18 giugno 2020 e 24 giugno 2020, stabilisce ,senza che sia stato richiesto dalla delibera n.1, una graduatoria in senso decrescente dei 3 siti disponibili: Savignano Irpino 0.645 – Montella 0.670 -Chianche 1.00. La commissione arbitrariamente esclude tutte le motivazioni alla base dei numerosi ricorsi inoltrati, da parte dei comuni e di importanti Enti sovra comunali, come la Provincia di Avellino e la Comunità Montana del Partenio, alla Giustizia Amministrativa (TAR e Consiglio di Stato) che sono ancora in itinere sul progetto del Comune di Chianche peraltro definito superato dai consiglieri regionali Petracca, D’Amelio nonché dall’assessore Bonavitacola.

I sindaci sul palco dopo la marcia dei trattori contro la realizzazione di un biodigestore a Chianche, nell’area del vino DocG

Questo studio di fattibilità, mai pubblicato sul sito istituzionale dell’Ente d’Ambito ma anticipato ai giornali (questa è la trasparenza del duo Tropeano-Barbati), viene approvato Con DELIBERA DEL CONSIGLIO D’AMBITO N. 7 del 13-07-2020 , da soli 7 consiglieri su 12 (BUONFIGLIO, DI CICILIA, FARINA, GIACOBBE, LANZETTA ZOINA e TROPEANO) , su impulso del presidente Tropeano che addirittura non mette ai voti una questione pregiudiziale del Consigliere D’Ercole che dissentiva, con il consigliere Della Marra Scarpone, sui parametri utilizzati dalla commissione per l’elaborazione della graduatoria. Perché un parere di una commissione diventa automaticamente, senza nessuna discussione, una decisione dell’ATO?

Biodigestore in Irpinia, rendering dell’impianto proposto a Chianche.

Addirittura il consigliere FARINA, che approva lo studio, afferma “che la politica debba fare un passo indietro rispetto al dato tecnico scientifico”. Ma allora a che serve un consiglio d’ambito, organo politico, se si lascia la scelta ai tecnici? Oppure invocare il parere di una commissione di pochi esperti doveva servire a fornire un’argomentazione tecnica a giustificazione di una decisione politica già assunta? Chi decide la gestione dei rifiuti urbani in questa provincia: il Consiglio d’Ambito o il suo direttore generale? Addirittura il Direttore Generale Barbati nello stesso studio di fattibilità si permette impropriamente di esprimere anche giudizi politici meritevoli nei confronti del Sindaco di Chianche definendolo con il termine di “avanguardista” e presentando di riflesso gli oppositori all’insediamento del biodigestore come quelli del “no nel mio giardino” . Ancora una volta decisioni cruciali per la vita delle nostre comunità vengono imposte al nostro territorio senza nemmeno consultarlo. Nel 2016 con una delibera sindacale di una sola persona: il Sindaco di Chianche Carlo Grillo, è stato deciso il destino di tutti ed oggi da sette persone con l’avallo di 4 tecnici si continua con la stessa strategia. Ma ammesso che si faccia questo biodigestore chi lo gestirebbe? Il Comune di Chianche, l’ATO rifiuti o qualche socio privato che si materializzerà al momento giusto? Oppure qualche società pubblica, ad esempio Irpiniambiente? Basta ricordare gli olezzi di altri impianti, che dovevano essere modelli virtuosi: il CDR di Pianodardine per essere preoccupati!

Ato Rifiuti. La sede dell’ente d’ambito di Avellino nel complesso della Regione Campania sulla Collina dei Liguorini

Ricordiamo ai tecnici-politici la vicenda del biodigestore “modello”di Salerno dove secondo l’ANAC e la Commissione Europea c’è stato, nel corso degli anni, “un cattivo funzionamento dell’impianto” che ha causato “onerosi extra costi nella gestione per la scarsa qualità della frazione organica che arrivava al biodigestore e per i mancati introiti derivanti vendita del compost che andava addirittura in discarica. Quali sono le iniziative di questo consiglio d’ambito e del suo direttore generale in merito alla qualità della frazione organica? Ma soprattutto quanto costerà l’umido a tonnellata? Speriamo di non scoprire che era più conveniente portarlo fuori regione ! Il Presidente Tropeano e il suo direttore generale le sanno queste cose? Le hanno studiate? La politica dovrebbe essere una cosa seria che non può essere vista come un’attività slegata dagli interessi delle comunità che dovrebbe tutelare. La sensazione è che anche su questa materia siano prevalenti posizionamenti e interessi relativi alla prossima campagna elettorale per le regionali, piuttosto che il bene di questa provincia. Quando la politica si riduce alla difesa di interessi di consorteria e non si fa scrupolo di umiliare aree la cui unica colpa è quella di essere poco popolate e di costituire quindi bacini elettorali poco ambiti, ogni cittadino e ogni soggetto portatore di interessi collettivi ha il dovere di scegliere la strada della protesta, pacifica ma libera. Da parte nostra valuteremo con tutte le amministrazioni interessate ogni iniziativa politica e giudiziaria per annullare questa assurda decisione e bocciare un Piano d’Ambito del tutto inadeguato a gestire i rifiuti in questa provincia.


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