Unpli e pro loco irpine, 150 volontari in meno nel 2020

Il Presidente Giuseppe Silvestri segnala i problemi di ripresa delle iniziative legate alle tradizioni e alla valorizzazione del patrimonio culturale e artistico nei Comuni. Oltre al servizio civile manca un progetto di insieme per la valorizzazione del territorio

Centocinquanta volontari in meno per Unpli e pro loco irpine quest’anno. Causa lockdown ed emergenza sanitaria, si registra un netto calo dei volontari in servizio civile per tutta l’annualità 2020. Le ragioni sono molteplici. Tra queste, la mancata approvazione dei progetti candidati per il Servizio Civile Nazionale nel 2019, che ha escluso oltre alla provincia di Avellino, anche quella di Caserta. L’Unione nazionale delle Pro Loco irpine intanto attende la graduatoria di approvazione dei progetti candidati a valere sull’annualità 2021 e la classifica con il punteggio attribuito a tutti i progetti presentati. Nel frattempo, Unpli e pro loco irpine devono tentare di ripartire tra le mille difficoltà imposte dai protocolli di contenimento del virus e dalla minore circolazione di turisti. «La mancanza di volontari è una penalizzazione per le Pro Loco, che spesso fanno riferimento ai giovani ‘arruolati’ in sevizio civile», spiega il presidente dell’Unpli provinciale Giuseppe Silvestri. Il servizio civile per la cultura, i beni artistici e le tradizioni rappresenta una opportunità per i giovani, che possono acquisire una formazione specifica, aggiunge e sottolinea Silvestri.

Il Presidente della Pro Loco Irpinia, Giuseppe Silvestri

Chiuse per mesi a causa del Covid, le sedi delle Pro Loco  non hanno risentito fino ad oggi della mancanza dei volontari. Ma con la ripartenza sembra essere venuto meno un supporto importante per la promozione e valorizzazione del territorio. Non solo. E’ venuta meno la possibilità a 150 ragazzi della provincia, di affrontare l’esperienza del servizio civile nazionale e di avere una occupazione a termine. In assenza dei volontari, le attività oggi sono portate avanti dai soci, che sui territori tentano di alimentare il sistema dell’accoglienza turistica. “L’associazionismo in generale è determinante per le nostre realtà perchè consente di tenere le sedi aperte, portare avanti la promozione delle tipicità e di accompagnare i visitatori e turisti nelle visite dei siti principali” continua.

CON LA FASE 2 LA MACCHINA DELL’ACCOGLIENZA SI RIMETTE IN MOTO. Con la fase 2 e la ripresa della mobilità, ora l’Unpli fida sulla capacità delle pro loco di compensare la mancanza dei volontari. «Anche se i fatti di Mondragone ci invitano a una maggiore cautela anche sull’accoglienza», il turismo ora deve ripartire. Potremmo quindi approfittare di quest’anno per immaginare un coordinamento degli investimenti pubblici sul territorio: purtroppo le Pro Loco sono ai tavoli di confronto, ma hanno scarsissimo peso», polemizza Silvestri. Il dibattito interno sul turismo e sulle prospettive turistiche da parte degli addetti ai lavori si conferma deludente. Silvestri si dice d’accordo con il Presidente di Federalberghi Gerardo Stabile di Federalberghi Avellino, che proprio in questi giorni ha puntato l0indice contro la scarsa propensione alla cooperazione dimostrata in provincia di Avellino dagli operatori».

Un manifesto promozionale del Servizio Civile Universale

Per Silvestri la strada verso la strutturazione di un turismo stabile è ancora lunga. «Dovremmo metterci nei panni di chi investe i propri risparmi per fare impresa che possa avere ricaduta turistica, e nei panni di chi arriva in Irpinia», spiega il Presidente provinciale dell’Unpli. «La pubblica amministrazione deve creare le condizioni per lo sviluppo ma il turismo lo organizzano gli imprenditori e lo alimentano le persone che scelgono di venire da noi. E’ necessario un censimento delle strutture alberghiere, dimensionare l’offerta qualitativa, valutando le potenzialità attrattive della nostra accoglienza e dei servizi. A questo bisogna aggiungere una buona comunicazione. Intanto non ci resta che concentrarci sugli ostacoli da superare e sulla valutazione delle criticità»..


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