Distrutto un vigneto della Petilia di Altavilla Irpina. Indagini

Danneggiata la coltivazione sperimentale a vocazione biologica avviata dall'Azienda vitivinicola irpina. Solidarietà dal Coordinamento del comitato 'No biodigestore'. Condannato l'atto criminoso dal Sindaco Mario Vanni, che ha chiesto un incontro urgente al Prefetto di Avellino

Distrutto un vigneto della Petilia di Altavilla Irpina. Si tratta di un terreno coltivato con una tecnica sperimentale a vocazione biologica. Sulla vicenda è intervenuto il Coordinamento “No al biodigestore, Si al Greco di Tufo”, per esprimere solidarietà ai titolari della azienda agricola.

Teresa Bruno guida l’azienda Petilia di Altavilla Irpina. Nella foto è su un trattore dell’azienda agricola durante una manifestazione contro la realizzazione del biodigestore nella vicina Chianche

«La distruzione ad opera di ignoti, al momento senza un preciso movente, di un intero vigneto sperimentale a vocazione biologica dell’Azienda Agricola ‘Petilia’ di Altavilla Irpina, rappresenta un fatto di violenza grave che non può essere sottaciuto o sottovalutato, al di là degli esiti a cui perverranno le Autorità competenti», si legge in una nota.

L’imprenditrice Teresa Bruno spiega le ragioni dei produttori che si oppongono alla realizzazione di un biodigestore a Chianche, nell’areale del vino Greco di Tufo docG, accanto al Sindaco di Altavilla Irpinia, Mario Vanni. Assemblea pubblica al termine della marcia da Pianodardine ad Avellino dei trattori (settembre 2018)

In attesa che le indagini facciano luce su chi abbia distrutto un vigneto della Petilia di Altavilla Irpina, il Coordinamento del Comitato ricorda che «non si tratta del primo episodio del genere perpetuato ai danni dell’azienda». Si ricorda che la Petilia «da oltre venti anni è stata protagonista, insieme a tante altre simili esperienze attive nella preziosa area D.O.C.G del ‘Greco di Tufo’, di un sano e laborioso impegno imprenditoriale che ha reso uno straordinario contributo alla crescita e allo sviluppo sostenibile di questa importante area a vocazione agricola della Campania». Anche per questo, «esprimiamo piena solidarietà nei confronti della famiglia Bruno e rivolgiamo un forte appello alle nostre comunità locali, affinchè si crei quel necessario spirito di collaborazione tra  cittadini, istituzioni locali e territoriali, operatori economici e il mondo dell’associazionismo per costituire un fronte comune che respinga ogni tentativo di condizionare e modificare in modo violento la pacifica e civile esistenza  delle popolazioni della Valle del Sabato».

SCONCERTATO IL SINDACO MARIO VANNI: «SU QUESTA VICENDA HO CHIESTO DI ESSERE RICEVUTO DAL PREFETTO DI AVELLINO». «Abbiamo appreso con sconcerto del vile danneggiamento compiuto da ignoti ai danni dell’Azienda Agricola Petilia», si legge in una nota con cui il Sindaco Mario Vanni ha commentato il danneggiamento subìto dai vigneti della Azienda Petilia. «Nella notte tra il 3 e il 4 giugno sono state recise 1500 piantine di un vigneto sperimentale di Greco di Tufo. Un gesto criminale ai danni di un’azienda che con il duro lavoro, la ricerca e la passione rappresenta un’eccellenza nella valorizzazione del territorio e dei nostri prodotti». Di qui il messaggio di solidarietà. «In questo momento esprimiamo vicinanza, affetto e piena solidarietà a Teresa Bruno e alla sua azienda per un gesto che offende non solo la comunità altavillese ma l’intera Irpinia. Certi del lavoro delle forze dell’ordine nell’individuare gli autori di questo grave atto intimidatorio, il Sindaco ha chiesto di essere ricevuto da sua eccellenza il Prefetto di Avellino nella convinzione che le forze sane della nostra comunità non saranno mai lasciate sole perché la civiltà e la democrazia seguono altri percorsi».


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