Letture. Non è vero e altri racconti di Giovanni Carullo

Flash di immagini che attraversano questi racconti, lasciando tracce di dolori vissuti: le protagoniste sono donne a volte deboli o preda di violenze inaudite, ma sottese a linguaggi muti che riescono a superare attraverso il “volteggiare impalpabile dei propri desideri”

Letture. Non è vero e altri racconti di Giovanni Carullo. Flash di immagini che attraversano questi racconti, lasciando tracce di dolori vissuti: le protagoniste sono donne a volte deboli o preda di violenze inaudite, ma sottese a linguaggi muti che riescono a superare attraverso il “volteggiare impalpabile dei propri desideri”. I ricordi d’infanzia con le parole che segnavano il percorso di vita, legati a momenti particolari, ruotano intorno a una domanda fondamentale posta dall’autore, Giovanni Carullo, attraverso il libro:”Qual era il tuo posto?”. Ed esse riescono a trovarlo, nascondendo dentro di sé i segni di una violenza taciuta e sentimenti repressi. La vita spesso, come quella di Angela, è racchiusa in luoghi e oggetti legati ad episodi tristi che hanno il significato di morte, in un’altalena di anomalie e desiderio di normalità che si perpetua attraverso rinunce e scelte drastiche. Scorrendo le pagine di questi racconti ,si avverte profondo l’amore dell’autore per la propria terra, le proprie tradizioni, come la raccolta delle nocciole, le tracce e i ricordi del terremoto e talvolta “gli incubi possono trasformarsi in sogni” in un dipinto trovato per caso. Il sapore percepito della libertà, dopo un periodo trascorso in carcere non lenisce il dolore nel silenzio di uno sguardo che si allontana. Il senso di disagio e di insoddisfazione dovuto all’incapacità di trovare un proprio ruolo nel mondo crea “un buco nero” e un desiderio di comprare qualsiasi cosa per riempire quel vuoto mentre si attende impaziente l’arrivo del sonno e ci si affida a un profumo diverso per incontrare la persona amata nel sogno, immaginando di “saltare di stella in stella “ finchè lo si cerca in modo diverso, “leggera come polvere”. Spesso i sentimenti forti, come l’odio può esplicarsi attraverso l’immagine di un’altra persona in nome di una strana vendetta, non riuscendo a trovare più le parole e poi trasmetterle ad un essere inanimato, per dar loro valore e significato. La nostalgia diventa come una farfalla perennemente in volo che si scontra con il “sordo rumore da eco di conchiglia”, ripensando al respiro di una donna nel sonno. L’autore riesce a descrivere i particolari con grande vivezza espressiva, come se fossero “attimi colorati” che suscitano ricordi, dà all’aspetto cromatico del mondo che circonda i personaggi una valenza fondamentale come “l’azzurro deciso rispetto alle tinte cangianti del mare”. Vi è una costante paura di esprimere i propri sentimenti da parte dei protagonisti dei racconti che fa da contraltare all’esuberanza del sorriso della donna e al suo senso di sacrificio.: l’amore si dimostra lasciando l’altro libero di andare. Il vuoto e il dolore di una sparizione improvvisa desta preoccupazione e suscita una sorta di “nevicata interiore” per scacciare via il ricordo di lei. Il testo si conclude con un episodio avvenuto il 14 settembre 1943, in cui il bombardamento e la raffica di spari che colpì la popolazione di Avellino rappresenta un ricordo atroce che rimane racchiuso in sé come “sabbia nei pensieri”.

Ilde Rampino


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