“Desiderava la bufera”, Ilde Rampino recensisce Lisa Ginzburg

A cura di Ilde Rampino

Le difficoltà di un rapporto distante e inafferrabile come se non facesse parte di sé e la ricerca di un cambiamento che costituisca un punto fermo e che trovi un varco che salvi in un certo senso dall’inatteso naufragio tra le memorie delle mie lettere”. Anna avverte un legame profondo con i suoi cugini, perché non si sente protetta né amata da sua madre. Si sente scelta da lei per accompagnarla in uno dei suoi viaggi avventurosi e considera ciò quasi la sua ultima possibilità di creare un rapporto con lei e non pensare all’assenza di suo padre: la sua passione per la danza la rende sicura alla sbarra e severa verso se stessa negli esercizi attraverso la precisione dei gesti e la tensione del corpo, unita ad una estrema attenzione ai particolari della danza. Anna e sua madre riuscivano a parlarsi solo nel codice del loro talento attraverso la luce che Anna aveva negli occhi quando danzava.

L’incontro con Ernesto segna un momento significativo nel corso della vicenda. Ernesto e Dacia vivevano un rapporto fatto di gesti apparenti senza farsi troppe domande e costellato da tanti silenzi in cui si avvertivano profonde le ombre della malattia della sorella Sonia che riusciva a “vedere il mondo in frammenti” attraverso il sonnambulismo che la trasportava in una realtà diversa. La sua attività frenetica era un alibi per non pensare e stringere intorno a sè le maglie della propria solitudine. Le troppe parole non dette tra Ernesto e sua moglie Dacia si collegano ai personaggi della letteratura russa che creano un ponte immaginario con loro: niente potrà difendere Dacia dalla tristezza, una tristezza fatta di presagi, in cui i pensieri intermittenti che volteggiano tra loro sembrano placare e addolcire il “rumore della sua ansia”. L’incontro casuale di Ernesto con Anna lo sconvolge, spezzando la rete in cui si è rifugiato: la ragazza porta con sé un vento allegro e si crea una sorta di complicità sottile al di là delle diversità tra di loro ed egli è attratto soprattutto dalla sua leggerezza.

Anna tuttavia porta con sé un bagaglio emotivo molto doloroso: il rapporto con sua madre percorre la scia del suo profumo e cerca conforto nei pochi amici, nell’amore di Michele anche se non è in grado di ricambiarlo, ma fa parte di lei e le manca. Il ritorno a casa da sua madre rappresenta un tuffo nel passato in cui però i suoi pensieri ancora fluidi diventavano di nuovo angusti e lei andava a letto, rifugiandosi nel suo  mondo onirico. Anna si sentiva protetta all’interno del rapporto con i suoi amici d’infanzia, Stefano e Michele, il cui profondo legame si basava su un vero e proprio patto di sangue tra loro, messo dolorosamente in crisi da un gesto inconsapevole considerato come un tradimento che minerà la leggerezza del loro rapporto. Anna si sentirà poi amata ed accettata anche com’era fisicamente “col corpo soffocato dalle taglie” dal suo insegnante Alex, ma avviene qualcosa in cui le aspirazioni e i talenti si incrociarono con sentimenti doppi e lei inizierà a perdere la stima e la fiducia nei confronti di Alex a causa di dubbi e sospetti che la rendevano oscura, fino al momento culminante della sua caduta che causerà una frattura irreparabile nel rapporto e un profondo disagio nell’incontro successivo.

La convinzione di Alex che “il tempo può salvare”, nonostante le disillusioni si scontrerà con la sensazione di amore e fuga di Anna che rimanda ai contrasti e alle difficoltà di comunicazione che caratterizzavano il rapporto tra i suoi genitori. Il desiderio di tuffarsi nella realtà a corpo morto le dà una sensazione di libertà che nemmeno un tentativo di violenza riesce a trasformare. Anna prendeva a volte appunti come per fissare punti della sua vita, anche se a volte “desiderava la bufera” come qualcosa che la travolgesse e la facesse sentire viva. Il ricordo di Anna si insinua tra Ernest e Dacia come “un’icona di felicità” ed egli si sforza di controllare il turbamento che prova per lei. Egli si rende conto  della profonda distanza tra lui e Dacia e la sua tristezza che l’ha resa ai suoi occhi indecifrabile d estranea. Un momento fondamentale è quello della partenza di Sonia, in cui avviene qualcosa di particolare: pur vittima delle sue difficoltà e del suo disagio, è come se lei prendesse in mano consapevolmente i fili del suo destino. Anna intanto sembra voler dare una svolta alla propria vitae ricomincia ad insegnare danza ed è come se riuscisse a ricreare, attraverso l’armonia dei suoi passi, il mondo che sembrava ormai perduto: il ballo rappresenta la chiave di un rapporto e un legame tra madre e figlia che copre “i solchi delle ferite” con un manto di silenzio che finalmente annulla i contrasti e le tensioni.

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