Il Governatore Vincenzo De Luca, Commissario per il Piano di Rientro della Sanità in Campania e, a sinistra, il consigliere delegato Enrico Coscioni

Campania e regioni del Sud vanno verso lo stop al Piano di rientro, ma il rischio è l’arrivo di ‘mini commissari’ inviati dal Ministeto della Salute in affiancamento. Il nuovo Patto della Salute espone la Campania e altre regioni al rischio di subire mini commissariamenti su settori ritenuti inefficienti in singole aziende locali o per servizi. Se la piattaforma in discussione al tavolo del confronto tra Ministero della Salute e Regioni entrerà nel nuovo Patto della Salute, il commissariamento come lo si è conosciuto in questi dodici anni in Campania sarà archiviato definitivamente per tutti. Intanto oggi si apre una settimana decisiva per il giudizio finale da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze sulla richiesta della Campania di uscire dal Piano di Rientro. Entro la fine del mese il lavoro del.tavolo interministeriale dovrà concludersi. Per il Governatore Vincenzo De Luca, che ne ha parlato al Premier Giuseppe Conte in un incontro a Palazzo Chigi, va ratificata subito l’uscita dal Piano di Rientro della Campania.

La sede che ospita il Ministero della Salute a Roma nel quartiere Eur

Il Patto per la Salute potrebbe ridurre la portata di un probabile esito favorevole a Palazzo Santa Lucia. La Campania riguadagnerebbe i poteri ordinari, salvo interventi del Ministero della Salute su singoli aspetti. Il Ministro potrebbe essere libero di agire fuori dalla sfera di competenza del Mef, decidendo di affiancare la Regione su liste di attesa, piuttosto che nella gestione di un ospedale per criticità specifiche. Il Ministero punta alla corresponsabilità, all’affiancamento, nonostante al tavolo nazionale sia avanzata la discussiome sulla autonomia differenziata. Le norme in discussione per la Sanità tendono a istituzionalizzare in maniera permanente l’intervento dei poteri centrali, aggirando il rischio di stop da parte della Corte Costituzionale. L’operazione potrebbe riuscire, sostengono molti osservatori, perchè di fatto oggi riproporre il commissariamento regionale non solo per la Campania appare difficile (il Lazio ha riassorbito 2 miliardi di buco e ora ha i conti in linea con 180 punti sulla tabella dei livelli essenziali di assistenza, quando ne basterebbero 160). Dopo l’uscita dal piano di rientro di Liguria, Sardegna e Piemonte, le Regioni ancora commissariate sono Lazio, Abruzzo, Campania, Molise, Puglia e Sicilia, oltre alla Calabria dove sono stati attivati poteri statali straordinari, che arrivano fino alle prerogative locali.

L’ULTIMO “ASSALTO” PENTASTELLATO. Tuttavia, le novità contenute nel nuovo Patto della Salute renderebbero il commissariamento delle regioni improbabile, non più necessario, ma sempre possibile. Si sta discutendo delle circostanze in cui farlo scattare. L’ipotesi ritenuta più probabile imporrebbe la convergenza di due parametri: 145 nel punteggio Lea e un rapporto del 7% tra attivo e passivo nel bilancio. Si tratta di soglie lontanissime dalla Campania, che ha i conti in regola e i Lea ben oltre i 160 punti. Ecco la ragione dell’incontro a Palazzo Chigi nei giorni scorsi di una delegazione pentastellata con il Premier Giuseppe Conte. Si chiede di stabilire una situazione di emergenza del tutto simile a quella decretata in Calabria, dove sono stati sospesi i poteri anche a livello territoriale, invocando come ragione casi presentati come emblematici. Ai Cinque Stelle della Campania non basta un eventuale affiancamento in una Asl o su specifici servizi ritenuti non ancora adeguati. Vorrebbero sottrarre l’intera gestione del settore al Governatore, che nel frattempo deve procedere con la scelta dei manager in 16 aziende locali della Campania, tra queste la Asl di Avellino e la ospedaliera San Giuseppe Moscati di Avellino. Il 28 giugno è stata nominata la commissione regionale per l’esame delle posizioni degli aspiranti manager. Il Governatore Vincenzo De Luca deve fronteggiare la scadenza del 31 luglio, quando 16 direttori generali esauriranno il mandato triennale, iniziato il primo agosto 2016. Al netto della proroga regolamentare, l’impressione è che De Luca voglia procedere con le scelte nei tempi stabiliti, incassando il giudizio del Ministero dell’Economia e Finanze, ma prima del Patto della Salute.

Un momento del Consiglio dei Ministri convocato a Reggio Calabria nella sede prefettizia (Foto da governo.it). Con il Premier Giuseppe Conte, a sinistra il Ministro dell’Interno Matteo Salvini e a destra il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti

A VUOTO IL TENTATIVO DI COMMISSARIARE IL COMMISSARIO LO SCORSO 18 APRILE. Non è passata lo scorso 18 ottobre la richiesta di sostituire Vincenzo De Luca al vertice della Sanità in Campania. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze non ha dato seguito alla richiesta del Ministro della Salute Giulia Grillo, che aveva sollecitato la nomina al posto di De Luca dell’ex Direttore generale della Asl di Arezzo, Enrico Desideri. In un Consiglio dei Ministri in trasferta presso la Prefettura di Reggio Calabria, dove tutti hanno notato l’assenza del Ministro Giovanni Tria, la questione non è stata nemmeno discussa. Dopo il Cdm, il Ministro Giulia Grillo, rispondendo alla domanda di un giornalista durante la conferenza stampa, aveva confermato che la decisione finale sarebbe arrivata a luglio, «quando il tavolo tecnico deciderà sul futuro del commissariamento campano», sollecitando nel frattempo l’applicazione della legge sulla incompatibilità», non scattata, vista l’imminenza della decisione finale. Tra poche settimane il verdetto finale.


LEGGI ANCHE: 

De Luca a Palazzo Chigi dal Premier Conte: “Il Governo restituisca la Sanità alla Campania”

Sanità in Campania, “il commissariamento lo pagano gli utenti col superticket”. Sellitto: poteri ordinari per recuperare dignità e competenze

Sanità in Campania, il Mef blocca la sostituzione del Governatore De Luca. Il caso Calabria alla Consulta

 

 

ARTICOLI CORRELATI