Il Tribunale di Avellino, dove ha sede la Procura della Repubblica del capoluogo irpino

La Procura di Avellino indaga sulla Sidigas. Ordinato il sequestro preventivo di beni per 100 milioni di euro dalla Guardia di Finanza al gruppo di imprese che fanno capo all’imprenditore Gianandrea De Cesare, amministratore della Sidigas. Oggetto del sequestro anche la Scandone Basket, acquisita nel 2012, e l’Us Avellino 1912, la squadra di calcio promossa in Serie C dopo essere ripartita dalla D per la mancata iscrizione al campionato di B nel 2018. Le accuse formulate dal Procuratore aggiunto di Avellino, Vincenzo D’Onofrio, che ha firmato il decreto di sequestro preventivo, sono: false dichiarazioni in comunicazioni sociali, omesso versamento dell’Iva, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e autoriclaggio.

Sidigas

GLI SVILUPPI SULLA PROCEDURA AVVIATA DAL GIUDICE FALLIMENTARE. PRESENTATO DALL’IMPRENDITORE UN “CONCORDATO IN  BIANCO”. Le indagini sono partite dalla procedura avviata dal giudice fallimentare del Tribunale di Avellino, Patrizia Grasso, per il caso un credito insoluto richiesto dall’Eni alla Sidigas per complessivi 12 milioni di euro, sfociati nel pignoramento di un immobile. Ritenuto insufficiente il valore dell’immobile, sono venuti fuori sospetti e dubbi circa la solvibilità dell’azienda, approfonditi con un approfondimento della situazione finanziaria dell’azienda che dal 1982 gestisce il servizio di fornitura del gas ad Avellino. Le verifiche avrebbero confermato un rischio concreto di insolvenza, innescando il passaggio successivo il 20 giugno, quando è stata notificata l’istanza. Il patron della società, Gianandrea De Cesare dovrà ora controdedurre nell’udienza fissata presso il Tribunale di Avellino il prossimo 12 luglio. Proprio questa mattina l’imprenditore ha depositato in Tribunale un “concordato in bianco”, premessa alla programmazione di un piano di rientro dai debiti.

Il Procuratore aggiunto di Avellino, Vincenzo D’Onofrio

LA PROCURA DI AVELLINO INDAGA SULLA SIDIGAS: LE ACCUSE. Da quella procedura è scaturita una indagine su presunte irregolarità contabili in bilancio, affidata dalla Procura di Avellino alla Guardia di Finanza, che ha avviato accertamenti contabili, su cui sarebbe stato incaricato anche un professionista esperto come perito contabile. Dai primi accertamenti sarebbero venute fuori anomalie di gestione. Per i magistrati «il gruppo Sidigas ha scelto, da numerosi anni, di ‘finanziarsi’ mediante il sistematico omesso versamento dei debiti tributari periodicamente liquidati e dichiarati dal gruppo stesso e afferenti accertamenti tributari degli Uffici o imposte». Vengono ipotizzati una sistematica omissione tributaria e il reimpiego delle somme così distratte verso altri patrimoni sociali nella piena disponibilità di De Cesare. Si accusa l’imprenditore di aver leso i diritti dei creditori della società, anche a danno dell’erario. Avellino Calcio e Scandone Basket sarebbero state destinatarie di parte delle risorse che venivano reimmesse nel circuito imprenditoriale del gruppo De Cesare. Di qui l’accusa di riciclaggio infragruppo.


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