“La Provincia di Avellino ripari le strade prima di pensare alla Fondazione”. Il Sindaco di Teora Farina lancia un monito al Presidente della Provincia: “Per il turismo serve un piano serio”. E spiega. “La Provincia recuperi l’indirizzo politico delle sue funzioni e riprenda ad occuparsi della riqualificazione delle strade colabrodo per consentire la crescita del turismo e delle politiche di accoglienza”. Con l’astensione al voto sul bilancio del parlamentino di Piazza Libertà, l’ex consigliere provinciale Stefano Farina “suona un campanello d’allarme” per recuperare l’attenzione sulle funzioni e servizi assegnate alla Provincia e accendere i riflettori sulle urgenze che gravano in questo momento in seno al consiglio provinciale irpino. Si accantoni la Fondazione per il turismo e il progetto del traforo del Partenio, insomma, per tornare a impegnare le energie sulle vere prerogative dell’ente intermedio. Sullo sfondo, i due gravissimi incidenti stradali registrati dalla cronaca in sole 48 ore sulla vecchia Ofantina, un tracciato stradale di competenza della Provincia di Avellino, che ha scatenato un’onda di polemiche sui social e su cui si è espresso anche il sindaco di Chiusano San Domenico Carmine De Angelis in un sollecito al Presidente Domenico Biancardi ad occuparsi della riqualificazione delle strade provinciali. Facciamo il punto con il consigliere Farina.

Il Sindaco di Teora e consigliere provinciale, Stefano Farina

Stefano Farina perchè si è astenuto alla votazione del bilancio provinciale?

“Sono stato l’unico a non dare parere favorevole al bilancio, e alla luce del confronto che ho avuto con il sindaco di Chiusano Carmine De Angelis, posso dire di essere uscito dalla solitudine. La mia astensione, che non è stata nè provocatoria nè pretestuosa, deriva dalla constatazione di una gestione provinciale caratterizzata da un asse spostato verso Napoli, che trascura del tutto le aree interne, e perchè non condivido l’utilità del progetto del traforo. A questo devo aggiungere che le risorse e le energie impegnate sulla Fondazione e sul turismo hanno accantonato la viabilità, soprattutto dell’Alta Irpinia, che versa in condizioni di fatiscenza generale”.

A quali strade fa riferimento?

“Moltissimi tratti di strada sotto la competenza della Provincia di Avellino necessitano di interventi, dal rifacimento di guardrail alle strisce sulla pavimentazione, ma anche di segnaletica verticale. Le tragedie che si sono consumate in questi giorni sull’Ofantina all’altezza del Comune di Chiusano ci impongono l’adozione di misure di tutela. La affermazione del presidente Biancardi sulla non competenza della Provincia di Avellino per la Strada Statale 400 dimostra che non conosce le aree interne, e sono indignato per la mancanza di sensibilità dimostrata in queste ore. Ha sostenuto che non avendo competenza non poteva intervenire, ma è falso”.

Lei ha mostrato disappunto per alcune scelte compiute dall’ufficio di presidenza. Quali?

“Aprirei una riflessione su alcuni incarichi, dal revisore di Irpiniambiente ad altre consulenze assegnate, fino alla nomina della Consigliera di Parità alla Provincia di Avellino, originaria di Avella. A questo si aggiunge lo stanziamento di 10mila euro per uno studio di fattibilità per il traforo”.

Lei però non è il solo consigliere altirpino presente in assise. Perchè la questione non è stata sollevata da un gruppo più ampio?

“Per ora prevale la diplomazia, ma non è questo il tempo, secondo me”.

Continui.

“Per me conta solo il territorio, l’interesse della Città dell’Alta Irpinia, così come di tutti gli altri comprensori provinciali. C’è un problema, è evidente, e mi auguro che la mia posizione non venga accolta come pretestuosa, nè di rottura, in quanto il mio intento resta quello di aprire un dialogo, suonare un campanello d’allarme per correggere la traiettoria”.

All’interno del consiglio il Partito Democratico stenta a fare gruppo.

“Il Partito Democratico negli ultimi tempi è frammentato e non posso aprire una riflessione politica sui consiglieri provinciali; non c’è una linea condivisa e questo è emerso dalle elezioni di Biancardi fino alle amministrative ad Avellino. Un esempio è stata la mia stessa candidatura alla presidenza della Provincia di Avellino, che invece di aprire un ragionamento politico ha suscitato le minacce di presentare altre liste. Per il bene dell’obiettivo finale, ho ritenuto di ritirare la candidatura. La storia poi la conosciamo nei fatti”.

Il Presidente della Provincia, Domenico Biancardi

Intende richiamare l’assise di Palazzo Caracciolo a rivedere l’agenda programmatica.

“La Provincia di Avellino deve riappropriarsi delle funzioni e servizi che le sono state assegnate dalla legge. La viabilità è una di queste e l’Ofantina merita la dovuta attenzione. Chiedo che si lavori a redigere una fotografia puntuale della condizione delle strade provinciali, dall’ultimo comune a confine con la Puglia a quello estremo con la provincia di Napoli. Dovremmo conoscere- e non attraverso la diplomazia locale- le condizioni della rete viaria complessiva e stabilire delle priorità di interventi in ordine alle necessità”.

Luigi d’Angelis, sindaco di Cairano e Consigliere provinciale di Avellino

Al termine della scorsa legislatura l’ex presidente Gambacorta e il consigliere Luigi D’Angelis si erano impegnati per autorizzare un monitoraggio sui ponti, compilando un elenco di circa 200 viadotti da sottoporre a verifiche. Lo studio è ancora in piedi oppure è stato accantonato?

“Il presidente Gambacorta condivise uno studio sui ponti, ed io personalmente mi sono occupato del crollo di un ponte a Teora, dialogando con lui. E’ arrivato il momento di comprendere che la condizione dei ponti non è scongiurata e che sulla Statale 150 insistono due ponti che versano in condizioni non buone. E come può pensare la Provincia di investire sul turismo se non ci sono le condizioni di accoglienza alla viabilità, e non si ha la possibilità di collegare le aree più conosciute della coste con le aree interne? E’ giunto il momento di mettere in campo una strategia dell’accoglienza e di garantire una condizione di sicurezza”.

I lavori di ripristino del ponte di Teora aprono nuovi scenari sulla viabilità. In quella occasione il Comune ha chiesto di sostituirsi alla Provincia con un accordo di programma per accelerare l’iter dei lavori.

“In soli 10 mesi siamo riusciti a trovare i soldi in bilancio, realizzare il progetto preliminare, definitivo ed esecutivo, ottenere tutti i pareri e le autorizzazioni previsti dalla legge, andare a gara con le imprese e completare i lavori. Tutto grazie ad un accordo di programma siglato con la Provincia che ci ha permesso di abbattere tutti i tempi della burocrazia. Si tratta della capacità dei piccoli comuni di ottenere grandi risultati nei tempi opportuni”.

La Provincia ha emesso un’ordinanza di chiusura al traffico per Ponte Massaro a Castelfranci il 13 dicembre scorso, ma non è mai stata rispettata, nè è stata affissa una apposita segnaletica di divieto di transito. La stessa Air continua a percorrere il tracciato del trasporto pubblico locale. Chi deve vigilare sul ponte? A chi spetta far rispettare l’ordinanza?

“Chi emette il divieto deve garantirne per primo il rispetto, ma nessuno è esente dal concorrere a garantire la sicurezza del tracciato, e poi non serve chiudere il ponte e lavarsi la coscienza. Invece di finanziare lo studio di fattibilità del traforo si poteva immaginare di mettere in sicurezza il viadotto”.

Viadotto di Parolise nella fase avanzata di ricostruzione

A proposito di viadotti, a Parolise la situazione appare sempre più critica. Lei fa parte dello schieramento di sindaci che sollecita l’Anas e la cabina di regia della Prefettura a ‘fare presto’?

“Le condizioni della viabilità provinciali in questo momento non solo favorevoli, e la circolazione all’altezza di Parolise deve essere ripristinata al più presto. A seguito delle proteste degli ultimi giorni il semaforo è stato rimosso, ma i lavori devono accelerare, anche per rendere più sicura la traversata dell’Ofantina. Gli amministratori locali spesso sono nel mirino per colpe non imputabili a loro, ma che in realtà sono da addebitarsi alla burocrazia”.


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