Il centro storico di Frigento. Il campanile annesso alla Cattedrale nel cuore della cittadina

Frigento come sede Erasmus per accogliere studenti da tutto il mondo, ripopolare il centro storico e incrementare il know how del territorio e delle aziende per gli scambi internazionali. Questo l’ambizioso progetto di Johanna Monti, una docente dell’Università L’Orientale di Napoli, che ha candidato il borgo irpino della Campania interna a sede di sperimentazione degli scambi culturali ed esperienziali, con il duplice scopo di rivitalizzare il paese, e riaprire le decine di case del centro storico, e favorire quella contaminazione produttiva degli scambi internazionali di persone, bagagli culturali ed esperienze lavorative.

Docente di linguistica computazionale e didattica delle lingue moderne, Johanna Monti è componente del gruppo di ricerca “I LanD” interuniversitario con sede presso l’università partenopea, e grazie al contatto con una fondazione olandese che ha avviato un progetto di sperimentazione in Africa, è nata l’idea di mutuare l’esperienza e aprire le porte delle aree interne agli studenti olandesi che intendono completare il curriculum universitario con un tirocinio in Campania.

Johanna Monti, docente universitaria dell’Università L’Orientale di Napoli

“L’idea è quella di aiutare le zone interne” annuncia la professoressa Monti. “Qui il rischio di spopolamento è un problema molto sentito, e ho immaginato che la conoscenza all’esterno di questi territori e in particolare all’estero, possa diventare un modo per pubblicizzarli e catturare l’attenzione del turismo rurale, ma anche dell’ingegneria ambientale, per lo studio della lingua, dei media ed altri” spiega.

“L’università può e deve dare un contributo alle comunità locali, favorendo lo studio delle aree, e quindi l’indicazione di possibili strategie da adottare. In questa cornice di riferimento il centro di ricerca ha proposto e sottoposto a valutazione il progetto Erasmus alle università olandesi: ad agosto arriverà la prima studentessa che ha aderito al programma e sarà ospite della comunità frigentina dai 4 ai 6 mesi. Sarà ospite di una famiglia del posto e si occupa di turismo rurale”.

Pronta a fare la sua parte anche l’amministrazione comunale, mentre si attende l’elenco delle imprese del posto che vorranno manifestare la disponibilità ad accogliere gli studenti stranieri e garantire loro il tirocinio. “L’obiettivo è quello di portare a Frigento 30 studenti l’anno” sottolinea la prof. “Per rivitalizzare il paese, in via di spopolamento progressivo, e provare a rianimare anche le tante case vuote del centro storico, i cui proprietari vivono fuori. Questa è una zona bellissima che non ha nulla da invidiare ai borghi umbri o toscani: bisogna intervenire per frenare l’emorragia”.

Il gruppo di lavoro della professoressa Monti, composto anche dai docenti Giuseppe Balirano e Jacomien Kooiker dello Stichting Group for European Development intende spingere anche gli studenti dell’Orientale a fare richiesta di un tirocinio a Frigento, in provincia di Avellino, per dare vita ad un progetto in tandem che consenta l’integrazione di quanti arriveranno da fuori, e la possibilità di intervenire come guida turistica per gli studenti italiani.

“La mia collega ha presentato la proposta sulla piattaforma olandese, che assegna un punteggio all’idea che considera il rischio di spopolamento delle aree interne, un andamento registrato in tutta Europa e che sta colpendo non solo la dorsale appenninica italiana, ma anche altri Paesi come l’Irlanda. Vorremmo insomma sperimentare un modello che possa essere replicato anche altrove” aggiunge.

In attesa di visitare l’albergo diffuso di Quaglietta

L’Irpinia si conferma dunque laboratorio di sperimentazione sociale e antropologica del mondo accademico. Dopo l’esperienza registrata con il Dipartimento della Facoltà di Architettura della Federico II di Napoli, che guida il master Arìnt sulle aree interne, in collaborazione con il Forum regionale della Gioventù e la Presidenza del Consiglio della Regione Campania, il centro di ricerca I Land mira ad inserire un nuovo tassello: incoraggiare la presenza di studenti stranieri, per incrementare le competenze di chi arriva e chi ospita, nella logica dello scambio e della contaminazione funzionale, e rianimare la vitalità dei borghi.

“Sono già state contattate diverse aziende del territorio, a partire dalla zona industriale di Frigento, come aziende vitivinicole, ed altre prettamente agricole. La gestione è articolata in quanto è necessario coordinare il tirocinio e garantire la logistica. In questo momento stiamo muovendo i primi passi senza alcun contributo pubblico, e sperimentiamo la capacità di fare rete del territorio, ma anche l’appetibilità di avere tirocinanti stranieri nelle aziende. La terza missione dell’Università è quella di fare in modo che le conoscenze dell’ateneo abbiano ripercussioni sui territori e che le competenze maturate possono essere messe a servizio della collettività” conclude.


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