Giovanni Centrella

«Sarebbe un segnale positivo se la prossima amministrazione istituisse un assessorato al Lavoro e si impegnasse a rendere gli uffici dell’ente più accessibili e fruibili per i cittadini e le attività del territorio». E’ la proposta lanciata a tutti i candidati al Comune di Avellino, dal coordinatore nazionale della Cisal Metalmeccanici, l’irpino Giovanni Centrella.

Quanto è presente il tema del lavoro in questa campagna elettorale delle amministrative?

«Fino ad oggi si è parlato poco di lavoro. Sono prevalse le beghe interne, le transumanze politiche e gli scontri tra schieramenti opposti. Invece potrebbe e dovrebbe essere l’occasione per ragionare di prospettive per i disoccupati e di opportunità per i giovani, di idee concrete ed attuabili». (Leggi l’articolo)

In che modo i Comuni e più in generale gli enti locali possono intervenire per creare le condizioni per incrementare i posti di lavoro, creare nuova economia e avviare un processo di sviluppo?

«E’ una questione di metodo e di obiettivi. Partendo da quelle che sono le competenze amministrative degli enti, è possibile mettere in campo iniziative, anche di semplice attuazione, che rompano l’immobilismo in cui ci troviamo. Faccio qualche esempio: sviluppare progetti di servizio civile, significa offrire un servizio in più alla comunità ed dare un’opportunità, per quanto limitata, ai più giovani. Non si tratta di vero e proprio lavoro, ma può essere un’esperienza significativa ed utile, comunque retribuita. Prevedere incentivi ed agevolazioni per le imprese commerciali. Elaborare progetti, finanziabili dall’Unione europea, a supporto di attività, per la creazione di infrastrutture anche immateriali o per la valorizzazione delle risorse locali».

Il centro di Avellino dominato dalla torre dell’orologio

In questi anni sono stati varati strumenti di programmazione sovracomunale come l’Area vasta di Avellino o il Progetto pilota dell’Alta Irpinia. Che ne pensa?

«L’efficacia di questi strumenti andrebbe verificata sui risultati. Ho l’impressione però che si punti spesso sui grandi sistemi, dimenticando poi di coordinare le diverse azioni che intervengono in una stessa provincia, e si ignorino i microcosmi che sono sotto i nostri occhi. Non c’è ascolto delle esigenze dei cittadini. Sarebbe possibile migliorare la vivibilità generale, che è una precondizione anche per lo sviluppo economico, senza aver bisogno di mobilitare grandi risorse finanziarie. Talvolta poi si preferisce programmare l’intervento immediatamente visibile, come i lavori pubblici, anziché puntare su iniziative di lunga durata, che possono attivare sinergie utili alla crescita dell’economia locale».

Eppure non sono mancati, anche se probabilmente ormai sempre con minore frequenza, confronti con tutti gli attori del territorio, compresi i sindacati. Come mai non sono state elaborate adeguate strategie di sviluppo?

«Le colpe non sono sempre e solo della politica. Ma anche degli altri protagonisti della vita sociale, a cominciare dai sindacati. C’è l’abitudine, per comodità o per convenienza, a proporre vecchi schemi, a non andare oltre il proprio recinto, e non si compie uno sforzo per immaginare soluzioni nuove o approcci differenti ai problemi. Per quel che ci riguarda con la Cisal intendiamo proporci sempre più come un riferimento per i cittadini e per i lavoratori».

In che modo?

«Stiamo, ad esempio, aprendo una sede ad Avellino, in pieno centro, a Via Matteotti che affaccia sul Corso Vittorio Emanuele, per offrire servizi ed assistenza, dal patronato al Caf, dall’associazione dei consumatori, alla tutela dell’inquilinato e alla programmazione di risposte all’esigenza abitativa, oltre ovviamente che per svolgere l’attività istituzionale di rappresentanza e difesa dei diritti dei lavoratori, ma anche di chi il lavoro non ce l’ha, lo ha perso ed intende rientrare nel sistema produttivo o è precario. Insomma, ci mettiamo a disposizione della comunità, nei limiti del possibile, aperti a chiunque voglia dare un contributo».

Nelle ultime campagne elettorali è presente il tema del rilancio del capoluogo, in termini di funzioni ed attrattività, ma anche sullo scacchiere politico regionale e nazionale.

«Il rilancio di Avellino può avvenire soltanto con un costante lavoro amministrativo che, partendo dalla ormai più che citata quotidianità, provi ad immaginare una funzione specifica del capoluogo rispetto al contesto territoriale e regionale, che va concretizzata con interventi mirati. Il successo di una simile operazione però è anche legata alla partecipazione e alla condivisione dei cittadini. Diversa, invece, la questione politica».

Giovanni Centrella, coordinatore nazionale della Cisal Metalmeccanici

Dica pure…

«Per tornare ad essere protagonisti occorre essere maggiormente in sintonia con quelle che sono le spinte generali. Qui si registra un eccessivo istinto di autoconservazione degli equilibri esistenti. C’è poca voglia di mettersi in gioco. Un esempio, mentre nel Paese, pur tra difficoltà e contraddizioni, nel centrosinistra e nel centrodestra si giocano partite che si sforzano di essere unitarie, in Irpinia prevale la frammentazione. Questo non aiuta, anzi crea isolamento».

Per concludere, quale potrebbe essere il profilo ideale del sindaco della Città?

«In verità è difficile immaginare un profilo ideale. Certamente una qualità necessaria ad un amministratore è la coerenza. E’ quasi scontato dirlo, ma un sindaco andrebbe giudicato dalla volontà e dalla capacità di mantenere gli impegni assunti in campagna elettorale. Posso però provare a lanciare una proposta a tutti gli schieramenti ed i candidati sindaci di Avellino. Sarebbe un segnale positivo prevedere l’istituzione di un vero e proprio assessorato al Lavoro e di un assessorato alla Legalità, che però si occupi non solo della trasparenza degli atti amministrativi o di promuovere una cultura della legalità e dell’equità, ma anche di rendere l’ente, con i suoi uffici e servizi, più accessibile, efficiente e fruibile ai cittadini, alle imprese, agli operatori».

 

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