Franco Russo

«La prossima amministrazione comunale dovrà mettere in campo iniziative per rilanciare la vivibilità di Avellino e restituirgli concretamente il ruolo di capoluogo». E’ quanto sostiene l’ex consigliere comunale, Franco Russo, candidato nelle liste del Pd.

Dopo tante polemiche, strappi e difficoltà, che si sono registrate nel Pd, durante la fase delle trattative preelettorali, non ha affatto preso in considerazione l’ipotesi di non candidarsi affatto o di percorrere altre strade?

«Sono rimasto perché credo ancora nei valori del Pd. Non immagino me stesso candidato in una lista diversa. Ho iniziato a fare politica in questo partito, circa 10 anni addietro, quando fui eletto nel consiglio provinciale, perché innamorato dei valori che esso rappresenta».

I cittadini chiedono che la politica si rinnovi. Ritiene che la lista democratica al Comune di Avellino risponda a questa esigenza?

«La lista del Pd è stata rinnovata quasi del tutto. Dei vecchi consiglieri siamo rimasti Grella ed io. C’è stato il ritorno di Antonio Iannaccone e poi moltissimi giovani. Sono arrivati nuovi innesti a rafforzare la squadra. Io mi candido a consigliere comunale per rappresentare le istanze di tutti i cittadini e trasferirle all’esecutivo dell’ente, che trasformerà in atti concreti le richieste di chi, come me, vive un rapporto quotidiano con i cittadini».

Nel recente passato ha avuto modo di vivere il difficile contesto politico ed amministrativo in cui si è mossa la giunta Foti. A suo parere, qual è il bilancio di quell’esperienza?

«Il giudizio sull’amministrazione Foti lo si potrà esprimere con distacco ed obiettività soltanto tra qualche tempo. Io sono convinto che se ne parlerà bene negli anni a venire. E’ un’esperienza che sarà rivalutata. Personalmente ho sostenuto sempre il sindaco durante i 5 anni di mandato, per coerenza, per senso di appartenenza, per dovere morale. Se si chiede il voto ai cittadini per una squadra ed il consenso arriva, a quel punto occorre sostenere fino in fondo quella squadra. La coerenza politica, purtroppo, non sempre di moda».

Parliamo di obiettivi programmatici. Quali sono le priorità su cui bisognerebbe intervenire?

«Avellino ha bisogno innanzitutto di più sicurezza e vivibilità quotidiana sia in centro che in periferia: ampliare la rete di videosorveglianza, presìdi dei vigili urbani in tutte le zone della città, presenza costante dei rappresentanti delle istituzioni. E poi una manutenzione costante a strade, marciapiedi e verde urbano, per restituire una condizione di maggior decoro e fruibilità agli spazi pubblici. Particolare attenzione va dedicata alle periferie».

Dica pure…

«Il cittadino di Borgo Ferrovia, di Rione Parco o di San Tommaso deve sentirsi rappresentato e garantito nei propri diritti come il cittadino del centro. La città va riammagliata ed occorrono interventi di riqualificazione».

Sul fronte delle politiche sociali come bisognerebbe muoversi?

«La povertà, soprattutto quella nascosta, quella delle persone e delle famiglie che, per dignità, si vergognano di chiedere aiuto alle istituzioni è in forte aumento. Dobbiamo sicuramente fare di più. Da medico auspicherei che gli enti del territorio si impegnassero nella promozione di un più altro livello di medicina preventiva a servizio della popolazione avellinese e irpina».

Una questione di cui spesso si parla è la gestione dei lavori pubblici.

«Va completato il percorso delle opere pubbliche già avviate e poi chiudere la lunga parentesi dei cantieri. Andrebbero, quindi, individuati i finanziamenti necessari per gli interventi, organizzando adeguatamente gli uffici per aprire un canale diretto con la Regione e l’Unione Europea. In generale, ritengo si debba avere il coraggio di dire stop al cemento e di rimodulare il Puc, il Piano urbanistico comunale. Non è più possibile costruire, consumare nuovo suolo per edificare in questa città. Bisogna puntare sulla rigenerazione dell’esistente e tutelare l’ambiente e gli spazi verdi. L’attuale Puc è tarato per una città di 100.000 abitanti. La previsione di crescita della popolazione effettuata nei decenni passati non si è avverata. Oggi Avellino conta circa 54.000 abitanti. E’ necessario perciò adeguare lo strumento urbanistico alla realtà».

ARTICOLI CORRELATI