Il Taurasi e il suo territorio per Paul Balke sono il primo naturale brand del vino irpino. Il noto giornalista e scrittore olandese Paul Balke, massimo esperto e conoscitore dei vini italiani, ha incontrato i vertici del Consorzio di Tutela dei Vini d’Irpinia per un progetto di promozione che mira a coinvolgere i Comuni e l’associazione Mesali.
Un incontro alla vigilia del Vinitaly, che aprirà i battenti domenica 7 aprile, portando a Verona produttori e vignaioli, pronti a sedurre i mercati con le selezionate bottiglie e le accattivanti etichette, le immagini coordinate di una campagna di marketing che per il momento parla ancora soltanto delle cantine, con bigliettini da visita e brochure illustrative.
Ma dietro l’angolo può esserci di più, un brand del Taurasi e del suo territorio che può arrivare a identificare l’intera provincia, trainando come una locomotiva tutti gli altri vini eccellenti di questa terra generosa.
VIAGGIO NEL CUORE IRPINO DEL TAURASI. Munito di cartina geografica, penna e taccuino, il giornalista ha affrontato un mini tour nel cuore pulsante della produzione vinicola del Taurasi, per meglio conoscere e approfondire le sue conoscenze. Con il Consorzio prima e con i singoli produttori poi, Balke ha visitato diversi vigneti fra Luogosano, Taurasi, Castelfranci, Montemarano, Lapio, Montefalcione, ed altri, registrando le singole esperienze dei produttori, e rilevando non poche criticità. L’occhio del giornalista ha colto potenzialità commerciali che possono trasformare, implementandola, la capacità produttiva del Taurasi, che è un tutt’uno con il territorio da cui nasce e si sviluppa. Sui mercati esteri il valore delle produzioni vinicole possono essere ben rappresentate da un brand territoriale, è la sua idea.
“Visitare le cantine e conoscere i piccoli produttori è stata una bella esperienza, ma ora mi concentrerò sul Taurasi”, ha annunciato Balke a poche ore dalla sua partenza. “Mi sono confrontato con tante persone in via del tutto amichevole, e ho annunciato loro il mio interesse a far conoscere questo territorio fuori dai confini provinciali e nazionali. Partirei innanzitutto da Taurasi e dall’areale circostante per migliorare la promozione e la comunicazione del territorio”, ha spiegato.
Dopo il mini tour nelle cantine e il confronto diretto con i produttori, il giornalista ha avuto modo di costruire una visione d’insieme del settore, individuando i nervi scoperti, le criticità e le migliorie su cui lavorare. “Sono stato accolto positivamente in tutte le cantine che ho visitato, grazie alla mia intervista rilasciata a Nuova Irpinia. Ho cercato di contattare il numero più alto possibile di persone per invitarli a Taurasi alla mia lectio. Ho anche avuto un colloquio con alcuni esponenti del Consorzio, con cui vorrei mettere in piedi un percorso”.
Il Consorzio di Tutela infatti – riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole – è il titolare del brand Taurasi, ovvero è l’unico ente deputato a rafforzare la rete di comunicazione e definizione di un marchio legato al territorio. “Ho presentato una serie di considerazioni e illustrato la mia proposta: sono fermamente convinto che se riuscirà a partire il “treno Taurasi” allora sarà trascinata tutta l’Irpinia, perchè il vino è la locomotiva di questo territorio. Credo che sia importante riconoscerlo da parte di chi ci vive, e farlo conoscere fuori per renderlo apprezzabile”, spiega.
Secondo quanto constatato da Balke, la produzione vinicola del Taurasi è fortemente limitata rispetto al suo potenziale. “Tanti produttori non riescono a vendere il vino perchè non è abbastanza conosciuto. Bisogna investire su una buona campagna di comunicazione, intensiva, e che non trascuri i social media. Costruire una immagine su cui lavorare non è una operazione banale, soprattutto se consideriamo l’elevato livello qualitativo che andiamo a proporre”.
Sebbene i vini bianchi abbiano registrato un notevole successo sul mercato, spinti anche dal trend del momento, è il vino rosso a caratterizzare l’etichetta territoriale e a costruire una connotazione di pregio. Balke ha citato infatti gli esempi del Bordeaux, del Piemonte, della Borgogna. “Il treno ha tanti vagoni, ma la locomotiva deve essere il Taurasi, che una volta sui binari trascinerà anche i vini bianchi e tutti gli altri comparti legati alla produzione vinicola” sottolinea. “Ho potuto notare che c’è un grande fermento soprattutto da parte dei giovani, aperti alle sperimentazioni, che danno la spinta giusta. Tutte le cantine che ho visitato solo singolari e uniche, che non consentono una lettura facile del territorio nel suo complesso: questa è sicuramente una ricchezza da valorizzare nelle politiche dell’enoturismo”.
Obiettivo del giornalista olandese, come quello del Consorzio, sarà dedicarsi all’intercettazione di una fetta dei 18 milioni di turisti che affollano la costiera campana, e che non conoscono affatto l’Irpinia. “Non è semplice per uno straniero prendere contatti qui, nè ci sono abbastanza servizi informativi che possono assistere chi cerca dove dormire, soggiornare o come spostarsi. Questo è senza dubbio un grande svantaggio su cui lavorare”.
IL TRENO DEL VINO. Treno e vino è un binomio vincente e già annunciato da diverso tempo nelle politiche di promozione e valorizzazione dagli addetti ai lavori, su cui però soltanto negli ultimi anni si sta seriamente lavorando. Nella giornata di oggi infatti, il vice presidente Fulvio Bonavitacola sarà a Sant’Angelo dei Lombardi per celebrare la riapertura della tratta ferroviaria Avellino-Rocchetta, con il probabile annuncio dell’apertura del bando regionale per la riqualificazione delle stazioni. “I terminal dovranno dotarsi di cartellonistica illustrativa di tutte le aziende vinicole presenti in quell’area, e i siti da visitare” suggerisce Balke. “Il treno turistico è sicuramente un’ottima idea, ma bisogna immaginare un collegamento dalla costiera alle aree interne dell’Irpinia, e promuovere un viaggio emozionale agli stranieri, che li porterà in luogo magico e incantato costellato da vigneti. Di tutto questo ancora non si parla” conclude.
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