Un pullman della linea Vivacity prodotto nel 2015 dalla IIA sotto il marchio Menarinibus

A oltre due mesi dal via libera al piano industriale, presentato al Mise dall’azienda, la IIA di Flumeri non ha fatto progressi. Bloccato il Contratto di Sviluppo da 18 milioni, tutti gli impegni sono a rischio. La tabella di consegna dei pullman che dovrebbero essere realizzati in Valle Ufita è in forte ritardo. Ma senza l’attivazione del Contratto di Sviluppo la fabbrica non avrà futuro, in quanto senza un intervento di ammodernamento e riassetto, non sarà in grado di produrre.

E le conseguenze di questo mancato intervento cominciano a pesare sui conti aziendali. Da parte della Regione Campania in queste ore la richiesta di proroga al Ministero dello Sviluppo Economico per la consegna dei primi 50 pullman oltre la scadenza fissata a luglio. La proroga servirà ad evitare di pagare la penale, spostando i termini al dicembre prossimo. A questo punto vanno considerati a rischio anche gli altri 35 pullman in scadenza entro la fine del 2019 e i 90 già programmati nel 2020.

Nel corso di un incontro tenuto lunedì pomeriggio a Napoli, i vertici di Industria Italiana Autobus, l’assessore alle attività produttive Antonio Marchiello, il presidente della Commissione trasporti Luca Cascone, l’amministratore unico della società Antonio Bene, il presidente di Acamir e le parti sociali hanno rilevato che al momento il Contratto di Sviluppo non è stato sottoscritto. Inizialmente concordato nel 2013, nell’ultimo incontro presso la sede ministeriale era stato oggetto di una rivisitazione da parte dell’azienda. Ma senza quell’atto non si potranno sbloccare le risorse per ammodernare gli stabilimenti e, nel contempo, non sarà compiuta la partecipazione al capitale della Industria Italiana Autobus da parte di Invitalia.

LAssessore regionale alle Attività Produttive Antonio Marchiello

“IL CONTRATTO DI SVILUPPO È LA CHIAVE”. Marchiello ha ricordato che l’Azienda si è impegnata a far crescere il fatturato e i volumi produttivi di Bologna e Flumeri già nel 2019, così come Industria Italiana Autobus ha accettato di far rientrare alcune commesse dall’estero per garantire ai siti italiani la ripresa industriale. Solo pochi giorni fa, gli incontri a Flumeri tra l’amministratore Antonio Bene e gli uffici comunali, e tra le organizzazioni sindacali e il capo del personale Saverio Lopes, avevano suscitato speranze e un cauto ottimismo sul futuro dello stabilimento. Gli ultimi avvenimenti fanno calare di nuovo il buio sull’intero programma di rilancio industriale. Per salvaguardare gli impegni assunti a Roma dall’azienda e proteggere gli ordinativi fatti ad Industria Italiana Autobus, la Regione Campania attraverso l’assessore alle attività produttive Antonio Marchiello chiede quindi l’attivazione del Contratto di Sviluppo, senza il quale la fabbrica può considerarsi finita. E il sindacato lamenta la mancata partenza della formazione del personale, “fondamentale per rilanciare la produzione industriale in uno stabilimento che rinnoverà in profondità tecnologia e protocolli”, spiega la Rsa Fiom-Cgil Silva Curcio.

Silvia Curcio. Rappresentante sindacale aziendale Fiom Cgil

FIOM CGIL: “IL GOVERNO MANTENGA GLI IMPEGNI”.  Il sindacato a questo punto vuol vederci chiaro.”I ritardi che si stanno accumulando a poche settimane dagli accordi siglati a Roma dall’azienda dimostrano che l’attuale compagine societaria è inadeguata a portare avanti il piano industriale presentato. La serietà, l’impegno e la qualità del lavoro portato avanti dall’amministratore Antonio Bene, rispettato da tutti e considerato un interlocutore affidabile, non bastano”, spiega Silvia Curcio Rsa della Fiom Cgil. “Riteniamo grave che, nonostante l’azienda abbia regolarmente versato la fidejussione, rischi di pagare una penale e metta a rischio la produzione per un temporeggiamento sullo stabilimento di Flumeri, che al momento appare inspiegabile”. Il riferimento di Curcio è neanche troppo velatamente riferito alla volontà di ammodernare gli ex impianti Irisbus di Valle Ufita. E non risparmia direttamente il Governo. “Non vorrei che si stesse portando avanti una operazione elettorale, con la sorpresa finale dopo la scadenze delle europee di maggio”. Per Fiom Cgil le conclusioni sono a questo punto semplici. “Emerge in tutta la sua drammaticità la necessità di inserire nel capitale dell’azienda quel socio operativo indispensabile a dare una caratura industriale credibile ad un piano industriale ambizioso”, osserva. Al capitale, sottolinea, mancano ancora apporti per 9 milioni di euro deliberati con l’ultima ricapitalizzazione. “La condivisibile visione rappresentata al tavolo del Mise, lo uno sguardo alla futura applicazione dell’elettrico nel settore del trasporto pubblico, non trova in questo momento corrispondenza nei fatti”, considera con amarezza la rappresentante sindacale.

Riunione al Ministero dello Sviluppo Economico dedicata al futuro della Industria Italiana Autobus

“LA FIDUCIA DEL MISE PER ORA INGIUSTIFICATA”. Risuonano in queste ore le parole pronunciate dal Vice Capo di Gabinetto del Mise Sorial, dopo la presentazione del Piano industriale da parte della IIA: “Siamo di fronte ad un piano industriale concreto e dettagliato che pone le basi per il rilancio della produzione nei siti di Bologna e Flumeri e la salvaguardia dei lavoratori. Molti passi sono stati compiuti finora per evitare di disperdere il patrimonio accumulato in questi anni in Italia nella produzione di autobus. IIA può adesso contare su un assetto azionario stabile e una dirigenza che marca la discontinuità rispetto alla gestione precedente. Si apre quindi una fase nuova che porterà in tempi brevi al rilancio dell’azienda attraverso l’implementazione del Piano industriale”. Al momento, conclude Curcio, tutte queste sono solo belle parole.


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