La Novolegno di Montefredane in località Arcella

Resta alta la tensione alla Novolegno, mentre il Mise preme sul Gruppo Fantoni perché favorisca alternative alla chiusura annunciata (e confermata in sede ministeriale) degli impianti. Occorre che l’azienda riveda la propria chiusura ad ogni forma di dialogo, senza il quale non sarà possibile mettere in campo alcuna azione costruttiva.

Dopo averlo affermato al tavolo, il Ministero dello Sviluppo Economico ha messo per iscritto la propria disponibilità a cercare una soluzione. È pronto a fare la propria parte per trovare una alternativa alla definitiva chiusura degli impianti industriali avellinesi, ma occorre che l’azienda fornisca uno spiraglio, rivedendo la propria posizione di chiusura «totale» al dialogo con le istituzioni e gli interlocutori della vertenza.

La sede del Ministero dello Sviluppo Economico

Dopo il primo tavolo sulla crisi dell’azienda Novolegno di Arcella di Montefredane, presieduto giovedì scorso dal Vice Capo di Gabinetto Giorgio Sorial, presenti gli enti locali, l’azienda e le organizzazioni sindacali, il Ministero ha diffuso il giorno dopo un comunicato ufficiale con cui ha chiarito la posizione. “E’ di fondamentale importanza che l’azienda riveda la sua posizione di totale chiusura anche nell’interlocuzione nei confronti delle istituzioni e che continui il confronto con tutti i soggetti interessati, al fine di individuare soluzioni alternative che evitino la chiusura degli impianti e salvaguardino i lavoratori”, ha affermato Sorial, prendendo atto con preoccupazione che le scelte aziendali «non prevedono oggi nessuna tutela nei confronti dei lavoratori e della continuità produttiva del sito». Sul tappeto possono essere messe diverse ipotesi di soluzione costruttiva, evidentemente anche quella di un trasferimento di impianti e personale, ma occorre la disponibilità del Gruppo Fantoni al confronto istituzionale.

La Novolegno, azienda del gruppo Fantoni con sede a Montefredane in provincia di Avellino, fondata nel 1980

LA CRISI DI FATTURATO (PER LE CONDIZIONI RITENUTE SFAVOREVOLI ALLA PRODUZIONE) NON PIÙ SOSTENIBILE DA FANTONI. La previsione di perdita per l’anno 2019 comunicata al Mise nella misura di 4 milioni di euro aggraverebbe lo stato di crisi già conclamato della Novolegno, «causato dalla contrazione del proprio mercato di riferimento, la produzione di imballaggi da legno riciclato, che ha determinato negli ultimi anni notevoli riduzioni di fatturato». Di qui, l’intenzione di procedere alla chiusura dello stabilimento campano e di proseguire con la procedura di licenziamento collettivo, avviata nei giorni scorsi. La chiusura del sito produttivo coinvolge 117 lavoratori più l’indotto. Da tempo era in corso un contratto di solidarietà per evitare il licenziamento di 55 unità, in scadenza il prossimo giugno. Nelle ultime settimane la svolta. Finora gli industriali friulani hanno spiegato che lo stabilimento non ha più un futuro per i mancato successo di tutte le soluzioni sperimentate. Proseguire il riciclo del legno in mancanza di alcune condizioni fondamentali, per gli analisti del Gruppo non avrebbe basi economiche sostenibili. Tra gli ostacoli indicati, gli oneri del trasporto per un sito industriale nato ad Avellino in una fase in cui non era possibile rifornirsi di materia prima all’estero oltre cortina. Nell’attuale contesto, fermo restando la carenza di una offerta forestale competitiva in termini di quantità e costi, si considera poco conveniente realizzare a mille chilometri di distanza un processo industriale che può risultare più conveniente altrove.

Enrico Borghi, coordinatore nazionale delle Aree Pilota dal 2016

L’AZIENDA FORESTALE DELL’ALTA IRPINIA E LA FILIERA ISTITUZIONALE. Il Ministero «continuerà a monitorare la situazione e riconvocherà il tavolo nel mese di aprile» ha fatto sapere il Mise, in attesa che possano maturare condizioni favorevoli al dialogo. La prima è la disponibilità del Gruppo Fantoni al confronto, la seconda che possa maturare sul territorio un contesto in grado di ovviare ad una parte delle criticità rilevate dall’azienda. Tra queste il tentativo in atto di riorganizzare il settore della produzione forestale, attraverso la nascita di un polo del legno, potrebbe essere una soluzione. L’ha proposto il consigliere regionale casertano Giampiero Zinzi, ma trova conferma nella mission dell’iniziativa in corso a Nusco, dove i venticinque sindaci del Progetto pilota hanno affidato sotto l’egida della Regione Campania alla Fondazione Montagne Italia il compito di elaborare entro aprile il progetto della cosiddetta Azienda Forestale Alta Irpinia. A quasi quarant’anni dalla nascita della Novolegno la provincia di Avellino punta a riscoprire una delle sue vocazioni, la stessa che nell’80 attirarono il Gruppo Fantoni ad Avellino. Il legno qui sarà fornito all’industria di settore con o senza Fantoni.

LETTERA DEGLI OPERAI. Nel frattempo, dopo l’assemblea di sabato scorso, operai e sindacati hanno prodotto un documento indirizzato alla azienda, sollecitando interventi a garanzia della sicurezza e della operatività dello stabilimento fino al termine delle attività industriali programmate.


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