Il Sindaco di Napoli De Magistris

Continua sul tema della Autonomia regionale, il Governatore della Campania Vincenzo De Luca, che chiama il segretario del suo partito Nicola Zingaretti e bacchetta il Sindaco di Napoli, accusando la sua amministrazione di inefficienza.

Luigi De Magistris nei giorni scorsi dalle colonne del Corriere della Sera aveva concesso il beneficio del dubbio a Zingaretti e l’annunciata sua fase nuova, bocciando senza appello il nuovo segretario regionale Leo Annunziata, definendolo “uomo” di Vincenzo De Luca, pur ammettendo che se «non ci sono particolari segnali di novità» è pur vero che «in Campania c’è un vento un po’ diverso».

Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca

Scaramucce e stoccate tra il Governatore e il Sindaco, oltre le quali è facile scrutare ormai all’orizzonte la scadenza elettorale regionale del 2020, tra quattordici mesi. Una prospettiva vicina, ma scomoda per De Luca, che a differenza del 2015 non potrà contare su un Partito Democratico nazionale favorevole a prescindere. Allora il segretario e premier Matteo Renzi gli aprì la strada della candidatura, neutralizzando una dopo l’altra le riserve di chi puntava ad affossare l’ex sindaco di Salerno, utilizzando l’alibi della Legge Severino. Oggi il successore di Renzi, con una forza interna al partito forse ancora maggiore, sembra ben deciso a ricostituire il centrosinistra nazionale partendo dai territori, a cominciare proprio dai contesti (un tempo) tradizionalmente favorevoli come la Campania.

Tra un De Magistris che non chiude al dialogo con Zingaretti (dopo aver annunciato di non voler candidarsi alle europee) e un segretario nazionale che deve riconquistare Napoli alla causa dei riformisti, il De Luca che alle primarie aveva tentato la difesa del fortino affidandosi a Maurizio Martina prova a farsi spazio parlando di contenuti. L’obiettivo è far venire fuori sul piano politico le differenze tra il Pd e la sinistra della cosiddetta rivoluzione arancione.

Il tema dell’autonomia regionale è l’ideale. Non solo perché il centrosinistra italiano europeista e post ulivista non potrà mai fare a meno dei voti emiliani, regione in campo per ottenere il federalismo differenziato, ma anche perché la questione meridionale e quella settentrionale attraversano il campo riformista da prima che nascesse il Pd, come dimostra la modifica del Titolo V nel 2001, scritta sotto le pressioni interne a Diesse e Margherita di allora, più che per fronteggiare il disegno leghista già neutralizzato da Silvio Berlusconi fin dalla metà degli anni ’90.

Intervenendo alla tavola rotonda sulle autonomie regionali organizzata dalla Fondazione Banco di Napoli, «La precaria unità: autonomie differenziate e coesione nazionale», che ha visto la partecipazione dei vertici delle Regioni meridionali, il Governatore della Campania ha provato a dividere De Magistris e Zingaretti.

Nicola Zingaretti è il nuovo segretario del Pd

Rivendicando il merito di aver bloccato il disegno secessionista del Veneto, «avendo sventato il tentativo di Salvini» pronto «a concedere 6 miliardi in più al Veneto», De Luca ha però schierato il suo governo campano a favore della sfida sui costi standard, accettando di misurarsi sul rigore e l’efficienza. Qui la stoccata al Sindaco di Napoli, accusando Palazzo San Giacomo di ricevere più fondi dallo Stato, 362 euro all’anno contro i 54 di Milano. «Dovrebbe avere servizi come Stoccolma e invece…».

Di qui la ricerca di un dialogo con Nicola Zingaretti, per una collaborazione sul tema della riforma del regionalismo realizzando una autonomia sostenibile e compatibile con la tenuta dell’Unità Nazionale.

Del resto, nei giorni scorsi De Luca aveva elogiato Zingaretti per le sue qualità umane, dalla semplicità alla modestia, ma lo aveva gentilmente sfidato a venire a prendere impegni precisi a Napoli sul lavoro, affrontando le questioni di merito.

Per ora il nuovo segretario del Pd ascolta tutti, a Bologna e Milano come nelle due Napoli di De Luca e De Magistris, avendo visitato la città partenopea e la sua provincia più volte nei mesi estivi del 2018, ma gli impegni in questa fase sembra volerli assumere fuori dalle istituzioni, tra la gente.


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