Pd

L’esito delle Primarie muta gli equilibri all’interno del Pd in provincia di Avellino, scrive l’esponente di Area Dem Nando Zoina, che analizza l’esito del voto popolare ai gazebo. In questo senso, riportando i voti delle diverse liste, dà conto dell’esito di un confronto che ha celebrato nella sostanza un congresso provinciale dentro quelli nazionale e regionale. In base ai nuovi dati, rivendica alla componente di cui fa parte, guidata in Irpinia da Enzo De Luca, una maggioranza relativa che deve tradursi, sottolinea, in idee, pensiero e azione, mirati a costruire il rilancio del partito, in vista delle prossime scadenze elettorali di primavera. Questo comporta, evidentemente, la necessità di realizzare con il dialogo l’unità dei Democratici, ma non esime da chiarire la posizione nei confronti della segreteria provinciale. «Area Dem non può e non deve essere la stampella di una segreteria logorata dal trasformismo e dall’opportunismo», scrive testualmente.

«La nostra azione, in coerenza con la scelta fatta di misurarsi con l’elettorato, ci deve porre in alternativa all’attuale segreteria, alla quale va riconosciuta la legittimità ma della quale non si può condividere la responsabilità politica di scelte mai condivise». Ritirato il ricorso, il riconoscimento della legittimità della segreteria Pd in Irpinia non cancella il giudizio politico, quindi. Il confronto sarà dialettico con le altre componenti che, viene sottolineato, in alcuni casi si sono ritrovate unite nel sostegno ad un candidato (le liste di Del Basso De Caro e di Rosetta D’Amelio) per una convergenza tra «sensibilità che notoriamente sono poco dialoganti tra loro».

Il documento, proposto integralmente, fotografa quindi il momento di cambiamento del Pd ad Avellino e fornisce elementi per comprenderne le dinamiche, alla vigilia di quello che sembra annunciarsi come un articolato e profondo riassetto degli organismi dirigenti.


Areadem componente di maggioranza relativa nel Pd, motore dell’affermazione di ‘Piazza Grande’ in Irpinia

La nota di Ermando (Nando) Zoina*

Le Primarie del Partito Democratico sono state un esercizio di democrazia partecipativa sicuramente ma, in Irpinia come in tutti i territori, anche un momento di confronto dove misurare la presenza del Partito Democratico nella comunità nonché il banco di prova dei candidati per verificare la capacità di penetrazione sui territori. Una breve analisi del voto locale va fatta al fine di poter meglio comprendere dai numeri cosa sta cambiando all’interno del Partito Democratico Irpino.

«L’esito delle Primarie apre scenari nuovi nel Partito Democratico anche nella provincia di Avellino»

Ermando (Nando) Zoina

Sui tre candidati nazionali sono stati costruiti schemi elettorali dove sensibilità che notoriamente sono poco dialoganti tra loro, presentandosi con due liste distinte, si sono ritrovate a sostenere lo stesso candidato alla segreteria nazionale. Le due liste “Martina Segretario” e “Campania per Martina” raccogliendo rispettivamente 3406 e 3614 voti e sommandoli ai voti solo per il segretario (706), hanno consegnato la vittoria in Irpinia al candidato Segretario Nazionale Martina con il 45% dei consensi. Il candidato Zingaretti, sostenuto dalla lista “Piazza Grande” e dalla lista “Per il Lavoro”, riceve rispettivamente dalle due liste 4978 e 949 che, con i 1349 voti solo per il segretario, consegnano al Presidente della regione Lazio una sconfitta certamente onorevole attestandolo al 43% dei consensi in Irpinia. Il candidato Giachetti con la lista “Sempre Avanti” 1830 voti e 129 dati al candidato segretario conquista il 12%. Da questi dati sono evidenti due cose: la prima, Zingaretti è stato il candidato con il più alto gradimento in termini di voti di lista, testimonianza che il suo nome ha intercettato un voto di opinione che è importante come prospettiva di crescita per il PD; la seconda, la lista “Piazza Grande” ha realizzato la performance migliore di tutte le liste in campo. I motivi di questa importante risultato della lista capeggiata dal sen. Enzo De Luca sono da ascrivere sicuramente al trend nazionale del voto che ha eletto Zingaretti come Segretario nazionale, ma anche e soprattutto al lavoro fatto dai candidati che, evidentemente, su un territorio vasto come quello dell’irpinia, hanno saputo conquistare, voto su voto, un risultato che non era del tutto scontato alla vigilia del 3 marzo.

«Il successo di Piazza Grande in Irpinia costruito sul territorio»

Altra questione quella dell’elezione del Segretario Regionale. I tre candidati alla Segreteria Regionale sono vittime fortunate della grande partecipazione registrata il 3 marzo. Il Candidato Annunziata vince la competizione in Irpinia con i voti delle liste “Sudem” (5300), “Sinistra con il Lavoro” (3490) e dei voti espressi solo per il candidato segretario (720), che sommati consegnano al nuovo segretario regionale 9572 voti, ovvero il 57%. Il candidato Umberto Basso De Caro ottiene, invece, i voti delle liste “democratici riformisti” (2988) e “Territorio e partecipazione” (1602), oltre ai voti di lista al solo candidato segretario che sono 734, per un totale di 5324, ovvero il 32% . Il candidato Filippelli con la lista “Piazza Grande” (1630) e i voti di lista (143) ottiene 1773 voti, ovvero l’11%.

«i numeri servono a misurare il peso ma la qualità della politica deriva dalla capacità di usare quel peso per produrre pensiero e strategie»

E’ innegabile che lo scontro tra le sensibilità che compongono il Partito Democratico irpino, da politico si è trasformato in elettorale: i numeri servono a misurare il peso ma la qualità della politica deriva dalla capacità di usare quel peso per produrre pensiero e costruire strategie. Il candidato Umberto Basso De Caro è stato sostenuto da due liste di candidati (ben 36) costruite dividendo la provincia in due macroaree una dell’alta e l’altra della bassa Irpinia, offrendo ad ognuna  un’ampia rappresentanza con il solo scopo di recuperare consensi. Le liste a sostegno di Annunziata, invece, si sono mosse seguendo uno schema diverso e tra loro, sicuramente, alternativo . La “lista Sudem” era diretta espressione dell’attuale segreteria provinciale e delle sensibilità che la sostengono. La lista “con il Lavoro” è nata invece dal ragionamento politico che Area Dem ha costruito in ambito romano con l’appoggio a Zingaretti ed il sostegno ad Annunziata per l’assise regionale. Quella della lista “Sinistra con il lavoro”, front man l’ex segretario Carmine De Blasio, è stata una scommessa che ha costruito il suo successo sui concetti di gruppo e di appartenenza. L’elezione di 4 candidati rende, di conseguenza, Area Dem la prima compagine avendo da sola ottenuta consensi superati solo dalla somma della forza elettorale di differenti sensibilità. Se, infatti, confrontassimo i numeri delle elezioni del segretario nazionale sommando, ad esempio, i voti di lista “Campania per Martina” e “Sempre Avanti” ci accorgeremmo che il risultato di tale operazione ci darebbe una cifra prossima ai voti presi dalla lista Sudem, mentre le liste a sostegno del candidato De Caro fermano la loro migliore performance intorno ai tremila voti. Pertanto “Sinistra con il Lavoro” con i suoi 3490 voti, ottenuti con una corsa in solitaria, accredita Area Dem ad essere punto di equilibrio in una comunità politica che necessita di essere normalizzata.

«La nostra azione, in coerenza con la scelta fatta di misurarsi con l’elettorato, ci deve porre in alternativa all’attuale segreteria»

Partendo, pertanto, da quanto le primarie del 3 marzo hanno deciso è possibile costruire il percorso futuro del Pd Irpino che non potrà non passare da un confronto tra l’attuale dirigenza e coloro che per ora sono fuori da Via Tagliamento per la mancata partecipazione al congresso 2018. La settimana appena trascorsa, infatti, è stata anche la settimana del ritiro del ricorso fatto all’indomani di tale congresso provinciale e che tante polemiche aveva suscitato. Rimosso questo ostacolo al dialogo il Partito Democratico si prepara ad affrontare con responsabilità le sfide elettorali della prossima primavera ma Area Dem non può e non deve essere la stampella di una segreteria logorata dal trasformismo e dall’opportunismo. La nostra azione, in coerenza con la scelta fatta di misurarsi con l’elettorato, ci deve porre in alternativa all’attuale segreteria alla quale va riconosciuta la legittimità ma della quale non si può condividere la responsabilità politica di scelte mai condivise.

(*): già candidato della lista per la elezione del segretario regionale PD lista “sinistra per il lavoro” con Annunziata Segretario


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