IIA, poca produzione a Flumeri: sì cigs. Il socio non c’è

IL CONFRONTO AL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO TRA REGIONI CAMPANIA ED EMILIA ROMAGNA, SINDACATI E INDUSTRIA ITALIANA AUTOBUS. Riunione fiume al Mise con la partecipazione del Ministero del Lavoro. Cauto il sindacato sugli esiti del vertici. Per Curcio (Fiom) e Altieri (UIlm) il rebus è chi guiderà l'azienda a luglio. Nota congiunta in serata della Fiom nazionale e locale

Alla IIA resta un rebus l’assetto societario, mentre i lavoratori incassano la certezza della cassa integrazione straordinaria per quest’anno. Si consoleranno costruendo 23 dei 500 pullman che restano nell’portafoglio ordinativi della Industria Italiana Autobus. Dunque, torna la produzione nello stabilimento svuotato dopo l’addio della Irisbus. Ma per ora, le prospettive industriali dell’azienda appaiono ancora nebulose.

Questo l’esito del confronto durato oltre quattro ore presso la sede del Mise. Riunione fiume quella del pomeriggio a Roma per le rappresentanze sindacali nazionali, regionali e locali al Ministero dello Sviluppo Economico, aperta alla partecipazione della Industria Italiana Autobus e delle delegazioni delle Regioni Campania e Emilia Romagna. Al tavolo anche il Ministero del Lavoro e Invitalia. I lavori erano stati convocati per definire il futuro degli stabilimenti ex Bredamenarinibus di Bologna ed ex Irisbus di Flumeri, nel contesto più ampio del riassetto annunciato della IIA. Per i lavoratori l’attesa per la riattivazione della cassa integrazione straordinaria, auspicata non troppo velatamente per almeno l’intero 2019.

Industria Italiana Autobus si è impegnata a mettere in sicurezza lo stabilimento di Flumeri (blindandolo dalle mire di chi in Irpinia sperava di parcellizzarlo in vista dell’attuazione della Zes) in modo da poter far ripartire l’attività di costruzione dei nuovi bus. In Ufita saranno prodotti i 23 pullman destinati alla città di Genova.

Inoltre, “l’azienda ha comunicato che a Flumeri saranno allestite due linee di produzione, una per l’elettrico e l’altra per il gasolio, mentre a Bologna saranno rafforzati la produzione a metano e gasolio, e la ricerca e sviluppo”, ha fatto sapere Fiom Cgil. “Il piano prevede la realizzazione di 626 autobus nel 2019 di cui il 25% prodotto in Italia, 650 nel 2020 di cui il 60% e 700 nel 2021 di cui l’80% nel Paese”.

Le incertezze sulla identità dell’eventuale socio tecnico dopo questa riunione aumentano, spiega Silvia Curcio, Rappresentante sindacale aziendale per la Cgil presso lo stabilimento di Flumeri: “Siamo entrati nella riunione con un punto interrogativo sul futuro assetto della IIa e siamo usciti con la consapevolezza che al momento manca chi dovrà versare i 9 milioni previsti dalla ricapitalizzazione del 29 gennaio”. Secondo Curcio potrebbe addirittura restare Karsan come motore della compagine. Ma in quel caso si porrebbe il problema di Invitalia, la cui partecipazione è evidentemente finalizzata ad un rilancio e non ad un impegno permanente.

Per quanto riguarda la Cigs, l’azienda ha confermato l’impegno già assunto a Flumeri con i sindacati locali, anticipando parte degli emolumenti destinati ai lavoratori. Da notare, che lo stabilimento di Bologna dell’ex Breda Menarini produrrà pochi pullman a causa di un deficit di materiali, almeno questa la versione ufficiale.

Silvia Curcio precisa che voci diffuse nel pomeriggio sul polo pubblico sono prive di fondamento. Con riferimento a quanto sostenuto dal deputato ufitano Generoso Maraia, ha spiegato che “sono stati presentati i risultati della riunione in termini un po’ troppo ottimistici”.

ASSESTAMENTO DELLE QUOTE SOCIETARIE. “L’azienda ha illustrato le linee guida del piano industriale 2019-2021 per la ripresa produttiva, occupazionale e sviluppo sostenibile”, ha fatto sapere in una nota unitaria la Fiom Cgil nazionale e locale . “E’ stata descritta la compagine societaria che è così suddivisa: 42,76% Invitalia, 28,65% Leonardo e 28,59% Karsan; prevedendo entro il 29 luglio del 2019 l’ingresso di un socio industriale che ad oggi non c’è”.

UILM: PER ORA BUONE INTENZIONI. Gaetano Altieri, Segretario Uilm Avellino, ha frenato gli entusiasmi indotti da dichiarazioni circolate nel pomeriggio, pur apprezzando la posizione della azienda. “Pur condividendo le intenzioni espresse, che vanno nella direzione auspicata, rimangono le perplessità, alla luce dei tanti impegni assunti dalla precedente proprietà e puntualmente disattesi, sulla realizzazione effettiva del piano”, ha affermato in una nota. “Pur dando fiducia alla nuova proprietà vanno verificati periodicamente gli impegni assunti per realizzare finalmente quel grande polo per la produzione di autobus in Italia, così come sottolineato dall’ing. Bene”.Resta il dato della Cigs. “È stato sottoscritto come richiesto dal sindacato il verbale di cassa integrazione straordinaria per un anno con anticipazione del trattamento da parte dell’azienda, aspetto positivo per dare le dovute garanzie salariali ai lavoratori”. “L’ing. Bene ha illustrato le linee guida del nuovo piano industriale che prevede gli auspicati investimenti dando seguito al contratto di programma sottoscritto con la Regione Campania”. Anche Altieri ha spiegato che “è stato confermato l’assetto societario a maggioranza pubblica con l’intenzione di favorire l’ingresso di un nuovo socio entro il mese di Luglio”. Citando Bene, Altieri ha spiegato che “il nuovo partner ancora in via di definizione, è strategico per rafforzare il progetto di Industria Italiana autobus e per creare le sinergie per un’azienda competitiva”. Il progetto va comunque avanti con l’attuale assetto Societario con Invitalia e Leonardo che detengono il 70 per cento”. Ora “diventa indispensabile per lo stabilimento di Flumeri in via urgente far partire sia gli investimenti sulla struttura con la riparazione del tetto, sia sull’ammodernamento degli impianti attraverso due nuove linee di produzione di cui una dedicata ai veicoli a trazione elettrica. L’obiettivo è arrivare alla piena saturazione occupazionale dello stabilimento di Avellino”.

FIOM CGIL: PUNTARE SULL’ELETTRICO. NON C’È ANCORA UN PIANO INDUSTRIALE. INCERTEZZE SUL RIENTRO AL LAVORO DI TUTTI GLI OPERAI. “Il Governo sta procedendo nella direzione del polo pubblico attraverso un percorso di ricapitalizzazione dell’azienda anche se ancora non si è concluso. Il punto centrale per noi è che la maggioranza del capitale è costituito da Invitalia e Leonardo”, commenta la Fiom Cgil in una nota congiunta firmata da Michele De Palma, segretario nazionale della Fiom-Cgil, Massimiliano Guglielmi, segretario generale Fiom Campania, Sandra Ognibene, segretaria Fiom Bologna, Giuseppe Morsa, segretario generale Fiom Avellino, Franco Fiordellisi, Segretario Generale Cgil Avellino. “Occorre ristabilire un’interlocuzione stabile con l’azienda, sia a livello di stabilimento, sia a livello di rapporti formali tra l’azienda e le organizzazioni sindacali”.  La Fiom ha chiesto di “investire per la partecipazione a nuove gare per garantire i volumi per il futuro” e “nella progettazione per l’innovazione della produzione di autobus elettrici che non sono mai partiti”. Per questo, “serve un vero piano industriale con un cronoprogramma delle attività per far finalmente ripartire a pieno regime gli stabilimenti di Bologna e di Flumeri e per far tornare le persone al lavoro”. Se “al termine dell’incontro è stata raggiunta un’intesa per la cassa integrazione per tutto il 2019 per i 268 lavoratori di Flumeri” mentre “per Bologna l’azienda ha annunciato la volontà di aprire la discussione per la cassa integrazione ordinaria”, lo scenario “è ancora caratterizzato da incertezze sul ritorno al lavoro di tutte le maestranze e riteniamo negativa la comunicazione di apertura della procedura di cassa ordinaria per lo stabilimento di Bologna”.

Antonio Bene, 59 anni, Dal 1972 in Fiat. Dal 1990 responsabile dello sviluppo dei prodotti per il segmento C e D tra cui Bravo/Brava “Auto dell’anno” 1996. Ha lavorato in Ferrari/Maserati, Tofas e dal 2004 ricopre l’incarico di Amministratore Delegato e Direttore Generale di Elasis. Ora guida la IIA

A GENNAIO CAPITALIZZATA L’AZIENDA, MA SENZA IL SOCIO OPERATIVO. A fine gennaio l’assemblea dei soci, cioè Karsan, Invitalia e Leonardo, ha azzerato le perdite, aprendo la strada ad un rilancio dell’azienda con l’ingresso di un altro socio, destinato a investire per acquisire il 29,95 per cento delle quote, quelle ancora non sottoscritte. «Il 29 gennaio scorso l’assemblea straordinaria di Industria italiana autobus ha pareggiato le perdite e ha deliberato l’aumento di capitale di 30 milioni di euro, già sottoscritto per complessivi 21 milioni di euro da Leonardo», ha spiegato alla Camera il Ministro dello Sviluppo Economico, dopo la assemblea del 29 gennaio servita a chiudere la partita sulle esposizioni. «L’aumento di capitale è stato in parte riservato ad un nuovo socio industriale che dovrà sottoscrivere la propria quota entro i prossimi sei mesi», si affermò allora. Il primo mese è già passato. «Quindi, Industria italiana autobus potrà ora implementare il nuovo piano industriale di recente elaborato e condiviso dagli attuali soci che differentemente da quanto riferiscono gli interpellanti è così costituito: il 50 per cento è una partecipazione statale, di cui il 20 per cento Leonardo-Finmeccanica e il 29,95 per cento di Invitalia, il 20 per cento è di Karsan e il 29,95 per cento del nuovo socio industriale». Luigi Di Maio, rispondendo ad una interpellanza urgente del gruppo Pd alla Camera spiegò che «lo Stato ha acquisito più del 50 per cento delle quote per accompagnare la IIA nel suo rilancio», rimarcando che, non essendo fallita ed avendo favorito l’impegno dello Stato nella azienda, «le due promesse che avevamo fatto ai lavoratori sono state mantenute; ora, andiamo avanti per far sviluppare l’azienda con l’obiettivo di far tornare a fabbricare gli autobus in Italia». A Roma presso il Ministero i sindacati attendono di leggere le carte.


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